Banca islamica di sviluppo
Sorta nell’ambito della prima conferenza dei ministri delle finanze dell’Organizzazione della conferenza islamica (Oic) nel dicembre del 1973, la Banca islamica di sviluppo (Idb) persegue l’obiettivo del sostegno allo sviluppo socio-economico tanto dei paesi membri quanto delle comunità musulmane esterne ad essi. La fondazione dell’Idb aprì la strada alla diffusione della finanza islamica, che negli anni successivi si sarebbe sviluppata in modo considerevole sull’onda del boom petrolifero del 1973, fino ad arrivare agli oltre 500 istituti di credito islamici attuali.
L’Idb fu la prima banca senza tassi di interesse, in accordo con quanto prescritto dalla Sharia: la Banca non può, infatti, applicare tassi di interesse o commissioni, che il Corano equipara all’usura. I prestiti concessi dalla Banca non devono inoltre finanziare beni e servizi contrari ai precetti dell’islam, considerati settori illeciti.
Nei suoi trentasei anni di attività l’Idb ha erogato prestiti per un valore superiore a 55 miliardi di dollari, destinati a oltre 6000 operazioni. Il capitale della Banca è cresciuto, passando dai tre miliardi di dollari del 1975 agli attuali 44 miliardi e, d’altra parte, la solidità dell’organizzazione è dimostrata dalla circostanza che le maggiori agenzie di rating – come Standard & Poor’s o Moody’s – le assegnano il punteggio massimo di AAA.
Il Gruppo Idb è costituito da cinque sottounità che, oltre alla Banca stessa, consistono nell’Istituto islamico di ricerca e formazione (Irti), nella Società islamica per l’assicurazione degli investimenti e il credito alle esportazioni (Iciec), nella Società islamica internazionale per il commercio e la finanza (Itfc) e nella Società islamica per lo sviluppo del settore privato (Icd). L’Arabia Saudita, oltre a essere la sede dell’organizzazione, con 424.000 azioni e una quota del 26,56% sul totale ne è il paese leader, in quanto tale quota si traduce in un numero di voti pari al 25,6%. Egitto, Libia e Iran detengono, invece, una partecipazione tra l’8% e il 9,4%.
L’Idb ha il quartier generale nella città di Gedda, in Arabia Saudita. Si dirama inoltre internazionalmente tramite gli uffici regionali presenti in Kazakistan, Senegal, Malaysia e Marocco e tramite rappresentanti presenti in altri 12 paesi membri.
L’organo principale della Banca è il Consiglio dei governatori che si riunisce annualmente ed è composto dai delegati di tutti gli stati membri. Nonostante sia il Consiglio di amministrazione a sovrintendere alle attività quotidiane dell’Idb, il Consiglio dei governatori mantiene competenza esclusiva in materia di adesione, sospensione e variazioni di capitale, oltre che per gli accordi con organizzazioni regionali o internazionali. Al fine di adottare decisioni il Consiglio dei governatori deve raggiungere una maggioranza non inferiore ai due terzi dei voti totali.
Afghanistan, Albania, Algeria, Arabia Saudita, Azerbaigian, Bahrain, Bangladesh, Benin, Brunei, Burkina Faso, Camerun, Ciad, Comore, Costa d’Avorio, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Gabon, Gambia, Gibuti, Giordania, Guinea, Guinea Bissau, Indonesia, Iran, Iraq, Kazakistan, Kirghizistan, Kuwait, Libano, Libia, Malaysia, Maldive, Mali, Marocco, Mauritania, Mozambico, Niger, Nigeria, Oman, Pakistan, Palestina, Qatar, Senegal, Sierra Leone, Siria, Somalia, Sudan, Suriname, Tagikistan, Togo, Tunisia, Turchia, Turkmenistan, Uganda, Uzbekistan, Yemen.
Conditio sine qua non per essere ammessi all’Idb è l’appartenenza all’Oic.