Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
L’influenza dell’umanesimo e gli sviluppi dell’anatomia (favorita dallo sviluppo dei teatri anatomici) favoriscono l’emergere di uno spirito critico nei confronti della tradizione. Grazie alle indagini anatomiche di Vesalio, l’autorità di Galeno comincia lentamente a essere messa in discussione. Nuove teorie e pratiche mediche sono affermate da Paracelso e dai suoi seguaci, che criticano la teoria degli umori e interpretano la fisiologia del corpo umano in termini chimici. Nel corso del secolo, la chirurgia si emancipa dal ruolo subordinato nei confronti della medicina e acquisisce un crescente prestigio intellettuale e sociale.
Umanesimo e medicina
La formazione universitaria del medico è generalmente basata sugli autori della medicina antica – Ippocrate, Galeno – e su testi e commentari medievali, in particolare Avicenna. Lo sviluppo della pratica di dissezione e della clinica, la nascita dei teatri anatomici e degli orti botanici contribuiscono ad arricchire la formazione del medico. Il curriculum medico prevede che lo studio della filosofia aristotelica preceda l’istruzione medica vera epropria. Un rinnovamento dei curricula medici è prodotto dall’umanesimo cui si deve la riscoperta e la nuova interpretazione della medicina antica – spesso ad opera di medici-umanisti, come Niccolò Leoniceno, Thomas Linacre, Symphorien Champier e Antonio Brasavola. La diffusione dello studio del greco tra i medici, il recupero di testi antichi fino ad allora sconosciuti, la messa a punto di nuove edizioni, con commenti, delle opere ippocratiche, di Galeno, di Cornelio Celso – che si affiancano e progressivamente sostituiscono i testi medici arabi – contribuiscono a produrre un’attitudine critica nei confronti della tradizione. Si scopre l’esistenza di numerose discrepanze tra Ippocrate, Aristotele, Galeno ed Avicenna circa le funzioni del cuore, del cervello, del fegato, l’origine dei nervi, il meccanismo della generazione – il che stimola nuove e originali indagini anatomo-fisiologiche. Gli Arabi, che avevano trasmesso le conoscenze della medicina antica, sono sottoposti a critiche in nome di un confronto diretto con la tradizione greca; lo scopo dei medici-umanisti è di restituire la scienza medica dell’antichità, corrotta nel corso dei secoli. Nel Rinascimento emerge una nuova immagine di Ippocrate, che si “emancipa” dal legame con Galeno che ne aveva a lungo ridotto l’importanza e l’originalità. Ippocrate diviene il fondatore della medicina basata sull’esperienza clinica, sull’osservazione diretta dell’uomo e della natura e non manca chi considera Ippocrate il primo medico che abbia riconosciuto l’importanza della chimica per la medicina. Progressivamente, si comincia a distinguere l’insegnamento ippocratico da quello galenico e coloro (come i seguaci di Paracelso) che si oppongono alle dottrine galeniche legittimano le proprie teorie attribuendone l’origine a Ippocrate.
