iperlipemia
Aumento del colesterolo o dei grassi (triacilglicerolo) nel sangue (o di entrambi), associato a un aspetto lattescente del plasma dovuto alla presenza dei chilomicroni. L’i. patologica si distingue da quella fisiologica dopo pasto grasso (che raggiunge il massimo circa 4 ore dopo mangiato), perché ha concentrazioni di lipidi nel sangue al di sopra di 900 mg/100 ml anche a digiuno. Le cause sono alterazioni enzimatiche nel metabolismo lipidico e nella loro utilizzazione periferica, a vari livelli e nei diversi organi. L’i. viene considerata il principale fattore di rischio per lo sviluppo dell’aterosclerosi; è uno dei parametri di valutazione per la presenza di sindrome metabolica. I. idiopatica splenomegalica: è una malattia familiare da accumulo di lipidi con ipercolesterolemia e presenza di xantomi tuberosi sulla cute, epatosplenomegalia, arteriosclerosi diffusa, neuropatia centrale e periferica. I. da ritenzione: i. conseguente a prolungata permanenza di grassi in circolo, per deficit dei meccanismi metabolici del loro smaltimento (come nel diabete e in alcuni deficit enzimatici epatici). I. familiare: i che comporta la formazione di lipomi nelle guaine dei tendini e nelle articolazioni.