BACCUSI (Boccusi, Baccusio, Bacchusi), Ippolito
Di origine mantovana, il suo anno di nascita è incerto. Il teorico e compositore cinquecentesco Scipione Cerreto, citato dal Fétis, testimonia che nell'anno 1550 il B. aveva già composto musiche: su questa base alcuni autori moderni, tra cui lo Schmidl, fissano l'anno di nascita del B. intorno al 1530. Sembra d'altronde strano che le sue prime composizioni sicuramente databili siano del 1570; ancora più strano è che per circa quarant'anni il B. non abbia in alcuna maniera lasciato traccia di sé. Per questo la maggior parte delle fonti moderne è orientata più prudenzialmente a posticipare la data di nascita del B. verso il 1550. Niente assolutamente si sa della sua famiglia; anche sulle vicende della sua vita si hanno notizie scarse e spesso contradditorie. Fu eremitano conventuale e, negli anni immediatamente precedenti al 1570, vice maestro di cappella a S. Marco, a Venezia, dove era molto stimato come "Maestro di gorgia", secondo quanto afferma lo Zacconi. La testimonianza dello Zacconi, attendibile, tenendo conto del valore dell'insigne teorico, fa apparire d'altro canto assai poco probabile che verso i diciotto anni il B. ricoprisse già un posto così importante come la vice direzione della cantoria di S. Marco; a noi pare perciò come maggiormente fondata la supposizione che il B. sia nato verso il 1540. Che il B. fosse nel 1570 a Ravenna (non sappiamo però con quali mansioni), si può stabilire con sicurezza, in quanto egli stesso scriveva di lì, il 22 aprile, al segretario del duca di Mantova. Sono di questo anno le prime composizioni del B. di cui si abbia notizia: Missarum cum quinque etsex vocibus. Liber primus (Venetiis, H. Scotus) e Il primo libro de Madrigali a cinque & a sei voci, con doi a sette & otto (Venetia, appresso li Figliuoli di Antonio Gardano). Nel 1572 il B. andò a Verona come maestro di cappella dei signori di Spilimbergo; contemporaneamente ricopriva la stessa carica nella chiesa di Sant'Eufemia. In questo periodo compose Ilsecondo librode Madrigali a sei voci (Vinegia, appresso Girolamo Scotto), che contiene anche una Canzona nella grande vittoria contra i Turchi. Èdifficile ricostruire in quale momento dei seguenti cinque anni il B. si sia trasferito a Venezia. Sappiamo con certezza che egli vi si trovava - abitando nel cenobio di S. Stefano - nel 1577, desumendolo dalla prefazione al volume di Salmi pubblicato nel 1597, in cui il B., rivolgendosi al p. Angelo Rocchense, gli ricorda l'amicizia che venti anni prima li legava a Venezia. Due anni dopo, nel 1579, egli pubblicava il Motectorum cum quinque, sex et octo vocibus. Liber primus (Venetiis, apud Haeredes Francisci Rampazetti) e il terzo libro di Madrigali... a sei voci (Venetia, appresso Angelo Gardano).
Lo Zacconi, nella Seconda Prattica di musica (Venetia 1622 appresso A. Vincenti, p. 84) e nell'Autobiografia (Pesaro, ms. Oliv. 563, c. 9 v.), attesta che nel 1583 il B. era maestro di cappella in Mantova, ove, tra l'altro, insegnò anche allo Zacconi la pratica del "contrapunto alla mente". Nel 1587 e nel 1588 il B. ricopriva ancora la carica di m.o di cappella nel duomo di Mantova, come risulta dalla prefazione al volume di Messe a quattro voci e come risulta anche dalla Autobiografia dello Zacconi (c. 67 r.) ove è fatto preciso riferimento anche al soggiorno veneziano del B. (si veda al proposito anche la c. 67 v.); in quel periodo, e precisamente nel 1585, egli pubblicava a Venezia, coi tipi di G. Vincenti e R. Amadino, un Missarum cum quinque, sex, & octo vocibus. Liber secundus. È invece del 1587 Il quarto [ed ultimo] libro de Madrigali a sei voci,per molti dei quali il B. si valse, come testo, di alcuni fra i più celebri sonetti del Petrarca. La dedicatoria