Inquisizione
Il tribunale della Chiesa cattolica per processare gli eretici
L'Inquisizione era uno speciale tribunale ecclesiastico che giudicava i reati contro la fede (cioè le eresie). Ebbe origine nella prima metà del 13° secolo, quando il papa delegò i propri poteri in materia ad alcuni giudici da lui nominati: gli inquisitori. Questi processavano gli eretici, determinando la gravità delle loro colpe e stabilendo le pene, in genere spirituali, quando gli eretici si pentivano. Nel caso non si pentissero c'era la condanna a morte, di norma eseguita dalle autorità statali. Alla fine del 15° secolo venne istituita la prima Inquisizione stabile centralizzata, quella spagnola, cui seguirono nel secolo 16° secolo l'Inquisizione portoghese e quella romana
Nel 12° e nel 13° secolo si diffuse in Europa l'eresia dei catari, i quali, in polemica contro la Chiesa, predicavano un rinnovamento morale fondato su una netta opposizione tra bene e male, spirito e materia. La predicazione dei frati domenicani e francescani e i processi condotti dai vescovi non furono sufficienti ad arrestare l'eresia, che in Francia venne repressa con una crociata (1208-26). Anche la Chiesa divenne intollerante: il papa e l'imperatore stabilirono pene più severe contro i catari, compresa la pena di morte. Il papa inoltre nominò, nel 1231 in Germania e subito dopo in Italia e Francia, alcuni giudici speciali che dipendevano direttamente da lui: gli inquisitori. Le città non accettarono sempre di buon grado i loro interventi e ci furono alcuni episodi di violenta opposizione. I processi degli inquisitori nella seconda metà del Duecento, pur con poche sentenze capitali, limitarono molto la diffusione del catarismo, che scomparve all'inizio del 14° secolo.
Nei secoli 14° e 15° la repressione dell'eresia si burocratizzò: nacquero i questionari fissi, furono scritti diversi manuali. La competenza del tribunale si estese a nuovi campi: abuso di alcuni sacramenti, bestemmia ereticale, bigamia (avere contemporaneamente due mogli o due mariti), mancato rispetto dell'Ufficio inquisitoriale e soprattutto magia e stregoneria. Si cominciarono a mandare a morte streghe e stregoni con il rogo.
Dopo l'unione delle corone di Castiglia e di Aragona, i reali Isabella e Ferdinando chiesero nel 1478 al papa l'istituzione di un'Inquisizione soggetta al loro controllo per procedere all'unificazione culturale e religiosa della Spagna. L'Inquisizione spagnola era basata su 21 distretti periferici (comprese la Sicilia e la Sardegna) dove operavano due o tre inquisitori, coadiuvati da ufficiali dipendenti e controllati centralmente da un inquisitore generale e dal Consejo de la suprema y general Inquisición. Una rete di comisarios e di familiares copriva tutta la Spagna e le colonie americane.
I gruppi minoritari degli ebrei e dei musulmani, che avevano convissuto nonostante tutto per alcuni secoli con i cristiani, furono obbligati alla conversione o all'esilio. Fino al 1530 circa i processi contro i conversos (gli ebrei convertiti, i cosiddetti marrani), che mantenevano di nascosto idee e pratiche ebraiche, furono molti e molte le condanne a morte e alla confisca dei beni, promulgate durante gli autodafé. L'autodafé (che in portoghese significa "atto di fede") era la cerimonia solenne con la quale gli inquisitori spagnoli proclamavano la condanna degli eretici. Subito dopo alcuni tribunali intervennero duramente anche contro i moriscos, i discendenti cristianizzati dei musulmani.
Alla metà del Cinquecento la repressione colpì alcuni gruppi protestanti e l'arcivescovo di Toledo, sospettato di aderire alle idee della Riforma. Eliminate le manifestazioni più gravi dell'eresia, l'Inquisizione controllò nei secoli seguenti il comportamento quotidiano di tutti i cristiani: bestemmie, proposizioni eretiche, comportamenti contro il sacro vincolo del matrimonio, stregoneria, atti contro il Sant'Offizio. Tra 1560 e 1620 questa attività rappresentò i due terzi del totale. Nel Settecento il Sant'Offizio fu ancora più blando. Oggi si stima che l'Inquisizione spagnola abbia processato circa 200.000 persone e ne abbia messe a morte circa 12.000.
