Marshall, Isole
Geografia umana ed economica
di Anna Bordoni
Stato insulare dell'Oceania, nel Pacifico centro-occidentale. Secondo una stima, nel 2005 la popolazione assommava a 63.000 ab., di cui poco meno della metà accentrati nella capitale, Dalap-Uliga-Darrit. I marshallesi rappresentano l'88,5% degli abitanti, mentre la principale minoranza è quella filippina.
L'economia è piuttosto modesta e il piccolo arcipelago sopravvive grazie agli aiuti degli Stati Uniti, legati alle M. da un Compact of Free Association (v. oltre: Storia) che, rinnovato nel 2003, prevede tra le altre cose un contributo di 330 milioni di dollari in venti anni in cambio del diritto di continuare a utilizzare la base militare situata nell'atollo di Kwajalein. L'agricoltura è a un livello di mera sussistenza e, solo in parte, destinata all'esportazione (palma da cocco). Un discreto sviluppo ha la pesca e in particolare quella del tonno, praticata su licenza anche da imbarcazioni straniere (cinesi e giapponesi). Nel corso del 2004 è stata chiusa la maggiore delle industrie locali, che era legata alla lavorazione del tonno, ma il governo ne ha acquistato il controllo per riaprirla.
Storia
di Francesca Socrate
Al passaggio del nuovo secolo le isole M. sperimentarono una svolta politica. Infatti nel novembre 1999 l'United Democratic Party (UDP) sostituì alla guida del governo il Kabua Party, il partito del presidente della Repubblica I. Kabua (in carica dal 1997), mentre nel gennaio 2000 quest'ultimo, gravemente compromesso in uno scandalo legato al gioco d'azzardo, venne sconfitto dal leader dell'UDP K.H. Note.
La principale iniziativa politica del nuovo presidente fu rivolta a risolvere la difficile questione dei risarcimenti che gli Stati Uniti dovevano al Paese per i danni provocati alle persone e all'ambiente dai test nucleari degli anni Quaranta e Cinquanta: infatti i pagamenti previsti nell'accordo di libera associazione tra isole M. e Stati Uniti (Compact of Free Association, stipulato nel 1986 e modificato nel 1991) venivano ormai considerati insufficienti, tanto che nel settembre 2000 il governo chiese formalmente al Congresso statunitense una riapertura dei negoziati. I principali punti in discussione, ovvero la data di scadenza per presentare reclami da parte delle vittime, la tipologia dei danni alla salute presi in considerazione e l'ammontare del fondo destinato ai risarcimenti, sembrarono almeno in larga parte risolti da un nuovo accordo di durata ventennale, stipulato nell'aprile 2003 ed entrato in vigore nel giugno 2004, che prevedeva un pagamento totale di 1,539 miliardi di dollari. Nonostante la forte opposizione del partito Ailin Kein Ad (AKA, Le nostre isole), appena costituitosi per iniziativa dei leader dell'opposizione nonché dei principali proprietari terrieri, che accusavano Note di aver accettato dagli Stati Uniti rimborsi inadeguati e di aver compromesso la stessa sovranità del Paese, le elezioni politiche del novembre 2003 vedevano la vittoria dell'UDP (30 seggi, contro i 10 dell'AKA), mentre nel gennaio 2004 Note veniva rieletto presidente, tornando a capo di un nuovo esecutivo. Nel marzo 2005 il Parlamento votava una nuova legge che istituiva un'assemblea costituente per rinnovare la carta costituzionale del 1979.