INULINA (o Helenina, Alantina, Meniantina, Dahlina, Sinanterina, Sinistrina)
Carboidrato amilaceo (formula [C6H10O5]n) così chiamato perché ricavato la prima volta dall'Inula helenium (v. inula). Fu distinto dall'amido, al quale assai rassomiglia, da V. Rose nel 1804. Il nome d'inulina le fu dato nel 1811 da T. Thomson. Si trova nelle parti sotterranee di molte piante del genere Compositae, Lobeliaceae, Campanulaceae, ecc. Così p. es. nelle radici del Taraxacum officinale, dell'Inula helenium, della Carlina acaulis, del Cichorium intybus, come pure, nei tuberi della Dahlia, dell'Helianthus tuberosus, ecc. Ha l'aspetto di polvere fina, granulosa, amidacea, bianca, costituita da sfero-cristalli.
A differenza dell'amido si colora in giallo invece che in azzurro con la soluzione di iodio. Riduce la soluzione ammoniacale d'argento, ma non il liquido di Fehling. Differisce inoltre essenzialmente dall'amido perché per idrolisi non dà glucosio ma levulosio. Fatta bollire con resorcina e con acido cloridrico, manifesta un'intensa colorazione rossa (reazione di Selivanov) che è caratteristiea per il levulosio e per tutti i polisaccaridi che per idrolisi dànno levulosio. L'inulina è poco solubile nell'acqua fredda, ma si scioglie assai facilmente in quella bollente; per raffreddamento non dà però colla. È insolubile nell'alcool e nell'etere. Non ha sapore né odore. La sua soluzione acquosa è levogira [α]D = da − 39° a − 40°. Serve per preparare levulosio molto puro e anche per la confezione di alimenti farinacei per diabetici, perché non è trasformata in zucchero dai fermenti fisiologici e quindi neppure dalla ptialina della saliva e dalla tripsina del succo pancreatico.