SCHNEIDER, Jacques
Ingegnere, della famiglia fondatrice delle celebri officine del Creusot, nato a Parigi il 25 gennaio 1879, morto a Beaulieu-sur-mer, il 1° maggio 1928. Dedicatosi allo sport, ma principalmente all'aeronautica, pilota di pallone sferico, poi di aeroplano, conquistò parecchi primati. Fu presente come attore, e spesso come munifico mecenate, in molti avvenimenti sportivi di grande importanza.
La coppa Schneider. - Nel 1913 lo Sch. pose in palio una coppa per una competizione di velocità pura per idrovolanti, da corrersi annualmente, e assegnabile definitivamente a quella nazione che se la fosse aggiudicata per due anni consecutivi. Questa competizione, corsa dapprima con velivoli e motori normali, poi con velivoli appositi e motori spinti, acquistò in breve tanta importanza, per lo straordinario impulso che la gara dava al perfezionamento delle costruzioni aviatorie, e in special modo a quella dei motori, che i governi dapprima appoggiarono validamente le ditte competitrici del proprio paese, poi essi stessi la finanziarono e la organizzarono direttamente. Quando, col progressivo accrescersi della potenza a bordo, e quindi con le alte velocità che ne derivarono, la preparazione del personale e dei velivoli divenne estremamente costosa e difficile, la coppa Schneider ebbe luogo biennalmente. Essa ha dato la maggiore spinta alla realizzazione delle grandi velocità, nelle quali l'idrovolante sorpassò l'aeroplano terrestre, benché questo, sotto il punto di vista delle cosiddette resistenze passive (uno dei maggiori ostacoli all'aumento della velocità), meglio si sarebbe prestato. Ciò poté fare l'idrovolante perché era più facile trovare in un bacino idrico la vastissima superficie necessaria alla corsa per l'involo e a quella per l'arrivo. I risultati raggiunti, sinteticamente rappresentati nell'annesso diagramma, imposero di spingere agli estremi limiti le possibilità dei materiali e dei piloti, non senza il sacrificio di uomini e di macchine. Il pilotaggio dei veicoli per altissime velocità e estremamente difficile nella partenza, nella navigazione e nell'arrivo; fenomeni nuovi e imprevisti si sono manifestati con l'aumento della velocità, che ha notevolmente superato la metà di quella del suono: i tecnici dovettero risolvere problemi gravissimi di resistenza di materiali, di termodinamica e di aerodinamica, problemi che furono trattati a fondo nel Convegno Volta organizzato dalla Reale Accademia d'Italia nel 1935
La competizione ha poi dato modo di stabilire, con i velivoli costruiti per essa, primati che, per cause varie, non era stato possibile raggiungere durante la corsa: nel diagramma essi sono rappresentati con la linea punteggiata a lato a quella piena: entrambe stanno a indicare con le ordinate la potenza che è stata necessaria per ottenere la velocità segnata nelle ascisse. L'Italia, che pure detiene il primato assoluto di velocità (1934: km/ora 709,209) con velivoli e motopropulsori preparati per la coppa, durante l'ultima corsa per questa, non potè conseguire la vittoria per circostanze fortuite.