INTRA (A. T., 20-21)
Importante centro della provincia di Novara (Piemonte), situato sulla sponda destra del lago Maggiore, a 202 m. s. m., allo sbocco della valle percorsa dai Rii S. Giovanni e S. Bernardino, sul Quaternario compreso nell'ultimo tratto dei due fiumi, potentemente arginati. Si è andato estendendo verso l'interno, fino quasi a raggiungere l'agglomerato industriale di Trobaso (m. 250), bell'esempio di centro di strada. Numerosi ponti, tra cui meritevole di menzione quello recente, in cemento armato, per il passaggio della tramvia Omegna-Intra, permettono di comunicare con Pallanza a SO., con i centri di collina di Arizzano comune, ecc., e con i centri rivieraschi (Ghiffa) a NE. Il centro ha grande importanza dal lato industriale e delle comunicazioni: da esso partono le strade per Locarno, per le valli del S. Giovanni e del S. Bernardino, per Pallanza, Fondo Toce e Gravellona; una tramvia elettrica per Omegna (km. 20); una ferrovia elettrica per Premeno, di valore turistico (aperta nel 1926, a scartamento ridotto, dislivello di circa 600 m. su di un percorso di soli 14 km.). Intra è nel tempo stesso uno degli scali più importanti del lago, con un comodo porto, servito da linee regolari di navigazione per Locarno, Laveno, Stresa, Arona, ecc. Il centro contava 9194 persone nel 1931, con un forte aumento rispetto al 1871 (4821 ab.).
Il comune è stato ampliato con l'aggregazione degli ex-comuni di Arizzano Inferiore, Trobaso, Zoverallo (27 ottobre 1927), e Unchio (28 marzo 1929): ha una superficie di 11,96 kmq. e una popolazione al 1931 di 13.892 ab. (1921: 12.497). Notevole la sua importanza industriale; nel 1927 vi erano 349 esercizî con 5667 addetti. Prevalgono le industrie cotoniere, i cappellifici, i nastrifici, le industrie meccaniche, dei dolciumi.
Storia. - Nella valle intrasca ebbero possesso, nell'alto Medioevo, alcuni monasteri regi di Pavia e di Arona; la pievania di S. Vittore (diocesi di Novara) compare nei documenti fin dal 916. L'Impero riconosceva la signoria su Intra e sua valle alla potente casata dei conti di Castello, confermandogliela nel 1152. Ma nell'azione svolta dalle città per l'assorbimento dei contadi rurali, anche il comune di Novara riusciva, sul principio del sec. XIII, a farsi cedere dai De Castello tali diritti. Ribellatisi in seguito, essi giuravano, con i loro antichi sudditi di Pallanza e Intra, fedeltà al comune di Vercelli (1222). Ripreso alfine il dominio, il comune di Novara, anche per rompere la compagine infida e suscitare la secolare rivalità di Pallanza, fondava nel 1270 il borgo di S. Ambrogio, incorporato ora nell'abitato di Intra, e lo popolava di numerosi elementi della valle, privilegiandoli in confronto degli stessi originarî abitanti del capoluogo. Intra ebbe sempre vincoli stretti con Milano, sia per le vicende politiche sia per le correnti del commercio che seguivano le economiche vie d'acqua. I negozianti oriundi da Intra e terre vicine tenevano, nel sec. XVIII, quasi il monopolio della vendita del vino, e gran parte del commercio del legname in Milano. Intra, che già aveva nel Medioevo l'industria del vetro, divenne più tardi grosso centro manifatturiero; ma fu specialmente con l'emigrazione che quella razza tenace dette fama al luogo natio e mantenendo contatti con la borghesia di Milano, di Novara, e di Torino, favorì anche in Intra il diffondersi di idee nuove e le intese per la riscossa nazionale.
Bibl.: V. De Vit, Il Lago Maggiore, Notizie storiche, voll. 4, Prato 1877; C. Müller, Possedimenti del Monastero vecchio di S. Maria di Pavia in Valle Intrasca, in Archivio Storico Lombardo, s. 3ª, XIX, 1903, p. 126; id., Fondazione del borgo di S. Ambrogio per opera dei Novaresi, ivi, XX, 1903, p. 5; id., Gli Statuti delle Comunità d'Intra, Pallanza e Vallintrasca, ivi, s. 4ª, XX, 1913, p. 315.