INCURSIONE
. Invasione di gente armata, a scopo di guerra o di rapina, in territorio altrui.
Quando è connessa con altre contemporanee azioni belliche, l'incursione è quasi sempre attuata a considerevole distanza dalla zona di contatto delle forze principali contrapposte. Sono suoi caratteri la subitaneità dell'azione e la temporaneità degli effetti, giacché l'occupazione del suolo nemico può con utilità durare solo per il tempo in cui dura la sorpresa prodotta dall'incursione, il cui intento è quello di disgregare momentaneamente alcuni organi vitali del paese nemico o zone di raccolta di truppe o centri di mobilitazione o depositi di rifornimenti e simili. Conseguentemente s'impiegano i mezzi più celeri di cui si dispone.
Incursioni terrestri. - Per queste incursioni fu sempre usata la cavalleria, oggi congiunta coi mezzi motorizzati.
Le incursioni terrestri sono in uso come procedimento di guerra dai più antichi tempi. Presso gli Assiri le incursioni di grandi masse di cavalleria furono l'elemento essenziale della loro condotta bellica. Cesare accenna che i popoli galli per parare le incursioni della cavalleria dei vicini, formavano abbattute di grossi tronchi d'albero e intrecci di piante giovani, così fitti da riuscire impenetrabili perfino all'occhio dell'aggressore. Celebri furono le incursioni della cavalleria araba. Durante tutto il Medioevo le "cavalcate" a scopo di bottino e d'intimidazione furono il modo abituale di guerra. Con la costituzione dei grandi eserciti moderni le operazioni belliche d'insieme ebbero il sopravvento e le incursioni furono pressoché abbandonate come elemento strategico e solo apparvero in alcune particolari circostanze di guerre rivoluzionarie o a tipo coloniale. Nella guerra di secessione americana si ricordano fra le molte incursioni di cavalleria attuate dalle due parti in lotta, quelle del generale Stuart alla testa di 18.000 cavalli per aggirare l'armata di MacClellan (in tre giorni fu coperta una distanza di 250 chilometri), del generale Morgan che percorse con 2500 cavalli oltre mille chilometri in 24 giorni, del generale Sheridan che scorrazzò nella Virginia per 36 giorni con 10.000 cavalli (ridotti alla fine a poco più della metà per fame, sete e fatiche). Nel 1870, fu lasciata da parte ogni idea di lontane incursioni con grandi masse di cavalli e i Tedeschi si limitarono a spingere a notevoli distanze piccole pattuglie che riuscirono spesso, per la loro stessa audacia, a spargere il panico fra le popolazioni. Nella guerra turco-russa (1877-78) va ricordata l'incursione del generale Gurko a sud dei Balcani, che durò 17 giorni e fu compiuta con 25 squadroni. Nel primo periodo della guerra del Sud Africa (1899-1901) per le speciali caratteristiche della regione e delle forze contrapposte (largo uso di cacciatori a cavallo o fanteria montata) le operazioni ebbero spesso i caratteri dell'incursione in territorio nemico, a scopo d'intimidazione o rappresaglia, con distruzione delle proprietà private e incendî di fattorie, dei quali atti gli avversarî si accusarono reciprocamente in aspre polemiche. Durante la guerra nell'Estremo Oriente (1904-05) i Russi cercarono di utilizzare la loro enorme superiorità di cavalleria per azioni di disturbo sulle retrovie nemiche. si ricordano specialmente le due incursioni condotte dal generale Mitscenko: l'una nel gennaio 1905, compiuta con 66 fra squadroni regolari e sotnie di Cosacchi, e durata dieci giorni, la quale giunse fino ad Inkeu, dove furono incendiati alcuni magazzini e la stazione ferroviaria e si tentò anche l'attacco alla città con squadroni appiedati, ma si dovette poi ripiegare in fretta per sfuggire alla pronta reazione della fanteria giapponese; l'altra compiuta nel maggio 1905 con oltre venti squadroni e sotnie per aggirare al largo lo schieramento nemico, la quale riuscì in otto giorni a catturare convogli, incendiare magazzini, accerchiare piccoli reparti avversarî, spargere il panico in molti luoghi. Distanza percorsa dai grossi nell'una e nell'altra incursione, circa 300 chilometri; notevolmente maggiore per i distaccamenti. I risultati furono però lungi dall'essere risolutivi e, del resto, non pretendevano di esserlo.
