impero
Tanti popoli, un unico centro di potere
Per impero si intende un organismo politico costituito da diversi paesi, popolazioni e Stati collocati anche in zone non contigue, in molti casi caratterizzato dalla presenza di razze diverse e culture e lingue non omogenee, ma sempre dotato di un centro politico e di un nucleo nazionale dominante che esercita sull'insieme il comando e il potere supremo. Nell'antichità e nel Medioevo a capo degli imperi vi erano i monarchi, mentre in età moderna e contemporanea imperi sono state anche alcune repubbliche. In senso lato è stato definito impero anche l'insieme degli Stati comunisti soggetti all'Unione Sovietica. Oggi è corrente l'espressione 'impero americano' per indicare il ruolo dominante esercitato dagli Stati Uniti su molta parte del mondo
I primi grandi imperi sorsero nelle regioni del Tigri e dell'Eufrate e del Nilo. Tra essi i maggiori furono quelli degli Assiri e dei Persiani, che ebbero inizio rispettivamente nell'8° e nel 6° secolo a.C.
Le conquiste militari di Alessandro Magno portarono nel 4° secolo alla formazione di un grande impero che aveva il suo nucleo in Macedonia e costituì, dopo la distruzione dell'Impero persiano, uno strumento dell'espansione in Asia e anche in Africa della cultura ellenistica.
Ma il maggiore e più durevole impero del mondo antico sorto in Occidente fu quello romano, le cui origini vanno ricondotte all'opera dell'imperatore Augusto a partire dal 27 a.C.: egli riordinò i grandi territori già conquistati da Roma in età repubblicana, territori che sarebbero stati ulteriormente accresciuti dai suoi successori in Europa, Asia e Africa. I fondamenti della politica imperiale furono la superiorità militare dei Romani, una crescente uniformità amministrativa, la diffusione della cultura greco-latina come cultura egemone, l'allargamento della cittadinanza.
Data la sua estensione, l'Impero venne diviso tra il 3° e il 4° secolo in una parte occidentale e in una parte orientale. Nel 4° secolo l'Impero divenne ufficialmente cristiano e Costantino spostò la capitale principale da Roma a Costantinopoli. Nel 476 l'Impero d'Occidente crollò in seguito alle invasioni barbariche, mentre quello d'Oriente, l'Impero bizantino, sopravvisse fino al 1453, quando venne definitivamente abbattuto dai Turchi ottomani (ottomano, Impero).
Nel Medioevo l'idea dell'impero, sotto la suggestione di un'unione tra l'eredità di Roma e la cristianità, venne fatta rivivere in Europa dapprima dal re dei Franchi Carlomagno, che nell'800 si fece incoronare imperatore dei Romani, dando vita a un impero disgregatosi sotto i suoi successori. Nel 962 l'Impero riprese vita a opera del sassone Ottone I che, incoronato imperatore del Sacro Romano Impero, diede inizio a un organismo il quale ‒ attraverso svariate vicende che finirono per ridurlo a un'entità sempre più indebolita e formale ‒ sarebbe durato fino al 1806, quando venne sciolto da Napoleone Bonaparte.
Nell'7° secolo iniziò la sconvolgente espansione degli Arabi (Islam), i quali, stabilito il proprio dominio dalla Spagna all'Africa settentrionale, all'Asia centrale e all'India, diedero vita a varie forme di dominazione imperiale. Il declino della potenza araba è da ricondursi per un verso alle crociate (11°-13° secolo) e per l'altro al costituirsi dell'Impero turco-ottomano (13°-14° secolo).
L'Asia fu il continente dove si ebbe la maggiore formazione di grandi imperi e il potere imperiale assunse la forma di quello che è stato definito il dispotismo asiatico, per indicare la totale soggezione dei sudditi al loro sovrano e padrone assoluto.
Sede di grandi imperi fu la Persia tra il 6° secolo a.C. e il 18° secolo d.C. Tra il 4° e il 2° secolo a.C. si sviluppò in India l'Impero dei Maurya, che divenne un veicolo di diffusione del buddismo. Sempre l'India conobbe l'Impero dei Gupta (4°-7° secolo) e quello dei Moghul (16°-17° secolo).