L'attività processuale dell'Inquisizione portoghese si rivolse per tre quarti e in modo continuo al controllo dei marrani, che in Portogallo erano in numero consistente. Nel 1496 gli ebrei furono costretti a battezzarsi e nel 1499 venne loro proibito di lasciare il paese perché il re aveva bisogno di uomini preparati e di tecnici per la conquista dell'impero coloniale. Nel 1536, infine, il re chiese al papa di instaurare l'Inquisizione per dotarsi di un utile strumento di controllo.
Il Sant'Offizio portoghese fu organizzato, in analogia con quello spagnolo, in un Conselho geral, tre sedi distrettuali nella penisola (Lisbona, Évora, Coimbra), una per le Indie e le altre colonie dell'Asia (Goa, in India) e dell'Africa orientale.
Nel Settecento l'Inquisizione perse l'appoggio degli ambienti più qualificati e il marchese di Pombal, il grande ministro illuminato, la riformò ponendola alle dipendenze dello Stato e vietando la persecuzione degli ebrei convertiti. Si calcola che in totale i processati siano stati 44.000, con almeno 2.064 sentenze di morte.
L'Inquisizione romana fu creata nel 1542 per lottare contro la Riforma protestante, che andava diffondendosi anche in Italia e suscitava grandi timori nella maggior parte delle alte autorità ecclesiastiche. Ebbe due organismi centrali: la Congregazione del Sant'Offizio, presieduta direttamente dal papa, e la Congregazione dell'Indice, fondata nel 1571 e diretta da un cardinale. Poco si sa dell'azione effettiva svolta dalle due Congregazioni, a parte alcuni processi contro personaggi famosi per le loro idee filosofiche e scientifiche, come Giordano Bruno, Tommaso Campanella, Galileo Galilei e la pubblicazione di diversi Indici di libri proibiti (Controriforma). Le sedi periferiche dell'Inquisizione romana nel Seicento erano 47, dislocate nell'Italia centrosettentrionale, mentre nel Regno di Napoli operavano principalmente i vescovi. Gli inquisitori erano domenicani e in piccola parte francescani. Particolare importanza ebbero i nunzi apostolici in alcune capitali e i vescovi in tutte le sedi. I tribunali del Sant'Offizio funzionarono con il sostanziale appoggio delle autorità secolari e solo la Repubblica di Venezia riuscì a esercitare un limitato controllo sul loro operato.
La prima grande campagna di repressione venne condotta contro gli aderenti alle idee della Riforma, assai diffuse in Italia con caratteristiche particolari rispetto alle dottrine professate dalle Chiese evangeliche in Europa. Dopo un lento avvio, l'Inquisizione processò ecclesiastici importanti come il cardinale Giovanni Morone, alcuni vescovi e molte persone soprattutto in Piemonte, Lombardia, Toscana, nella Repubblica di Venezia, a Modena e Napoli. Nella Repubblica di Venezia furono inoltre duramente repressi gli anabattisti antitrinitari ‒ che negavano il dogma cattolico della Trinità (Padre, Figlio e Spirito Santo) ‒, ritenuti dalle autorità ecclesiastiche e statali pericolosi sovvertitori dell'ordine costituito.
Negli ultimi decenni del Cinquecento l'Inquisizione cominciò a perseguire sempre di più la magia e la stregoneria, che divennero in seguito i reati predominanti. Questa azione repressiva fu tuttavia molto meno dura della sanguinosa caccia alle streghe che venne organizzata nell'Europa centrale dai tribunali statali cattolici e soprattutto protestanti.
Gli ebrei e gli ebrei convertiti furono processati in Italia in pochi casi, e meno ancora gli aderenti all'Islam. Si può ragionevolmente stimare che l'Inquisizione romana abbia processato in senso stretto da 65.000 a 95.000 persone, mettendone probabilmente a morte da 1.200 a 2.000 circa (l'ultima sentenza capitale nel 1761 a Roma), numeri relativamente inferiori a quelli delle due Inquisizioni iberiche. La Congregazione del Sant'Offizio, competente per tutto il mondo cattolico dopo l'abolizione delle Inquisizioni iberiche all'inizio dell'Ottocento, processò agli inizi del Novecento i modernisti, teologi che volevano rinnovare lo studio della Bibbia e la storia della Chiesa. Nel 1965, alla fine del Concilio ecumenico Vaticano II, è stata sostituita dalla Congregazione per la dottrina della fede, tuttora operante.