Anatomia e chirurgia
L’anatomia si sviluppa inizialmente in funzione della chirurgia e poi, a partire dal XIV secolo, come disciplina universitaria. Il principale testo su cui si studia l’anatomia nelle università è per più di due secoli l’ Anothomia (1316) di Mondino de’ Liuzzi, che, fondandosi su Galeno, dà un quadro anatomico, fisiologico e patologico delle varie parti del corpo. Già nel Quattrocento, la pratica della dissezione diviene parte dell’insegnamento di anatomia; si esegue in modo piuttosto saltuario per la difficoltà di reperire i cadaveri, il cui smembramento è generalmente avversato dalla popolazione. La dissezione è quasi sempre eseguita con cadaveri di forestieri o di giustiziati, ma non mancano casi in cui gli studenti trafugano un cadavere da poco sepolto per farne anatomia. Prima di Vesalio, la dissezione pubblica prevede una divisione di compiti tra il medico anatomista, che legge i testi e li discute, e il chirurgo che ha il compito di tagliare il corpo. L’importanza della dissezione è sostenuta dal medico-umanista Alessandro Benedetti con argomenti di carattere scientifico ed etico-religioso: essa svela “la mirabile divina opera di Dio” e induce a meditare sulla caducità della vita umana. Berengario da Carpi, chirurgo e professore di Anatomia a Bologna, esegue di persona le dissezioni e scrive di anatomia, sostenendo l’importanza dell’osservazione diretta del corpo umano e la necessità di un atteggiamento critico nei confronti degli antichi. Berengario è tra i primi ad avvalersi dei mezzi offerti dalla stampa per produrre opere con illustrazioni anatomiche. Nei primi decenni del secolo nelle principali università italiane (Padova, Bologna, Pisa) sorgono i primi teatri anatomici – strutture inizialmente temporanee, poi stabili. A metà Cinquecento, le dissezioni sono sempre più frequenti in Italia, ma piuttosto rare a nord delle Alpi. Negli anfiteatri lignei, che nella seconda metà del secolo si diffondono in tutta Europa, la dissezione attira un numero crescente di persone, non solo studenti, ma anche prelati e un pubblico di curiosi, come in occasione delle popolarissime anatomie di Vesalio, dove, oltre a cadaveri umani, si dissezionano anche animali.
Miguel Serveto
Nascita dello spirito
Christianismi restitutio
(Lo spirito) viene formato nel ventricolo sinistro del cuore con l’aiuto eminente dei polmoni: è uno spirito fine che consegue la sua perfezione grazie alla forza del calore, è di colore rosso vivo (flavus-dorato), di ardente vigore, una sorta di vapore luminoso (lucens vapor) formato dalla parte più pura del sangue, contenente la sostanza dell’acqua, dell’aria e del fuoco.
Questo spirito vitale viene generato dalla mescolanza dell’aria inspirata con la parte raffinata e sottile del sangue che il ventricolo destro invia al ventricolo sinistro. Questa trasmissione del sangue da un ventricolo all’altro non avviene, però, attraverso la parete che divide a metà il cuore - come comunemente si crede -, ma mediante un grande artificio il sangue sottile viene messo in movimento e fatto scorrere dal ventricolo destro del cuore per un lungo condotto che attraversa i polmoni (...). Il sangue viene elaborato dai polmoni, reso di colore dorato e trasmesso dall’arteria polmonare (vena arteriosa) alla vena polmonare (arteria venosa), dove si mescola con l’aria inspirata ed elimina i residui fumosi attraverso l’espirazione. Infine l’intera mistura viene attratta dal ventricolo sinistro del cuore mediante la diastole, apparato adatto alla formazione dello spirito vitale (Atque ita tandem a sinistro cordis ventriculo totum mixtum per diastolen attrahitur, apta suppellex ut fiat spiritus vitalis).
W. Pagel, Le idee biologiche di Harvey, Milano, Feltrinelli, 1979
Lo studio dell’anatomia riceve un forte impulso dalla pubblicazione di tavole con illustrazioni che integrano il testo scritto e sono il risultato della collaborazione tra medici e artisti. Alcuni dei maggiori artisti rinascimentali attribuiscono una crescente importanza allo studio dell’anatomia per la rappresentazione del corpo umano e dei suoi movimenti. Oltre a svolgere osservazioni anatomiche, Leonardo intraprende la composizione di un trattato di anatomia che rimane incompiuto; Michelangelo collabora con il suo medico Realdo Colombo alla realizzazione di un manuale di anatomia, che però vede la luce senza le illustrazioni. L’importanza del De humani corporis fabrica (1543) di Andrea Vesalio risiede non solo nel contrapporre l’osservazione diretta del corpo umano all’autorità dei testi, ma anche nelle numerose e dettagliate tavole anatomiche per le quali si avvale del contributo di artisti attivi a Venezia. Nella seconda metà del secolo, nuove osservazioni anatomiche contribuiscono ad arricchire la conoscenza del corpo umano e a minare l’autorità di Galeno.