In una guerra terrestre fra eserciti moderni, in paesi dotati di mezzi di comunicazione e di trasmissione largamente organizzati, la possibilità di mantenere alle incursioni il segreto, condizione prima del loro successo, è minima. Le incursioni per disorganizzare le retrovie dell'avversario e i centri di vita del nemico e demoralizzare le popolazioni, sono ormai compito specifico dell'arma aerea.
Incursioni navali. - Nel linguaggio corrente si usano designare con questa denominazione certe operazioni di guerra marittima che rivestono caratteri particolari tanto di concezione quanto di esecuzione. Esse si prefiggono cioè un obiettivo locale ben determinato, da offendere con un'azione per quanto possibile rapida e di sorpresa, la quale miri solo ad esso, mentre le navi che le effettuano cercano di schivare ogni incontro con forze nemiche all'infuori di quelle contro le quali l'azione stessa sia eventualmente diretta.
Rientrano in tale novero le operazioni di bombardamento contro obiettivi costieri, nonché quelle altre che si possono tentare contro gruppi di navi da guerra o mercantili costrette, per il loro servizio, a trattenersi o a transitare in zone di accesso relativamente facile, e delle quali si abbiano notizie certe e tempestive.
La potenza offensiva delle navi che saranno destinate ad eseguire le dette incursioni dovrà essere proporzionata all'obiettivo e alle prevedibili offese. Esse dovranno avere tutta la velocità necessaria per arrivare sul posto di sorpresa, compiere l'intera missione nel più breve tempo possibile e sottrarsi alle navi nemiche più forti o numerose che trovassero sul posto o che riuscissero ad arrivarvi in tempo utile contrariamente alle previsioni. A seconda poi della distanza da percorrere e della posizione in cui si trovano le forze navali nemiche, le navi suddette potranno operare la loro incursione da sole, oppure saranno appoggiate a distanza da altre navi di potenza adeguata, che si manterranno, durante l'operazione, in una posizione dalla quale sia loro possibile accorrere a difesa delle prime quando siano minacciate da reparti più forti.
Le incursioni possono essere, per così dire, fine a sé stesse, e cioè mirare unicamente a raggiungere uno scopo offensivo ben determinato nei riguardi dell'obiettivo contro il quale sono dirette, o per fini materiali o per cercare d'influire sul morale delle popolazioni nemiche; oppure si possono proporre un fine riflesso, cioè cercare d'indurre il nemico ad accorrere con tutte le sue forze in difesa dell'obiettivo minacciato e in condizioni tali da dare alle proprie, che si tengano pronte in posizione opportuna, l'occasione di combatterle in condizioni giudicate comunque favorevoli.
La guerra mondiale ci offre alcuni esempî tipici d'incursioni intese sia all'uno sia all'altro fine: le particolari condizioni nelle quali essa è stata combattuta in mare dovevano naturalmente fornire maggiori occasioni del genere alle marine degl'Imperi centrali che non a quelle dell'Intesa, dato che le prime, praticamente bloccate nei loro porti o dentro i loro mari chiusi (Mare del Nord e Adriatico), offrivano un numero molto minore di obiettivi marittimi contro i quali fosse possibile operare nel senso che abbiamo detto. L'esempio forse più tipico ci è offerto dall'azione del 28 agosto 1914, nella quale alcuni incrociatori leggieri e cacciatorpediniere inglesi al comando del commodoro Tyrwhitt, appoggiati a distanza dagl'incrociatori da battaglia dell'ammiraglio Beatty, irruppero di sorpresa nel golfo di Helgoland per attaccarvi le unità leggiere che sapevano trovarvisi in via normale, vi affondarono tre incrociatori leggieri (Köln, Mainz e Ariadne) e alcuni cacciatorpediniere e se ne ritrassero quasi incolumi, mentre le forze principali tedesche, bloccate entro ai loro estuarî dalla bassa marea, non potevano intervenire.
Altri esempî del genere sono costituiti dalle varie e successive incursioni effettuate dagl'incrociatori tedeschi da battaglia sostenuti, oppure no, dalla loro flotta d'alto mare, per bombardare alcuni porti delle coste orientali inglesi, sia, come nel '14 e '15, a semplice scopo d'intimidazione morale, sia, come nel '16, al fine di indurre all'intervento la Grand Fleet inglese attraendola in certe zone nelle quali erano stati predisposti agguati di sommergibili. I primi finirono per provocare la battaglia del Dogger Bank (v.), nella quale i Tedeschi perdettero l'incrociatore da battaglia Blücher, mentre i secondi non sortirono l'effetto sperato.
