intermodalita
intermodalità s. f. – Particolare tipo di trasporto multimodale, che utilizza cioè due o più modi di trasporto, in cui l’unità di carico è standardizzata, non subisce rotture nel suo percorso dall’origine alla destinazione e non utilizza moduli di supporto (nel qual caso si parla di trasporto combinato). La standardizzazione dei carichi (soprattutto la diffusione del container) ha avviato lo sviluppo dell’i. già dalla metà degli anni Ottanta del secolo scorso. Essa consente di utilizzare in maniera ottimale le caratteristiche delle singole modalità (ferroviaria, stradale, marittima, idroviaria) pur richiedendo strutture con attrezzature idonee per il trasferimento rapido tra una modalità e l’altra (interporti, porti specializzati, piattaforme logistiche multimodali). L’i. è stata considerata, soprattutto nelle politiche dell’Europa comunitaria, come una delle possibili soluzioni alla congestione del traffico merci su gomma, poiché prevede l’utilizzo primario del mezzo ferroviario e idroviario (vie navigabili interne e autostrade del mare). I vantaggi del trasporto intermodale si concentrano sulla riduzione dei costi del ciclo del trasporto e sul minor impatto ambientale derivante da un minor utilizzo del trasporto stradale. Tuttavia restano i vincoli abbastanza evidenti relativi alla distanza (che, per rendere economico il trasporto intermodale, dovrebbe essere superiore a 500 km) e alla tipologia di carico (merci non povere) che deve, comunque, sopportare i costi della movimentazione. Grazie alla modernizzazione di molti porti, alla diffusione sul territorio continentale di interporti e di centri logistici, il trasporto intermodale si è andato consolidando nel corso del primo decennio del 21° secolo e rappresenta la spina dorsale del trasporto a medio-lungo raggio rispondendo perfettamente alla necessità di assicurare trasferimenti rapidi ed efficienti al sistema degli scambi nell’economia globalizzata.