Esaossicicloesano, C6H12O6, noto in 9 forme isomere che si distinguono per la disposizione che gli atomi di idrogeno e i gruppi ossidrili assumono rispetto al piano dell’anello dei sei atomi di carbonio; di queste, sette sono otticamente inattive e due otticamente attive. Tra gli isomeri che si trovano in natura, la cis-1,2,3,5-trans-4,6-i. è quello più diffuso: si ritrova nelle piante sotto forma di acido fitico e dei sali di calcio e di magnesio (fitina), come etere monometilico e dimetilico e nel corpo umano (cuore, polmoni, stomaco, rene, fegato ecc.) quale costituente di una classe di fosfolipidi (fosfatidilinositoli); è una sostanza solida, cristallina, incolore, inodore, non igroscopica, di sapore dolce, solubile in acqua, poco solubile in alcol e in glicerina, praticamente insolubile negli altri solventi organici; industrialmente si ottiene per idrolisi dei fitati di calcio e magnesio presenti in alcuni vegetali.
L’i. ha avuto estesa applicazione in terapia accanto ad altri fattori lipotropi (metionina e colina). Attualmente il suo impiego terapeutico è drasticamente ridimensionato. Tra i derivati fosforilati dell’i., l’i.-1,4,5-trifosfato è il più importante per la sua funzione biologica. Infatti, riveste il cosiddetto ruolo di ‘secondo messaggero’ ormonale, essendo in grado di modulare l’attività di un sistema responsabile del rilascio del Ca2+ nel citoplasma localizzato sulla membrana del reticolo endoplasmatico. L’i.-1,4,5-trifosfato si origina dall’idrolisi enzimatica del fosfatidilinositolo-4,5-bifosfato catalizzata dalla fosfolipasi C. Questa reazione costituisce una tappa di una serie di eventi a cascata susseguenti all’interazione degli ormoni con i rispettivi recettori sulle membrane cellulari.
L’inosituria è l’abnorme eliminazione di i. attraverso le urine; è un fenomeno raro che viene osservato in qualche caso di diabete insipido.