Iarba
Personaggio minore dell'Eneide, dov'è detto figlio di Ammone e della ninfa Garamantide (Aen. IV 198).
Re dei Getuli (cfr. v. 326 " Gaetulus Iarbas ") o - secondo versioni differenti riecheggiate dallo stesso Virgilio (cfr. vv. 206-207 " Maurusia... gens ") - di altre popolazioni dell'Africa settentrionale, cedette a Didone il territorio su cui sorse Cartagine (v. 211). Innamorato della regina, ne era stato respinto (v. 36 " despectus Iarbas "; e cfr. vv. 213-214); e quando la Fama gli rivela gli amori di lei con Enea si rivolge a Giove con una lunga preghiera chiedendo soddisfazione dell'offesa, onde Giove ordina a Enea di lasciare Cartagine (vv.' 198 ss.).
D. lo nomina in Pg XXXI 72 nella perifrasi terra di Iarba che designa l'Africa settentrionale in genere (" Libia " secondo la toponomastica antica) donde spira il vento Austro cui si allude nel verso citato. La mancanza di ogni altro accenno diretto a I. nell'opera dantesca può forse spiegarsi (per il valore che ha la congettura su un silenzio) con la riluttanza di D. ad ammettere che la ripresa del viaggio di Enea verso l'Italia avesse la sua prima origine nelle rimostranze a Giove di un proco deluso (come appare dal racconto virgiliano) e non nel disegno provvidenziale che sospinge l'eroe al suo destino di fondatore dell'Impero.