Gabriele Falloppio, professore di anatomia a Padova descrive dettagliatamente l’apparato riproduttivo femminile. Le prime indagini relative alla circolazione polmonare del sangue risalgono allo spagnolo Michele Serveto e a Realdo Colombo – il primo compagno di studi, il secondo, assistente di Vesalio a Padova. Michele Serveto pubblica le proprie dottrine mediche in un’opera teologica dal titolo Christianismi restitutio (La restituzione del cristianesimo, 1553), dove afferma che il sangue venoso, dopo essere entrato nella sezione destra del cuore, non passa direttamente nel ventricolo sinistro, filtrando – come voleva Galeno – attraverso ipotetici pori del setto interventricolare. Secondo Serveto, il sangue attraversa i polmoni, dove riceve dall’aria uno spirito divino che trasporta nella cavità sinistra del cuore e di qui nel sistema arterioso. Indipendentemente da Serveto, Realdo Colombo afferma la circolazione polmonare e avvalora questa teoria con alcuni esperimenti. La circolazione polmonare è inoltre affermata da Juan Valverde e da Andrea Cesalpino. Tuttavia, nessuno di questi autori sostiene che il sangue faccia ritorno al suo punto di partenza e in essi è del tutto assente l’idea di una circolazione del sangue, che sarà sostenuta dal medico inglese William Harvey nel secolo successivo.
La chirurgia si emancipa progressivamente dalla tradizionale subordinazione alla medicina. Le epidemie e le guerre costituiscono il contesto principale in cui operano i chirurghi, che nel corso del secolo cominciano ad avere una formazione universitaria e a far parte dei Collegi dei Medici. La carriera di Ambroise Paré, il più noto chirurgo francese del XVI secolo, mette bene in evidenza la crescente importanza e prestigio acquisiti dalla chirurgia. La formazione di Paré, che proviene da una famiglia di artigiani, inizia con l’apprendistato presso un barbiere-chirurgo e continua poi a Parigi presso l’ospedale Hôtel-Dieu, dove studia chirurgia e anatomia. Come chirurgo, si arruola e partecipa alle guerre d’Italia e nel 1552 diviene chirurgo del re Enrico II, posizione che conserverà con gli altri sovrani. La pratica sui campi di battaglia gli permette di rivoluzionare la cura delle ferite da arma da fuoco, che erano state fino ad allora ritenute causa di avvelenamento dell’organismo e per questo cauterizzate per mezzo di olio bollente. Comincia a trattare le ferite con varie sostanze, inclusa acquavite e trementina (che possono aver svolto, senza che Paré ne fosse consapevole, un’azione antisettica a livello locale). Sulla base di questa esperienza, conclude che le ferite da arma da fuoco non generano l’avvelenamento e quindi non sono da cauterizzare. Paré perfeziona le tecniche di amputazione chirurgica utilizzando, per arrestare le emorragie, la legatura delle arterie invece della cauterizzazione.
Umori e temperamenti
L’intero sistema della medicina (fisiologia, patologia, terapia) si fonda sulle complessioni e sugli umori – concetti ereditati dalla medicina classica. Le complessioni o temperamenti derivano dalle quattro qualità (caldo, freddo, secco, umido). Ogni uomo ha una determinata complessione che acquisisce al momento della nascita e che dura tutta la vita, anche se subisce alcune alterazioni con il tempo. Caldo e umido sono prevalenti quando si è giovani, con la vecchiaia il freddo e il secco tendono a essere più presenti. Le differenti complessioni possono dipendere dal sesso e da fattori ambientali: per esempio freddo e umido prevalgono nelle donne e tra i popoli del Settentrione.
