Imenotteri
Insetti dalle ali membranose
L'ordine degli Imenotteri comprende insetti assai familiari come le formiche, le api e le vespe, che vivono in società più o meno grandi, talvolta organizzate in caste. Tuttavia, la maggior parte delle specie conduce vita solitaria: molti sono parassiti di piante o di altri insetti. Rappresentanti di un ordine ancora in gran parte sconosciuto, gli Imenotteri vivono in tutti gli ambienti del Pianeta ma soprattutto nelle foreste tropicali
L'ordine degli Imenotteri comprende più di 100.000 specie di Insetti a metamorfosi completa, forniti di due paia di ali membranose, prive di peli o squame. Il nome deriva dal greco hymèn "membrana" e pteròn "ala". Le ali anteriori sono sempre più grandi di quelle posteriori e si agganciano a queste ultime con una serie di microscopici uncini. Si distinguono due sottordini: Apocriti e Sinfiti. I primi possiedono il corpo assottigliato nella zona di passaggio tra il torace e l'addome, e comprendono gli Imenotteri più noti ed evoluti, come i Vespidi (vespe e calabroni), gli Apidi (api e bombi) e i Formicidi (le formiche). Al secondo sottordine, quello dei Sinfiti, invece, appartengono le famiglie più primitive generalmente parassite di piante. L'apparato boccale è di tipo masticatore, provvisto di mandibole robuste, usate per la manipolazione del cibo. Solo nelle api e nei bombi è di tipo succhiatore, adattato a raccogliere il polline o a raggiungere il nettare dei fiori. Infatti api e bombi sono importantissimi insetti impollinatori che favoriscono la riproduzione sessuale delle piante.
Molti Imenotteri, fra cui i Braconidi, gli Icneumonidi e i Calcididi, svolgono un ruolo di 'parassitoidi'. La differenza tra parassiti e parassitoidi è che i primi normalmente si nutrono dal corpo dell'ospite senza ucciderlo mentre i secondi lo portano lentamente alla morte. Generalmente, il parassitoide depone le uova sul corpo della larva di un altro insetto, dopo averle praticato un'iniezione di anestetico con l'ovopositore. Quest'ultimo è uno spadino posto all'estremità dell'addome, con cui la femmina depone le uova. Cessato l'effetto dell'anestesia, la vittima riprende la sua normale attività, mentre le larve del parassitoide consumano via via i suoi organi interni incominciando da quelli non vitali. Alla fine, la larva ospite muore e il parassitoide ormai adulto emerge dal suo corpo. Molti Imenotteri sono iperparassitoidi, in quanto si sviluppano nel corpo di altri parassitoidi.
Un esempio di questa complessa storia è il comportamento di Rhyssa, un Icneumonide parassitoide. Si vede questo bellissimo insetto percorrere i rami degli alberi battendo nervosamente sulla corteccia. Dall'eco che i suoi leggerissimi (per noi) colpi rimandano, è in grado di percepire la presenza di una galleria scavata da una larva xilofaga, cioè che mangia legno. Con il lungo ovopositore che funziona come una trivella, Rhyssa perfora il ramo fino a raggiungere la larva e inietta il suo uovo nei tessuti morbidi della vittima, paralizzandola al contempo. In tal modo il suo piccolo nascerà all'interno della larva xilofaga divorandola lentamente senza ucciderla, in modo da mantenere la 'carne' fresca fino a quando non avrà terminato di svolgere il suo ciclo. Ma può capitare che un'altra specie di Rhyssa, iperparassitoide, riesca a trovare la minuscola perforazione praticata dalla specie parassitoide. Con molta minor fatica, inserisce il suo ovopositore nella perforazione già bella e pronta, e inserisce il suo uovo nella larva della prima specie!
Queste complesse reti alimentari aiutano a spiegare la grande diversità biologica che si riscontra in certi ecosistemi, come le foreste tropicali, in cui esiste un enorme numero di parassitoidi ancora sconosciuto.
Fra gli Imenotteri Sinfiti, troviamo un interessante fenomeno di convergenza evolutiva con i Lepidotteri. Infatti le larve di questi assomigliano moltissimo ai bruchi delle farfalle, poiché anche loro possiedono strutture simili a ventose (dette pseudozampe) per aderire alla superficie liscia delle foglie di cui si nutrono. Le modalità di vita identiche hanno quindi selezionato l'aspetto e gli adattamenti in questi due ordini di insetti. Solo un'attenta osservazione rivela che il numero delle loro zampe è sempre maggiore di sei, mentre è al massimo di cinque nei bruchi delle farfalle.