GONČAROV, Ivan Aleksandroviǩ
Romanziere, nato a Simbirsk nel 1812, morto a Mosca il 15 settembre 1891. La sua infanzia nella agiata casa paterna (il padre era un mercante) trascorse facile e semplice tra lo studio e le fantasticherie di carattere romantico. Finita l'università si recò a Pietroburgo, dove cominciò la sua lunga carriera d'impiegato, interrotta solo due volte, nel 1852-54, per un viaggio intorno al mondo sulla fregata Pallada, e nel 1862-63, per occupare il posto di redattore capo del giornale governativo Severnaja Počta.
La vita dello scrittore e la sua opera possono considerarsi come un reciproco commento. Infatti, la stessa scarsezza di avvenimenti esteriori e lo stesso atteggiamento spirituale caratterizzano lo scrittore e i non numerosi eroi dei suoi romanzi. Ciò riguarda soprattutto i primi due dei tre grandi romanzi a cui la fama di Gončarov è legata: Obyknovennaja istorija (Una storia comune) e Oblomov. Nel terzo di essi, Obryv (Il burrone), questo carattere va in parte perduto, perché centro essenziale dell'azione non è più, come nei due precedenti, lo stato d'animo e la concezione della vita propria dello scrittore. Fu, forse, questa diversità una conseguenza dello sforzo dello stesso scrittore di seguire le correnti sociali contemporanee, allontanandosi da quella costante rievocazione del passato che forma il fascino di Oblomov. La lentezza però con cui egli non solo condusse a termine le sue opere, ma prestò ascolto alle voci del tempo, rese vano questo sforzo.
Il legame tra le tre opere è evidente, e se a noi può sembrare oggi strano che l'entusiasmo con cui fu accolto Oblomov si dovesse soprattutto alla figura di Stolz, simbolo dell'attività di fronte all'inerzia dell'eroe centrale - che è artisticamente un ritratto perfetto, mentre l'altro è in buona parte artificioso - ai tempi in cui l'opera apparve esso era più che spiegabile, perché erano tempi di pieno fermento di rinnovazione e di fede nel futuro. La stessa cosa si può dire di Una storia comune, col suo contrasto, così caratteristico del resto nella storia della letteratura russa, tra le due generazioni; e ancor più del Burrone, intorno al quale si svolse una lotta, analoga a quella che si svolse intorno a Padri e figli di Turgenev: da una parte "i figli" che nella figura del nichilista Volochov vollero vedere un attacco ironico contro la loro generazione, e dall'altra "i padri" che, al contrario, vi videro la pittura esatta, sebbene aspra, delle nuove tendenze dirette a spodestarli. Infatti nell'interpretazione e valutazione dell'Oblomov e degli altri due romanzi, è prevalso ai tempi dell'autore, e torna a prevalere oggi, il criterio sociologico. Ne deriva che spesso il loro valore documentario è stato messo in troppa luce, a scapito del carattere e dei pregi intrinseci dell'arte del G. Di quest'arte, la descrizione del viaggio intorno al mondo (Fregata Pallada) può servire a indicare l'essenza e i limiti. G. vi rifugge da tutto ciò che è, o può sembrare, straordinario o eccezionale, per rilevare invece gli aspetti più comuni di genti e paesaggi osservati. Così pure nei suoi romanzi, G. s'interessa soprattutto dei piccoli quotidiani avvenimenti, e vi s'indugia con cura amorosa per ritrarre ciò che vi ha in essi di universale ed eterno. Ma l'arte dello scrittore non è solo in questa capacità che varca i limiti del puro realismo, ma anche nello stile e nella lingua delle sue descrizioni che s'inquadra meravigliosamente nella ricca osservazione dei fenomeni contingenti e immediati.
Oltre i tre romanzi e la descrizione del suo viaggio, G. scrisse altri racconti di minore importanza, e alcuni saggi critici: sulla commedia di Griboedov, Che disgrazia l'ingegno!, su Le memorie di un cacciatore di Turgenev, su Ostrovskij e sul quadro di Kramskoj, Cristo nel deserto. Questi saggi critici sono stati pubblicati postumi. Nel 1924 è stato pubblicato un altro scritto di G. rimasto fino allora inedito: Una storia straordinaria, racconto della contesa con Turgenev; caratteristica dimostrazione del male di cui lo scrittore soffrì negli ultimi anni della sua vita, la mania di persecuzione.
Con l'eroe del principale romanzo di G., Oblomov che, per la perfezione con cui è stato ritratto, è divenuto uno dei più noti della letteratura russa, è legata l'espressione "oblomovismo" (oblomovščina), usata dallo stesso scrittore alla fine del suo libro, e resa popolare da un articolo di Dobroljubov, Che cos'è l'oblomovismo, in cui il critico caratterizza, partendo dalla pittura gončaroviana, l'inerzia, l'apatia e l'infingardaggine della generazione anteriore alle riforme, nutrita e viziata dall'atmosfera della servitù della gleba.
Ediz.: Opere complete: ed. Glazunov, 1884-1887, con un volume suppletivo uscito nel 1889; ed. Marks, 1909-12; nuova ed. Glazunov, 1916. L'articolo Una storia straordinaria in Sbornik publičnoj biblioteki (Raccolta della Bibl. pubblica), II, Pietrogrado 1924; il racconto Un felice errore, nella raccolta "Nedra", X, Mosca 1927. Trad. it. di Una semplice storia (a cura di F. Verdinois), Milano s. d. (nuova ed. Lanciano s. d.); Il burrone (a cura di F. Verdinois), Napoli 1919 (nuova ed. Lanciano s. d.); Oblomov (a cura di E. Lo Gatto con introd.), Torino 1929.
Bibl.: V. G. Belinskij, Vzgljad na russkuju literatura 1847 goda (Sguardo alla letteratura russa del 1847), in Opere (ed. Vengerov), XI; E. A. Ljackij, Gončarov, Žizn′, ličnost, tvorčestvo (G. la vita, la personalità e l'opera creativa), 3ª ed., Stoccolma 1920; id., Roman i žizn′ (Romanzo e vita), Praga 1924; V. E. Evgen'ev-Maksimov, I. Gončarov, Mosca 1925; N. K. Piksanov, Oblomov, art. introd. all'edizione gov. Mosca, 1927; V. F. Pereverzev, sei articoli: Sul problema della genesi sociale della creazione di G., in Pečat′ i revolucija, I-II, 1923; La tragedia della cerazione artistica in G., in Vestnik socialističeskoj akademii, V, 1923; La genesi sociale dell'oblomovismo, in Pečat′ i revolucija, II, 1925; La figura del nichilista in Gončarov, in Literatura i marksizm, I, 1928; L'ontogenesi di Podžabrin, ibid., V, 1928; A. Mazon, Un maître du roman russe. Ivan Gontcharov, Parigi 1914; E. Lo Gatto, L'Oblomov e l'"oblomovismo", in Saggi sulla cultura russa, Roma, Napoli 1923.