In questo secondo approfondimento dedicato al traffico internazionale di droga ci occuperemo di un’altra droga botanica: gli oppiacei, ovvero oppio ed eroina.
La maggior parte della produzione dell’eroina a livello mondiale è concentrata in una manciata di province del tormentato Afghanistan, specificatamente zone rurali coinvolte nel conflitto. L’eroina afgana alimenta un mercato globale del valore di circa 55 miliardi di dollari all’anno. Le rotte balcaniche e nordiche sono i corridoi principali del traffico di eroina che collega l’Afghanistan all’enorme mercato della Russia (per un valore di 13 miliardi di dollari) e dell’Europa occidentale (20 miliardi di dollari). La maggior parte dei profitti finisce ai gruppi criminali organizzati durante il tragitto, ma una parte importante degli introiti finanzia gli insorti talebani in Afghanistan.
1. Dall’Afghanistan alla Federazione Russa
Per oltre un decennio, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, si è assistito a una rapida crescita del flusso e del consumo di eroina in Russia, crescita che ha iniziato a stabilizzarsi intorno al 2000. Oggi si stima che in Russia ci siano oltre due milioni di eroinomani, un numero che la rende il più grande paese consumatore di narcotici al mondo. Il trasporto via terra è la modalità più utilizzata nella rotta dall’Afghanistan verso il nord. Vent’anni fa tutti gli stati a nord dell’Afghanistan facevano parte dell’Urss, quindi non erano separati da frontiere. Dopo il collasso del comunismo questi stati, pur essendo divenuti paesi indipendenti, continuano ad avere controlli assai ridotti ai loro confini, che sono tecnicamente e operativamente sottosviluppati. Inoltre questi nuovi stati sono in prevalenza poveri (specialmente il Tagikistan, che confina direttamente con il nord dell’Afghanistan), alcuni hanno assistito a insurrezioni politiche (Kirghizistan e Uzbekistan) e tutti sono notoriamente corrotti (tutti i paesi dell’area): di conseguenza il contrasto al traffico di eroina non è mai stato, e spesso non ha potuto divenire, una priorità. Oggi le misure di polizia intraprese hanno consentito sequestri di svariate tonnellate di eroina all’anno; ciononostante, circa 70 tonnellate di eroina riescono a transitare, per soddisfare la domanda nella Russia.
Per fornire ai tossicodipendenti russi queste 70 tonnellate, circa 95 tonnellate (o il 25% di tutta l’eroina afgana esportata) transitano dall’Afghanistan all’Asia centrale, dove il Tagikistan gestisce la maggior parte del volume del traffico. Sia grandi gruppi ben organizzati che piccoli imprenditori sono coinvolti, e la droga passa così da diverse mani prima di raggiungere il consumatore finale. Legami familiari ed etnici transfrontalieri appaiono come importanti elementi nel facilitare il flusso. Le 70 tonnellate commercializzate in Russia sono vendute per circa 13 miliardi di dollari sul mercato locale, un volume senz’altro in aumento nell’ultimo decennio.
2. Dall’Afghanistan all’Europa
La rotta dei Balcani prosegue via terra, dall’Iran (o dal Pakistan all’Iran) passando dalla Turchia e attraverso l’Europa sud-orientale. Per ottenere le 87 tonnellate di eroina che soddisfano il consumo europeo, circa 140 tonnellate di eroina partono dall’Afghanistan, dato l’elevato volume di sequestri in Iran e in Turchia. La maggior parte dell’eroina che giunge in Europa è consumata soprattutto in quattro paesi: il Regno Unito, l’Italia, la Francia e la Germania.
I gruppi criminali organizzati coinvolti nel traffico internazionale sulle rotte dei Balcani sono spesso composti da cittadini dei paesi d’origine o di transito. Ma molti dei trafficanti coinvolti nei diversi stadi del tragitto sono veri e propri trasportatori professionali, assunti per svolgere tale lavoro, senza necessariamente appartenere al gruppo che possiede la droga e senza appartenere formalmente a gruppi criminali di stampo mafioso. Gli oppiacei destinati all’Europa occidentale sono trafficati fuori dall’Afghanistan dalle reti di trafficanti di etnia Beluci e Pashtun, che operano nelle regioni di confine tra l’Afghanistan, il Pakistan e l’Iran. Gruppi beluci in particolare sono stati attivi nel commercio della droga, in parte per finanziare attività ribelli al confine tra il Pakistan e l’Iran, in parte per arricchimento personale. In questo caso i Beluci scaricano le loro spedizioni di eroina (in Iran) ad altri gruppi con maggiori legami regionali e internazionali, come gli Azeri, gli Arabi e soprattutto i Curdi, che spesso hanno legami familiari con compatrioti emigrati in Europa, specialmente in Germania. Una volta che l’oppio ha cambiato di mano, questi gruppi divengono i principali responsabili del trasporto della droga dai confini orientali ai confini occidentali dell’Iran, fino in Turchia, dove le grandi spedizioni sono suddivise in partite più piccole per la distribuzione in Europa.
Nei Balcani il fatto che solamente una parte relativamente piccola venga sequestrata suggerisce che tale rotta sia estremamente ben organizzata e facilitata dalla corruzione. Se i gruppi balcanici svolgono un ruolo preponderante in tale area, essi tuttavia non sembrano detenere il controllo dei mercati di destinazione. In molti paesi europei sono infatti i nazionali a gestire il mercato locale, inclusa l’Italia. Dopo la Turchia, i Paesi Bassi sono il maggiore centro di redistribuzione per l’Europa occidentale, soprattutto nel nord dell’Unione Europea.