ILVAITE
. Minerale così detto da Ilva, nome latino dell'isola d'Elba, ove fu trovato la prima volta, nel 1876, da L.-B. Fleurian de Bellevue. Chiamato pure, specie in Germania, lievrite in onore di Cl.-H. Lelièvre che lo fece meglio conoscere.
È un silicato basico di ferro e calcio, considerato dai più come ortosilicato (Fe. OH) Fe2 Ca [Si O4]2. Discrete quantità di manganese (fino a 9% di MnO) - e un poco anche di magnesio - sostituiscono il ferro bivalente.
Caratteri cristallini. - cristallizza nel sistema rombico, classe bipiramidale con rapporto parametrico a : b : c = 0,6753 : 1 : 0,4492 (Elba, Grill).
I cristalli sono comunemente allungati secondo l'asse verticale. Le forme più comuni: {110}; {120}; {210}; {111}; {101}; {021}; {001}. Ma si rinviene anche in masse compatte o bacillari.
Proprietà fisiche. - Peso specifico 4,02-4,05. Durezza 5,5-6. Sfaldatura abbastanza distinta secondo {001} e {010}. Colore nero vellutato o piceo in massa, talvolta brunastro per alterazione. Lucentezza submetallica. L'ilvaite è opaca; in lamine molto sottili diventa però trasparente e lascia allora riconoscere un forte pleocroismo. Piano degli assi ottici {100}. Indice di rifrazione medio 1,76. Conduce bene la corrente elettrica. Al cannello fonde.
Proprietà chimiche. - È decomposta da acido cloridrico concentrato con separazione di silice gelatinosa.
Varietà. - Zambonini ha chiamato rafisiderite (da ραϕίς "ago" e ρίδηρος "ferro") l'ilvaite aciculare del tufo pipernoide della Campania. Quella del vesuvio, di M. Olibano, di Capo di Bove fu a lungo confusa con altri minerali e chiamata breislakite. Ha sicura origine pneumatolitica.
Giaciture e località. - A fenomeni di contatto è, invece, dovuta l'ilvaite dell'isola d'Elba, del Campigliese, della Sardegna, di Herborn, Herbornseelbach e Roth nel Nassau, di Serifo nelle Cicladi, di Cap Bou-Garonne in Algeria, di Dannemora in Svezia, di Shasta Co. in California, dell'isola di Vancouver, di Awyhac Co. nell'Idaho, di Zacatecas. L'ilvaite delle sieniti alcaline, eleolitiche, dei graniti alcalini della Groenlandia sarebbe un prodotto di trasformazione dell'arfvedsonite e della egirina.