Il secondo concetto-chiave che la medicina rinascimentale eredita dall’età classica (e che ha uno stretto rapporto con la complessione) è quello di umore. Gli umori sono quattro: sangue, bile gialla o colera, bile nera o melanconia, flemma. Ogni umore è caratterizzato da una coppia di qualità: il sangue è caldo e umido, la bile gialla è calda e secca, la bile nera è fredda e secca, il flemma è freddo e umido. I filosofi e medici medievali e rinascimentali associano i pianeti agli umori e alle complessioni: Saturno alla melancolia, Giove alla disposizione sanguigna, Marte a quella collerica, Luna o Venere a quella flemmatica. Con ciascun umore i medici intendono una varietà di fluidi corporei differenti: il flemma è una mucosità umida e fredda, che comprende una vasta gamma di secrezioni incolori o biancastre (con l’eccezione dello sperma e del latte). La bile gialla è per lo più identificata con la bile che si ritiene essere prodotta dal fegato. La bile nera è invece collocata nella milza. Il sangue è identificato solo con una parte del sangue vero e proprio, che contiene anche una certa quantità di flemma e bile. Dagli umori, così come dalle quattro qualità, sono fatte dipendere le complessioni e le malattie, che sono considerate un’alterazione dell’equilibrio tra gli umori. Gli umori stabiliscono una relazione tra processi mentali e fisici, cosicché, a seconda del modo in cui si combinano, determinano la complessione, e quindi le caratteristiche psicologiche degli individui. Alla prevalenza di uno dei quattro umori sono associati i caratteri di individui o di popoli: il flemmatico è indolente, il collerico o bilioso (colui in cui prevale la bile gialla) è litigioso, il sanguigno è avido di piaceri, il melanconico è triste, avaro e fosco. Tra tutte le complessioni, quella melanconica manifesta il carattere più spiccatamente patologico. La melancolia o malinconia è considerata una malattia i cui sintomi sono abbattimento, tetraggine, mutismo e rifiuto del cibo. Essa è ritenuta l’effetto di un eccesso o di una condizione anomala della bile nera o melancholia – derivante a sua volta da una prevalenza costituzionale o prodotta da dieta e abitudini di vita.
Girolamo Fracastoro
Tre tipi di contagio
De contagione et contagiosis morbis
Esistono, a quanto pare, tre tipi fondamentalmente diversi di contagio. Il primo infetta solo per contatto diretto. Il secondo opera nello stesso modo, ma lascia inoltre “fomiti”, e questo contagio può spandersi per mezzo di tali fomiti, come ad esempio la scabbia, la tisi, le macchie maligne, l’elefantiasi e simili (parlando di fomiti intendo indumenti, oggetti di legno e cose di tal sorta che, pur non essendo corrotte di per se stesse, possono nondimeno preservare i germi originali del contagio, e infettare per mezzo di essi). In terzo luogo, esiste un tipo di contagio che non solo si trasmette per contatto diretto o per mezzo di fomiti, ma anche infetta a distanza; ad esempio le febbri pestilenziali, le etisie, certi generi di oftalmia, l’esantema del genere detto variolae [il tifo], e simili. Questi differenti contagi sembrano ubbidire a una certa legge; invero quelli che portano il contagio ad un oggetto distante infettano sia per contatto diretto che per mezzo di fomiti; quelli che sono contagiosi per mezzo di fomiti lo sono anche per contatto diretto; non tutti sono contagiosi a distanza, ma sono tutti contagiosi per contatto diretto.
M. Boas, Il rinascimento scientifico 1450-1630, Milano, Feltrinelli, 1973
La prima critica della fisiologia galenica è condotta dal medico svizzero Paracelso, che confuta i fondamenti della medicina umorale e oppone ad essa l’indagine diretta della natura e delle malattie così come l’interpretazione in termini chimici dei processi fisiologici. Paracelso e i suoi seguaci sferrano un violento attacco contro la pratica della flebotomia, ritenendola inutile e spesso dannosa. Alle terapie e ai farmaci dei galenisti oppongono cure basate sul principio secondo cui il simile cura il simile, nonché sull’impiego di farmaci prodotti per mezzo di procedure chimiche. Osteggiate dai medici universitari, le idee e le pratiche dei paracelsiani si diffondono prima in Germania, poi anche in Francia e in Inghilterra, mentre il loro ingresso nella penisola italiana avviene solo tra fine Cinquecento e primi decenni del XVII secolo.