IOBATES
(᾿Ιοβαᾒτης). − Re di Licia, legato alle vicende del regno di Acrisio e alla leggenda di Bellerofonte.
Acrisio aveva cacciato da Argo il fratello gemello Proetos che si era rifugiato presso Iobates. Questi gli dette in moglie la figlia ed organizzò una spedizione per restaurarlo sul trono; tale spedizione si concluse con un compromesso per cui Acrisio restò signore di Argo e Proetos ebbe Tirinto. Quivi giunse Bellerofonte come ospite e la regina Antheia se ne invaghì. Essendosi Bellerofonte rifiutato di tradire l'ospitalità, Antheia (detta anche Stenebea) lo accusò a Proetos di aver tentato di sedurla. Questi allora inviò Bellerofonte al suocero I. pregandolo segretamente che, non appena fosse giunto, lo uccidesse. I. volle prima metterlo alla prova e, avendo Bellerofonte vinto tutte le prove, lo accolse nella sua casa, gli dette in moglie l'altra sua figlia Alcimenea (detta anche Philonea, Anticlia, Cassandra) ed alla sua morte gli lasciò il regno.
Le raffigurazioni vascolari presentano sempre I. in atto di ricevere Bellerofonte accompagnato da Pegaso o di assistere alle prove cui l'eroe venne sottoposto.
Un vaso da Capua, già nella Collezione Hope, presenta I. in piedi, presso di lui Atena appoggiata a lancia e scudo, e Bellerofonte su Pegaso in atto di abbattere la chimera.
Un cratere da Eton, già nella Collezione Hope, illustra un momento anteriore del mito, la presentazione di Bellerofonte con Pegaso a I., assiso in trono con scettro. Analogamente su un'anfora a figure rosse di Vienna, I. compare assiso in trono con scettro, vestito della veste asiatica con berretto frigio in atto di leggere la lettera di Proetos alla presenza di Bellerofonte. La presentazione di Bellerofonte a I. è anche oggetto della rappresentazione di un cratere del museo di Bonn. I. è ritratto in piedi con lo scettro in una mano e la lettera di Proetos nell'altra e Bellerofonte è in piedi dinanzi a lui con lancia e reggendo per le briglie Pegaso.
Bibl.: Hom., Il., VI, 169; Diod., VI, 7, 8; Sophocl., Trag. perd. (in Nauck, Frgm. Gr. Trag., 275 s.). Vaso da Capua: S. Reinach, Rùpert. des vases peints grecs et étrusques, Parigi 1924, II, p. 279. Cratere di Eton: S. Reinach, op. cit., II, p. 318. Cratere di Bonn: S. Reinach, op. cit., I, p. 287.