Ricorderemo infine i varî tentativi della marina austriaca per operare di sorpresa contro le piccole unità che costituivano lo sbarramento antisommergibile del Canale d'Otranto, l'ultimo dei quali, prima ancora di essersi avvicinato alla meta, costò a essa la perdita della nave di linea Szent Istvan.
Incursioni aeree. - Sono le azioni offensive, diurne o notturne, eflettuate con mezzi aerei su centri demografici e industriali, su importanti nodi di comunicazione e su obiettivi militari, terrestri o marittimi. Secondo le idee universalmente diffuse negli ambienti militari, perché un'incursione aerea apporti risultati concreti dev'essere condotta con forti masse di aerei capaci di agire per mezzo di notevoli carichi di materiale bellico.
Durante la guerra mondiale furono effettuate, da parte di tutte le nazioni belligeranti, numerose incursioni sia con velivoli sia con dirigibili. L'uso di questi ultimi, malgrado il valore degli equipaggi, non diede in genere i risultati ripromessi, tanto che anche la Germania, la quale aveva orientato la sua produzione aeronautica prevalentemente nel campo dirigibilistico, ridusse l'uso delle aeronavi all'esplorazione marittima.
Le incursioni aeree austriache furono dirette principalmente sul nodo ferroviario di Mestre, su Treviso e su Venezia. Mestre venne attaccata 42 volte, Treviso 34 e Venezia 26, con numerose vittime tra la popolazione civile e ingenti danni al materiale. Le forze aeree italiane, alla loro volta, negli anni 1915 e 1916, effettuarono incursioni su Gorizia, Fiume e Lubiana. Nel 1917 gli attacchi su obiettivi importanti vennero effettuati "in massa" e furono lanciate sul nemico oltre 100 tonnellate di bombe. Nell'anno successivo le incursioni furono dirette su Zagabria, Fiume, Pola e Vienna, quest'ultima (condotta da Gabriele D'Annunzio) senza carico bellico.
La Germania effettuò le sue incursioni aeree principalmente su Londra e Parigi. Su Londra, dal dicembre 1914 alla seconda metà dell'anno 1918, vennero compiute oltre 50 incursioni con dirigibili Zeppelin e varie con aeroplani. Complessivamente gl'Inglesi, malgrado la formidabile difesa antiaerea e l'abbattimento di un notevole numero di dirigibili, dovettero lamentare la devastazione di molte abitazioni con migliaia di vittime fra la popolazione civile. Su Parigi gli attacchi furono condotti quasi esclusivamente con velivoli che, nel 1918, vennero adoperati soltanto "in massa". Notevoli le incursioni notturne del 31 gennaio, 21 giugno e 16 settembre. Le perdite e i danni furono sensibilissimi: molto deprimente fu la minaccia del probabile ripetersi di tali azioni.
L'offesa aerea francese sul territorio tedesco non fu altrettanto efficace per la mancanza di grandi centri tedeschi nel raggio d'azione degli aeroplani di allora. Gli alleati costituirono nel 1918 in Francia, per le azioni in grande stile, l'Armata aerea indipendente, della quale fece parte un gruppo italiano di squadriglie Caproni Ca 3, dislocato nei pressi di Digione. L'uso di tale primo esempio di armata dell'aria diede luogo ad acerbe recriminazioni francesi, giacché si disse che essa agiva di propria iniziativa su obiettivi qualunque, senza curarsi di attaccare, con azioni a bassa quota, le colonne tedesche che formicolavano sulle linee d'invasione durante le rotte degli eserciti inglese e francese, rotte che lasciavano sgombri da ogni difesa larghi tratti di fronte e avrebbero costituito il principio della rovina degli alleati se i Tedeschi avessero avuto i mezzi per avanzare e gl'Italiani non avessero resistito sul Piave.
È da notare che quasi tutte le incursioni aeree della guerra mondiale, specialmente quelle condotte con aeroplani, ebbero un'efficacia morale rilevante cui, dopo la pace, si vide che non ne corrispondeva una materiale, proporzionata ai mezzi impiegati. Ciò è da attribuirsi principalmente alla mancanza di chiari concetti d'impiego delle forze aeree e alla deficienza delle caratteristiche belliche degli aeroplani d'allora.