instanza
È latinismo scolastico (instantia traduce il termine aristotelico ἔνστασις), il cui significato tecnico è argomento sillogistico mirante a rovesciare la conclusione di un sillogismo formulato da un contraddittore e, più genericamente, obiezione a riprova della tesi dell'obiettante.
Il termine è della logica aristotelica e da essa traeva il suo significato specifico (cfr. Arist. An. pr. 26, 69b 37 ss. " Instantia autem est propositio propositioni contraria ", e Alb. Magno An. pr. II VII 7 " instantia dicitur duobus modis. Uno quidem modo... propositio instans absolute considerata. Alio modo ipsa ratio per quam probatur talis propositio et concluditur... elenchus... est secundum quod syllogizat oppositum respondentis, instantia autem secundum quod syllogizat oppositum prius conclusae propositionis. Dicamus igitur quod instantia est propositio propositioni contraria, ita quod per contrariam intelligantur vere contraria et opposita per contradictionem ".
Il termine compare due volte: in Cv IV XXII 10 chiamare animo l'appetito sensitivo, qui non ha luogo, né instanza puote avere, dove D. vuol dire che l'affermazione o tesi del suo ipotetico contraddittore non solo non può aver luogo ma neppure ha ‛ argomento a riprova ' che regga a una possibile argomentazione contraria. In Pd II 94 (Da questa instanza può deliberarti / esperïenza) è ancora in riferimento all'argomento (vv. 91-93) opposto alla tesi di Beatrice e che ne dovrebbe vanificare le conclusioni. Nelle opere latine sono ritornanti le formule nec vale' instantia (Mn II V 23), instantia nulla est (§ 26), inutilis est instantia (III VII 4).