FLOH (Faludi), Jakab (Eugenio Giacomo)
Figlio di Giuseppe, nacque a Budapest nel 1899. A causa del clima politico reazionario e di persecuzione razziale il F., di origine ebrea, si trasferì in Italia dove si laureò presso la Scuola superiore di architettura di Roma nel 1924. Nel 1926 aderì al Gruppo urbanisti romani (GUR); con esso partecipò a numerosi concorsi, tra i quali: per il piano regolatore e di ampliamento di Padova (in L'Architettura italiana, XXII [1927], 12, pp. 139 s.); per il piano regolatore di Brescia; per i piani regolatori di San Pellegrino, Arezzo, Cagliari, Pisa, Perugia (dal 1929 al 1930. Il F. si schierò subito, a fianco dei giovani architetti italiani, in favore dell'architettura moderna: aderì al Movimento italiano per l'architettura razionale (MIAR) come componente del "gruppo misto" (Milano) e partecipò alla I Esposizione di architettura razionale a Roma nel 1928.
In questa occasione espose numerosi progetti: un aereoporto a Roma, un teatro popolare di 4.000 posti, una sede di giornale, una centrale elettrica e un albergo per piloti (Cennamo, 1973). I suoi lavori furono apprezzati anche nel suo paese d'origine in cui era considerato un architetto d'avanguardia.
Nel momento dello scontro polemico tra tradizionalisti e moderni sul tema dell'architettura razionale, fu presente alla II Esposizione di architettura razionale, organizzata a Roma nell'aprile-giugno 1931 da P.M. Bardi, con un'opera realizzata, la villa Rossi a Mestre (1929), riportata anche, come costruzione esemplare, nel primo manuale "moderno" per gli architetti (Griffini, Costruzione..., 1932). Negli anni Trenta svolse la sua attività principalmente a Milano dove strinse un sodalizio professionale con E.A. Griffini e, pur continuando a lavorare nel campo dell'urbanistica, si dedicò alla ricerca tipologica e al problema dell'abitazione minima, con particolare attenzione alla sperimentazione di sistemi costruttivi rapidi ed economici, alla ricerca di soluzioni tecniche che utilizzassero materiali autarchici e allo studio di elementi prefabbricati per l'edilizia residenziale (E. Faludi, Rubrica tecnica, il problema della abitazione minima e la casetta economica, in Rassegna di architettura, IV [1932], I, pp. 31 s.). Partecipò alla V Triennale di Milano nel 1933, la prima aperta all'architettura, realizzando nel parco un gruppo di cinque case per vacanze con Griffini e P. Bottoni; le costruzioni, temporanee, erano studiate con criteri razionali e realizzate con sistemi costruttivi moderni. Partecipò anche alla VI Triennale del 1936 con un teatro all'aperto a pianta emiciclica dotato di uno schermo mobile per proiezioni cinematografiche.
Nel 1932 partecipò con Griffini e G. Manfredi al concorso Falck per edifici a struttura d'acciaio ottenendo il secondo premio nella sezione relativa all'applicazione delle strutture metalliche nelle ordinarie costruzioni di abitazione cittadina; nel 1933 partecipò al concorso per il mercato annonario di Como (Rassegna di architettura, V [1933], 3, pp. 125-129); sempre con Griffini si aggiudicò il concorso per la realizzazione dell'Istituto per l'infanzia a Lodi (1932-33), in cui sono ancora presenti i temi della sperimentazione: dalle ampie vetrate al sistema di riscaldamento a solai radianti; partecipò infine al concorso dell'auditorio a Roma con Griffini e G. Cavaglieri. Nel 1934 a Milano curò la ristrutturazione dei teatri Excelsior, Lirico, Olimpia, Manzoni. Sempre nel 1934 fu chiamato da G. Pagano a lavorare all'Esposizione dell'aeronautica italiana (Milano, giugno-ottobre), a cui parteciparono tutti gli architetti razionalisti milanesi nell'allestimento delle varie sale in un percorso espositivo esaltante e celebrativo: al F. fu affidata la sala "Mezzi di sicurezza e paracadute".
In questi anni il F. lavorò alla progettazione di architetture pubblicitarie per mostre e fiere e realizzò una serie di padiglioni reclamistici molto interessanti in cui fece largo uso del lessico del razionalismo internazionale: dai telai metallici alle ampie vetrate. Tra gli altri, ricordiamo il padiglione del golf (con Pucci) al Lido di Milano, il piccolo padiglione reclamistico della Celotex alla Fiera campionaria di Milano, il padiglione dell'Esposizione aeronautica a Roma (con G. Minnucci e A. Morbelli), il padiglione della Società nazionale industria applicazioni viscosa (SNIA Viscosa) alla Fiera campionaria di Milano del 1935 e a quella del 1936, in cui realizzò una torre vetrata alta 35 metri, il padiglione del rayon della società Italrayon (con G. Palanti) alla Fiera campionaria di Milano del 1935.
