infertilità
Incapacità di una coppia di raggiungere una gravidanza dopo un anno di rapporti non protetti. L’i. è un problema che affligge dal 10% al 20% delle coppie in età fertile.
L’i. può dipendere dal partner femminile o da quello maschile. Cause maschili di i. sono riscontrate nel 50% delle coppie non fertili. Nel 10% dei casi non si individua alcuna causa dell’infertilità. Le più importanti cause di i. femminile sono rappresentate da anomalie ormonali, tubariche e uterine. Cause di i. possono essere le amenorree primarie e secondarie, la sindrome dell’ovaio policistico, lo stress, l’endometriosi, le infezioni, i precedenti interventi chirurgici a livello pelvico, le malformazioni uterine, le anomalie cromosomiche, i disturbi immunologici. Una ridotta fertilità maschile può essere il risultato di malattie urogenitali o sistemiche, congenite o acquisite. Cause congenite di i. sono il criptorchidismo, la sindrome di Klinefelter e altre anomalie cromosomiche, l’aplasia completa o focale delle cellule germinali, l’ostruzione o l’assenza congenita delle vie seminali, l’anorchidia. Le cause acquisite di i. comprendono i traumi, la torsione testicolare, le neoplasie testicolari o di altri organi, la chirurgia e la radioterapia, le infezioni dell’apparato genitale, il varicocele, l’ostruzione delle vie seminali, gli squilibri endocrinologici. Altre cause possono essere alcune malattie sistemiche (insufficienza renale, cirrosi, malattie immunologiche, ecc.) o l’esposizione a fattori tossici esogeni (veleni, radiazioni, farmaci, droghe, calore). Nel 60÷75% dei casi non viene riscontrata nessuna causa (i. maschile idiopatica).
La valutazione dell’ i. parte da una accurata raccolta anamnestica. Per l’i. della donna le indagini utili sono i dosaggi ormonali, uno studio microbiologico, l’ecografia, l’isterosalpingografia, l’isteroscopia e la laparoscopia. Nell’uomo l’indagine diagnostica di maggiore importanza è lo spermiogramma, che fornisce informazioni sul volume e la concentrazione del liquido seminale e sulla motilità e la morfologia degli spermatozoi. Altre indagini sono lo studio microbiologico ed ormonale, l’ecografia prostatica e scrotale. L’immunobead test (IBT) ed altri test immunologici si effettuano per evidenziare l’eventuale presenza di anticorpi ‘attaccati’ alla superficie degli spermatozoi, i quali possono interferire con il loro trasporto attraverso le vie genitali femminili o con il processo di fertilizzazione. Questi test possono essere eseguiti sia nel sangue dell’uomo e della donna sia nel liquido seminale, sia nel muco cervicale della donna. Infine, lo studio del cariotipo in entrambi i soggetti coinvolti permette, attraverso un prelievo di sangue, di rilevare eventuali anomalie genetiche.
Se presente una causa specifica è necessario il trattamento della stessa, per es. la correzione chirurgica di varicocele o il trattamento farmacologico nel caso di infezione batterica o virale. Alcune forme di azoospermia ostruttiva si giovano di interventi di ricanalizzazione della via seminale, mentre nei casi di ostruzioni distali del condotto eiaculatore è utile la resezione endoscopica del follicolo ostruito. La biopsia testicolare rappresenta uno strumento diagnostico nella distinzione di azoospermie ostruttive da una insufficienza testicolare primitiva e permette di ottenere spermatozoi per tecniche di fecondazione (➔) assistita. Queste ultime sono l’inseminazione intrauterina (IUI), la fecondazione in vitro con trasferimento di embrione (➔ FIVET), l’iniezione dello spermatozoo nel citoplasma (ICSI). Quest’ultima è la tecnica, applicata dal 1992, che permette a maschi con gravi riduzioni del numero (oligospermie), o della motilità (astenospermie), o con malformazioni (teratozoospermie) degli spermatozoi di diventare padri biologici.