di questo volume, pubblicato dal Gardano a Venezia, reca la data del 15 giugno 1587:nel Die Musik in Geschichte und Gegenwart,invece, la pubblicazione di quest'opera è posticipata al 1588, per un probabile errore nella valutazione del calendario veneto. Di questo anno è invece Il primo libro delle Messe a quattro voci (Venetia, appresso Angelo Gardano) e del 1589 il Missarum cum quinque et sex vocibus. Liber tertius, pubblicato a Venezia dall'Amadino. Nella prefazione al secondo volume dei Salmi pubblicati nel 1594e dedicati a Matteo Arigonio, priore di S. Silvestro a Mantova, il B. dichiara di essere stato maestro di cappella in quella stessa chiesa qualche anno prima, ma non specifica esattamente il periodo. Nel 1592 fu pubblicata una raccolta di Salmi a cinque voci, Sacra omnium solemnitatum Pkalmodia Vespertina cum Cantico B. Virginis..., a Venezia dall'Amadíno, dedicata da quattordici compositori italiani, più un anonimo, al loro grande contemporaneo, Palestrina; fra questi, oltre a G. M. Asola, C. Porta, G. Croce e G. G. Gastoldi, si trova anche il Baccusi. Nello stesso anno egli si recava a Verona, dove rimase fino alla morte, come maestro di cappella del duomo. Quasi tutti gli autori moderni sono concordi nel far risalire al 1592l'inizio di questo suo ultimo periodo di attività; il Sala, invece, lo anticipa al 1590. Comunque, a partire dal 1593, anche i dati desunti dalle prefazioni delle sue opere confermano che il B. non lasciò più Verona. È appunto del 1593 il Missarum cum quinque et novem vocibus... Liber quartus (Venetiis, apud Angelum Gardanum). L'anno seguente la sua produzione fu particolarmente copiosa: appartengono infatti al 1594 Il primo libro de Madrigali a tre voci (Venetia, appresso Ricciardo Amadino), Psalmi omnes qui in Vesperis a Rom. Eccl. decantantur. Cum Cantico B. Virginis. Quatuor vocibus concinendi... Liber secundus (ibid.) e Psalmorum qui a Sancta Romana Ecclesia, ut plurimi in Vesperis decantantur triplici distinctorum ordinis. Cum Cantico B. Virginis quatuor concinendorum vocibus... Liber III (Veronae, apud Franciscum a Donnis).
Di estremo interesse è la prefazione al terzo volume dei Salmi, nella quale il B., oltre a citare un suo primo libro di Salmi, rimasto probabilmente inedito, giustifica il fatto di aver optato per le quattro anziché per le cinque o più voci, per ovvi motivi di chiarezza, dichiarando apertamente la sua derivazione dalla grande scuola veneziana di Willaert, Jachet, Phinot e Morales.
Il periodo che va fino al 1597comprende esclusivamente opere di carattere sacro. Il B. pubblicò infatti nel 1596a Venezia presso l'Amadino Missae tres... cum octo vocibus e Sacrae Cantiones, Psalmi videlicet, et omnia quae ad completorium pertinent, quinque vocibus, e, nel 1597, un Magnificat a quattro voci e Psalmi omnes qui a Romana S. Ecclesia in solemnitatibus ad Vesperas decantari solent, cum duobus Magnificat,... cum octo vocibus.
La dicitura "... tum viva voce, tum omni instrumentorum genere, cantatu commodissimi", presente nel frontespizio sia delle Messe del 1596, sia dei Salmi del 1597, conferma che il B. aderì alla pratica tipica della scuola veneziana, unendo le voci agli strumenti; ebbe tuttavia cura, più degli altri, di creare un giusto equilibrio fra le due entità sonore, in modo che gli strumenti non soverchiassero le voci, o viceversa.
Dei seguenti otto anni si sa soltanto che il B. continuava ad esercitare la sua carica di maestro di cappella presso il duomo di Verona. Al 1605appartiene infine l'ultimo gruppo delle sue composizioni: una Messa a otto voci del 5° tono e il secondo libro di Madrigali a tre voci, che ha per testo la canzone Vergine bella del Petrarca e si intitola appunto Le Vergini (Venetia, appresso Ricciardo Amadino).
