infrastrutture
s. f. pl. – In generale, elementi strutturati in modo da intermediare i rapporti fra le diverse componenti di una struttura. In partic., in urbanistica e ingegneria le i. costituiscono gli elementi, o gli insiemi di elementi, in grado di strutturare un territorio in vista delle diverse necessità dei suoi abitanti, ovvero le reti di beni e risorse attraverso le quali un sistema territoriale viene tenuto a un determinato livello di funzionamento ed efficienza dei servizi con la continua manutenzione e riqualificazione dei suoi componenti. Si distingue fra i. hard, le grandi reti fisiche necessarie al funzionamento di una moderna società industriale, e i. soft, le istituzioni necessarie al funzionamento dell’economia, della giustizia, della sanità, dell’istruzione ecc. di un Paese. Si distingue poi fra i. a rete e i. puntuali (spesso interconnesse in qualche modo tra loro). Più in particolare, per le prime, fra i. di trasporto di mezzi e persone, ossia strade e autostrade, ferrovie tradizionali e ad alta velocità, reti fluviali, reti marittime come le cosiddette autostrade del mare ecc., quali quelle denominate TEN-T (Trans European network-transport) e delineate dall'Unione Europea già negli anni Ottanta del secolo scorso, ma anche, alla scala urbana, le ferrovie metropolitane, le piste ciclabili, ecc.; i. energetiche, ossia reti elettriche, gasdotti, oleodotti ecc., quali quelle denominate a livello europeo TEN-E (Trans European network-energy); infrastrutture di distribuzione e trattamento delle acque (acquedotti, fognature, dighe, impianti di depurazione, ecc.); i. di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti solidi (inceneritori, termovalorizzatori, ecc.); i. di telecomunicazione (reti telefoniche, radiofoniche, televisive e informatiche in genere, ma anche servizi postali, ecc., quali quelle denominate, a livello europeo, eTEN, electronic TEN). Le i. puntuali includono invece, per es., ospedali, scuole, tribunali, ma anche stazioni, porti, aeroporti, ecc.; quelle di monitoraggio del clima, del territorio, dei fiumi e dei mari, dei terremoti e altre calamità naturali, incluse le reti GPS (Global positioning system). Di i. urbane (urban infrastructure) si parla in riferimento ai sistemi gestiti a livello comunale (strade, reti idriche e fognature, ma anche parchi, impianti sportivi, biblioteche, ecc.). Per i. verdi (green infrastructure) s’intende tutto ciò che, nelle politiche di gestione territoriale, si riferisce all’ambiente naturale, come, per es., la tutela e l’interconnessione degli ecosistemi, i piani di riuso delle acque meteoriche e di trattamento naturale delle scorie inquinanti, ecc.; ma anche alla funzione ricreativa svolta dalle aree verdi e naturali in genere sia all’interno sia all’intorno delle aree urbanizzate. I sistemi infrastrutturali sono considerati sempre più essenziali per lo sviluppo e la crescita economica, sociale, culturale di città, regioni, nazioni e interi continenti e per rispondere alla necessità di agevolare e razionalizzare la produzione e distribuzione di beni e servizi: di qui il recente, forte sviluppo delle i., caratterizzato da ingenti investimenti iniziali, sia pur giustificati da significative economie di scala. Le i. hanno anche contribuito alla formazione delle identità nazionali o continentali: si pensi, alla scala italiana, per es., alle i. dei trasporti come strade e ferrovie, o a quelle comunicative come radio e televisione; ma anche, in un’ottica allargata all’intera Europa, ai corridoi transnazionali paneuropei definiti in occasione del Consiglio europeo di Essen nel 1994 e poi ridefiniti dal rapporto di Karel van Miert (2003) come i 30 assi e progetti prioritari da avviare prima del 2010. In Italia, con la riforma Bassanini del d. lgs. n. 300/1999 attuata dal governo Berlusconi dal 2001, è stato istituito il nuovo ministero delle Infrastrutture e dei trasporti (MIT), accorpando parte del ministero dei Lavori pubblici con il ministero dei Trasporti, con l’obiettivo di realizzare una crescita sostenibile e recuperare sul ritardo infrastrutturale del nostro Paese, considerato fra le principali cause dei ridotti investimenti, soprattutto stranieri.