Figlio di Alessandro Ianneo e fratello di Aristobulo II, sommo sacerdote giudaico dal 76 al 67 a. C. Dopo la morte della madre, Alessandra Salome, regnò per tre mesi (67) sino a che fu spodestato dal fratello. Fu spinto a rivendicare i suoi diritti dagli intrighi dell'idumeo Antipatro e dall'aiuto armato di Areta III, re dei Nabatei. Intervennero i Romani, e Pompeo, dopo la conquista di Gerusalemme (63), nominò I. etnarca di Giudea, Galilea, Perea e di parte dell'Idumea. Alcuni anni dopo A. Gabinio gli tolse l'ufficio civile di etnarca lasciandogli solo quello di sommo sacerdote, che gli fu riconosciuto più tardi (47) anche da Cesare. Durante la rivolta (40) di Antigono Asmoneo, I. fu da lui mutilato perché divenisse inabile al sommo sacerdozio. Si ritirò quindi in Babilonia, donde tornò (36) su invito di Erode; ma questi lo fece uccidere, timoroso che potesse servire di strumento ai suoi avversarî politici.