Non tutte le opere del B. sono state pubblicate. Di queste, molte composizioni singole si trovano in miscellanee dell'epoca. Ad esempio, il Fronimo di V. Galilei (Vineggia, Herede di Girolamo Scotto, 1584) contiene, tra musiche di Palestrinà, O. di Lasso, C. de Rore, Verdelot, Willaert e molti altri, anche quattro composizioni del Baccusi. Altre raccolte comprendenti musiche del B. sono: Harmonia celeste... nuovamente raccolta per Andrea Pevernage (Anversa, appresso Pietro Phalesio & Giovanni Bellero, 1583: contiene il madrigale a sei voci Poi che il mio largo pianto); Symphonia angelica... nuovamente raccolta per Huberto Waelrant (Anversa, appresso Pietro Phalesio & Giovanni Bellero, 1585: contiene i madrigali Felice in braccio, a quattro voci, Ioson bella e delicata e Il solse parta, a cinque voci); Fiori musicali a tre voci (Venetia, presso G. Vincenti, 1587: contiene il madrigale Deh torna a me mio Sol); Melodia olympica... raccolta da Pietro Philippi inglese (Anversa, appresso Pietro Phalesio & Giovanni Bellero, 1591: contiene il madrigale a quattro voci Questo è quel chiaro); Il Trionfo di Dori (Venetia, appresso A. Gardano, 1592: contiene il madrigale a sei voci Un giorno a Pale sacro,su testo di D. Maurizio Moro); Madrigali pastorali... intitolati Il buon Bacio (Venetia, appresso A. Gardano, 1594: contiene il madrigale a sei voci Fuggendo i rai, su testo di Lodovico Galeazzi); I diporti della villa in ogni stagione... (Venetia, appresso A. Gardano, 1601: contiene un ciclo di cinque madrigali, a una, due, tre, quattro e cinque voci, dedicato all'autunno). Per gli altri libri contenenti musiche del B., si vedano l'Eitner e il Vogel citati nella bibliografia.
Egli scrisse anche un trattato teorico, Regulae spiritualis melodiae, seu Liber spiritualium cantionum,pubblicato postumo ad Anversa dal Phalèse nel 1617.
Il B. morì a Verona nel 1609.
Mentre nella pratica vocale e strumentale insieme il B. si rivela aperto verso le tendenze più vivaci della scuola veneziana, nello stile più propriamente a cappella egli ci appare piuttosto un conservatore che un innovatore. Oltre che fare parco uso del cromatismo, il B. dimostra una spiccata tendenza verso i testi del Petrarca: un autore che, nelle predilezioni dei compositori più progressisti, era stato sostituito dal Tasso e dal Guarini. Anche nel modo di condurre le parti, trattate con imparzialità e con scarso senso armonico, il B. fa sentire evidente l'impronta villaertiana, sensibile specialmente negli episodi iniziali dei madrigali, mentre gli episodi centrali se ne discostano per un impiego, talora assai accentuato, di note a valori brevi e brevissimi. Seguendo l'esempio gabrieliano, il B. amò anche scrivere componimenti d'occasione, intesi a celebrare fatti clamorosi dell'epoca, come la battaglia di Lepanto, e godette, in vita, di larga ammirazione.
Bibl.: G. B. Martini, Esemplare, o sia saggio fondamentale pratico di contrappunto fugato, Bologna 1775, parte 2, p. 74; G. Baini, Memorie storico-critiche della vita e delle opere di Giovanni Pierluigi da Palestrina, Roma 1828, I, p.116 n. 191; II, p. 237; P. Scudo, Critique et littèrature musicale, Paris 1856, pp. 39 s.; G. B. C. Giuliari, Della musica sacra in Verona, Firenze 1873, p. 3; A. Sala, I musicisti veronesi (1800-1879). Saggio storico-critico, Verona-Padova 1879, p. 8; K. F. F. Crysander, Lodovico Zacconi als Lehrer des Kunstgesanges, in Vierteljahrschrift für Musikwissenschaft, X (1894), pp. 537-539; D. A. Perini, Bibliographia Augustiniana, Firenze 1931, pp. 72-75; A. Bertolotti, Musici alla corte dei Gonzaga in Mantova dal secolo XV al XVIII, Milano s. d., p. 71; R. Eitner, Bibliographie der Musiksammelwerke, Berlin 1877, p. 393; E. Vogel, Bibliothek der gedruckten weltlichen Vocalmusik Italiens aus den Jahren 1500-1700, I, Berlin 1892, pp. 48-50; Répertoire international des Sources Musicales, I, München 1960, v. Indice; F. Fétis, Biographie univers. des musiciens, II, Bruxelles 1835, p. 4; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, I, pp. 257 s.; C. Schmidl, Diz. universale dei musicisti, I, p.89; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, I, coll.901-903; G. Grove's Dict. of Music and Musicians, I, London 1954, p. 284; Dizionario Ricordi della Musica e dei Musicisti, Milano 1959, p. 80; Riemanns Musik Lexikon, I,Mainz 1959, p. 68.