ISMAELE (ebr. Ishmā‛el "Dio ascolta"; gr. 'Ισμαέλ; lat. Ismael, Ismahel e Hismael)
Figlio di Abramo e della schiava Agar, connubio voluto secondo l'uso patriarcale da Sara, moglie di Abramo senza prole. Ma la schiava incinta disprezzò la padrona sterile e per le ire di questa dovette fuggire nel deserto di Sur. La Bibbia narra che Abramo impose al neonato il nome rivelato da un angelo. A tredici anni il fanciullo fu circonciso con tutta la famiglia da Abramo, che credeva di avere in lui il "figlio della promessa"; ma più tardi egli apprende da Dio che questi nascerà da Sara: tuttavia pure a Ismaele Dio promette ampie benedizioni anche se "la sua mano sarà contro di tutti e la mano di tutti contro di lui".
Nato Isacco, per nuove ire di Sara, Agar, con I. giovinetto, viene a malincuore licenziata da Abramo e costretta a rifugiarsi ancora nel deserto. Dio li salva, e I. si stabilisce nel deserto di Faran, e sposata un'Egiziana diviene padre di dodici figli, eponimi di dodici tribù. Null'altro la Bibbia ci narra d'I., se non che intervenne con Isacco ai funerali del padre e morì a 137 anni.
Le dodici tribù ismaelite, secondo gli sparsi accenni biblici, si estesero nel territorio compreso fra l'attuale Ḥigiāz, la Transgiordania e le steppe del deserto siriaco, mescolandovisi ad altri popoli affini di origine e di vita, cosicché vengono talora designati con altri nomi, come quello di Madianiti. I più importanti epigoni ismaeliti furono i Nabatei, se, come è probabile, fu loro capostipite il primogenito di I., Nabaiot; ma la loro origine è controversa: altri la credono aramea o araba. V. anche arabi: Storia, III, p. 821.