BUONDELMONTI, Ippolito
Nacque a Firenze nel 1586, da Ippolito di Manente e da Elisabetta Guicciardini. "Veduto di collegio" cioè estratto, ma inabile a ricoprire la carica, il 10 sett. 1610, nel 1613 fu inviato dalla corte granducale a Vignola presso Francesco d'Este, per trattare il transito delle truppe toscane inviate alla guerra del Monferrato. Tra il 1619e il 1626 fu residente a Milano, dove facevano capo i rapporti di ordinaria amministrazione tra Spagna e Toscana, espletando con "grande abilità e prudenza nelle cose del mondo" (Istruzione del 18 marzo 1629, in Arch. di Stato di Firenze, Mediceo 2631, cc. 477-484)incombenze peraltro di secondaria importanza. Ammesso tra i cavalieri gerosolimitani il 26 ag. 1624e tra quelli di S. Stefano nel gennaio 1628, nel marzo 1629fu inviato come residente a Venezia.
La missione veneziana del B. fu assai più impegnativa e assai meno tranquilla della precedente. Egli doveva infatti sostenere presso la Repubblica il ruolo mediatore che Ferdinando II de' Medici si era assunto nel conflitto per la successione di Mantova, replicando alle profferte veneziane di una lega antispagnola con la proposta di un accordo diretto tra il Gonzaga-Nevers e la corte di Madrid. A questo scopo anzi il B., nell'ottobre 1630, si incontrò sul confine veneto-mantovano con il Gonzaga-Nevers, il quale tuttavia respinse i suggerimenti concilianti dell'inviato toscano.
A Venezia il B. rimase fino al 19 nov. 1631 tenendosi in contatto con gli altri residenti toscani e ragguagliando puntualmente la corte medicea sui problemi e sugli avvenimenti della diplomazia e delle armi in Europa e, come in particolare gli consentiva il suo osservatorio veneziano, in Turchia e in Persia. Tra gli incarichi minori assegnati al B. fu, con la cura degli interessi del governo e dei sudditi toscani presso la Repubblica, la ricerca in Venezia di capimastri per l'arsenale di Pisa.
Nonostante "la diligenza e la vigilanza" che il primo segretario di Stato Cioli gli riconosceva (Arch. di Stato di Firenze, Mediceo, f. 3019 B, c. 173), il B. vide turbata la sua missione da incidenti e vertenze che infine lo indussero a rinunziare alla residenza: un lungo, increscioso contrasto con la potente famiglia Grimani, originato dalle proteste di alcuni mercanti livornesi, i cui vascelli erano stati indebitamente trattenuti a Venezia ad opera degli stessi Grimani; le lamentele del governo pontificio contro il B. per essere stato questo implicato, a quanto pare involontariamente, in un incidente diplomatico tra l'ambasciatore spagnolo e il nunzio a Venezia; infine alcuni debiti contratti dal B., e onorati con grande difficoltà, con la Zecca fiorentina e con la principessa Maria di Mantova.
Diventata così insostenibile la posizione del B. a Venezia, egli ricevette ordine dal granduca "di dare una passata" a Firenze, "per supplire a quello che non si può scrivere" (Ibid., f. 3019, cc. 539 s.):era di fatto il richiamo del B., anche se ufficialmente egli non fu sostituito subito nella residenza veneziana, che rimase vacante sino al 1637.E a questa amara conclusione della vicenda pensava certamente il B. quando, in una lettera del 20sett. 1634(Ibid., f. 2633, cc. 567-583), adduceva a difesa la propria modestia, asserendo di essere sempre stato, nella sua attività diplomatica, "di spiriti così quieti che più tosto ha potuto acquistar titolo di puntual esecutore delli ordini che gli sono stati dati, che di soggetto ch'abbia vivacità e talento tale, da poter dar regole e consigli ad altri".
Morì, ultimo del suo ramo familiare, il 28 nov. 1642.
Fonti e Bibl.: Archivio di Stato di Firenze, Mediceo, ff.1395, 3148-3153, 3155-3160, 3015-3019, 3015a-d, 3019a-b, 3020 a-b, 3082a, 4581, 6395, 2633, 2638-2640; Misc. Med., f.352 n. 2; Carte Bardi IIIs, n.52; Carte Sebregondi,sub voce Buondelmonti; Firenze, Biblioteca nazionale centrale, mss. II, II, 221; II, IV, 543; Gino Capponi, cassetta 6, n. V; Poligrafo Gargani, 408, 417; Fondo Passerini, 186, 63 e 65; A. Cirri, Necrologio fiorentino, IV, c.184; Magliabechiano, cl. XXVI, 140; G. Galilei, Opere (ed. naz.), XV, p. 311; XX, pp. 405-406; G. V. Marchesi, La Galleria dell'onore ove sono descritte le segnalate memorie del Sagr'Ordine militare di S. Stefano P. e M., I, Forlì 1735, pp. 414, 506; M. Del Piazzo, Gli ambasciatori toscani del principato (1537-1737), Roma 1953, pp. 28, 38, 51, 55; P. Litta, Le famiglie celebri italiane,sub voce Buondelmonti, tav.IX.