Ma uno dei più grandi imperi e il più lungo della storia fu quello cinese, le cui origini risalgono al 3° secolo a.C. e che ebbe fine nel 1911. Passato attraverso il dominio di diverse dinastie ed etnie, esso portò la Cina a un livello di civiltà e di potenza altissimo, che entrò in netto declino solo nel secolo 18°.
L'Impero mongolo fondato da Genghiz Khan nel 13° secolo, accresciuto dal tartaro Tamerlano tra il 14° secolo e gli inizi del 15°, impose il proprio dominio a parte della Cina, alle grandi steppe asiatiche, alla Russia e all'Asia Minore.
Un tipo particolare di impero fu creato a partire dal 15° secolo soprattutto da Portogallo, Spagna, Inghilterra, Francia e Paesi Bassi; tutte potenze europee che ‒ spinte da ragioni economiche (importare ed esportare prodotti), politico-territoriali (assumere il controllo diretto o indiretto di regioni giudicate importanti), strategiche e militari (stabilire punti di forza), demografiche (dare sfogo all'eccesso di popolazione), religiose (diffondere il cristianesimo, il che valse soprattutto per Spagnoli e Portoghesi) ‒ conquistarono nei continenti extraeuropei immensi territori trasformati in colonie (colonialismo) soggette al dominio della madrepatria.
La scoperta dell'America nel 1492 diede un enorme impulso al colonialismo europeo. La formazione dei grandi imperi coloniali conobbe due fasi fondamentali: la prima collocabile tra il 15° e il 18° secolo; la seconda, che contraddistinse l'imperialismo coloniale contemporaneo fortemente condizionato dalle esigenze dello sviluppo industriale, tra il 19° e il 20° secolo. I due maggiori imperi coloniali furono nella prima fase quello spagnolo, nella seconda quello britannico. L'Italia costituì tardivamente un impero tra il 1889 e il 1936, che arrivò a comprendere l'Eritrea, parte della Somalia, la Libia e l'Etiopia e che crollò durante la Seconda guerra mondiale. Agli imperi coloniali pose fine nel Novecento il processo di decolonizzazione conclusosi negli anni Settanta con il crollo dell'Impero portoghese.
L'età moderna e contemporanea fu altresì contrassegnata dalla presenza di grandi imperi territoriali, i quali, pur estremamente differenti gli uni dagli altri, ebbero nondimeno in comune il fatto di vedere un centro dominare su popolazioni e nazionalità assai diverse per cultura, grado di sviluppo sociale, lingua (anche se non sempre si è data la compresenza di tutti questi fattori). Tale tipo di imperi è scomparso in seguito alla Prima guerra mondiale.
Tra i grandi imperi territoriali europei si distinguono quello cinquecentesco di Carlo V, che in Europa comprese la Spagna, i Paesi Bassi, gran parte dell'Italia e i domini asburgici nell'Europa centrale (oltre ai domini coloniali americani); quello degli zar di Russia, che, sorto nel 17° secolo e giunto a stabilire il suo dominio su parte dell'Europa orientale e immense zone dell'Asia, durò fino al 1917; quello di Napoleone Bonaparte, che per oltre un decennio assoggettò quasi tutta l'Europa continentale sino alle frontiere con la Russia; quello degli Asburgo, avente il suo centro in Austria, crollato nel 1918; quello germanico, fondato dal cancelliere Bismarck a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta del 19° secolo, cui pose fine la sconfitta nel primo conflitto mondiale.
Un immenso impero multietnico e multireligioso, le cui origini risalgono al 13° secolo, anch'esso travolto dalla Prima guerra mondiale, fu quello musulmano dei Turchi ottomani con capitale Istanbul, il quale al momento del massimo apogeo stabilì il suo potere in un'area che abbracciava parte dell'Europa centromeridionale e orientale, dell'Asia sudoccidentale e dell'Africa settentrionale.