Del 1939 è il suo scritto Architetture (Milano). Nel 1940 il F. si trasferì in Canada dove, pur continuando i suoi studi sull'abitazione (E. G. Faludi, A study of prefabricated houses, s. 1. 1940), lavorò alla progettazione di numerosi centri commerciali. In Canada svolse una intensa attività nel campo dell'urbanistica e della pianificazione territoriale, elaborando, tra l'altro, il piano regolatore generale per Toronto e successivamente per Peterborough, Stratford, Etobicoke, Terrace Bay, Windsor e Hamilton (in Canadian Builder, VI [1956], 12, p. 27; Journal of the Royal Architectural Institut of Canada, XXIII [1946], II, pp. 279-292). A questo proposito si ricordano alcune pubblicazioni del F.: The township of Niagara area plan, Toronto 1959; A fifteen year programme for the urban renewal of the city of Windsor and its metropolitan area, Toronto 1960; Urbanization: urban planning and renewal in Canada, Washington 1960; Rebuilding a city: the urban renewal of Greater Sault Ste. Marie, Toronto 1961; The future of Timmins: an urban renewal study, Toronto 1967.
II F. morì a Toronto nel 1981.
Fonti e Bibl.: GUR, Relazione al piano regolatore e di ampliamento della città di Padova, in Architettura e arti decorative, VII (1927-28), I, pp. 17-30; P. Marconi, Concorso per il piano regolatore, della città di Brescia, ibid., pp. 251-270; P. Forgo, Új Épitészet (Nuova architettura), Budapest 1928, pp. 152 s.; I. Genthon, F. Jeno, in Magyar Müvészet (Arte ungherese), V (1929), 4, pp. 217-221; E.A. Griffini, Costruzione razionale della casa, Milano 1932, p. 193; Id., Costruzioni a struttura di acciaio. A proposito del concorso indetto dall'Associazione nazionale fascista industriali metallurgici italiani, in Rassegna di architettura, IV [1932], 5, pp. 227-233; G. Pagano-Pogatschnig, Il concorso Falck per progetti di costruzioni a struttura di acciaio, in Architettura, V (1932), 7, pp. 369-383; Architetture pubblicitarie, in Rassegna di architettura, IV (1932), 2, pp. 77-79; Colonia di case per vacanze alla V Triennale di Milano, ibid., V (1933), 7-8, pp. 341-352; Casa di vacanze, in Casabella, VI (1933), 6 pp. 24-27; Rimodernamento di teatri milanesi, in Rassegna di architettura, VI (1934), 4, pp. 144-150; Teatro Excelsior a Milano, ibid., p. 429; Istituto per l'infanzia abbandonata - Lodi, ibid., II, pp. 419-427; Istituto per la fanciullezza abbandonata a Lodi, in Architettura, VII (1934), 12, pp. 727-730; Teatro Lirico a Milano, in L'Architettura italiana, XXIX (1934), 12, pp. 427 s.; Due teatri rinnovati, in Casabella, VII (1934), I, pp. 10-18; Progetto per l'auditorium di Roma, in L'Architettura italiana, XXX (1935), 4, pp. 132-140; Padiglione SNIA Viscosa alla Fiera di Milano, ibid., pp. 115-121; Padiglione rayon alla Fiera di Milano, ibid., pp. 128-131; Il padiglione SNIA Viscosa alla XVI Fiera campionaria di Milano, in Rassegna di architettura, VII (1935), 5, pp. 167-171; Il padiglione dell'"Italrayon", ibid., pp. 176-180; Concorso per il progetto dell'auditorium in Roma, ibid., 12, pp. 434-445; Padiglione del rayon, in Casabella, VIII (1935), 89, pp. 10 s.; Progetto di auditorio in Roma, ibid., 91, pp. 10-13; Padiglione della SNIA Viscosa, in L'Architettura italiana, XXXI (1936), 4, pp. 97-99; La torre del Padiglione SNIA Viscosa, in Rassegna di architettura, VIII (1936), pp. 157-159; V. Pica, Nuova architettura italiana, Milano 1936, ad Indicem; Concorso per il piano regolatore di Aprilia, in Rassegna di architettura, VIII (1938), 6, pp. 206-215; Terrace Bay shopping centre, in Journal of the Royal Architectural Institut of Canada, XXVI (1949), 9, p. 268; Humber Valley Village East. shopping centre, ibid., p. 270; F. Merényi, 1867-1965. Cento anni di architettura ungherese, in Quaderni di documentazione dell'Accademia d'Ungheria in Roma, VII (1965), I, p. 72; Materiali per l'analisi dell'architettura moderna. La prima esposizione ital. di architettura razionale, a cura di M. Cennamo, Napoli 1973, p. 114 e passim, figg. 41-52; G. Ciucci, Gli architetti e il fascismo. Architettura e città 1922-1944, Torino 1989, ad Indicem; F. Brunetti, Architetti e fascismo, Firenze 1993, ad Indicem; Dizionario enciclopedico di architettura e urbanistica, II, Roma 1968, pp. 311 s. (s.v. Faludi, Eugenio); Macmillan, Encyclopedia of architects, II, New York 1982, p. 39 (s.v. Faludi, Eugenio Giacomo).