MELEGHINO, Iacopo
– Nacque a Ferrara intorno al 1480 forse da Tommaso, di nobile famiglia, notaio e cancelliere della curia ferrarese (Cittadella, 1864, pp. 541 s.). Formatosi studiando letteratura e giurisprudenza, negli anni Venti del XVI secolo entrò al servizio del cardinale Alessandro Farnese in qualità di tesoriere. Dopo l’elezione del Farnese al soglio pontificio con il nome di Paolo III, svolse la sua attività di architetto soprattutto a Roma. Qui nel 1535, anno in cui compose versi dedicati a Paolo III (Id., 1868, p. 273), dirigeva i lavori del collegamento su arcate dal palazzo di S. Marco al convento di S. Maria in Aracoeli ed era commissario delle Fabbriche pontificie (Bertolotti, 1885, pp. 20 s.). In questo ruolo pagò Battista da Sangallo (Giovanni Battista Cordini) e Lorenzetto per la stima di lavori fatti nel palazzo apostolico di S. Marco nel 1536 (Giovannoni, p. 397). Nel 1537, in seguito alla morte di Baldassarre Peruzzi, dal quale ereditò molti degli scritti e parte dei disegni (Vasari, IV, p. 607), gli subentrò come architetto di S. Pietro (Paschini). Nel 1538, come soprintendente alle antichità del Belvedere in Vaticano, ebbe alle sue dipendenze il giovane Iacopo Barozzi detto il Vignola (Vasari, VII; Bertolotti, 1882) e si occupò anche della sala Regia in Vaticano nell’ambito dei lavori di ristrutturazione relativi al rifacimento dell’aula vecchia, all’allargamento della sua scala di accesso dall’esterno e alla costruzione di una nuova cappella, detta Paolina (Ronchini, 1868, pp. 127 s.). L’anno seguente il cardinale Giovan Maria Ciocchi Del Monte (futuro papa Giulio III) gli ricordò l’impegno preso per un progetto da realizzare nella sua vigna, dove in seguito sarebbe stata costruita villa Giulia (ibid., p. 130; Falk); ma il M. era evidentemente troppo impegnato sia nella realizzazione di un piano di rinnovamento della città di Frascati (che prevedeva nuove mura urbiche e demolizione di vecchie case al fine di regolarizzare le strade e di ricavare nuove piazze: Lanciani; Frey, 1909) sia nei lavori di costruzione della torre Capitolina voluta da papa Paolo III, del quale egli era divenuto amico e confidente. In questi stessi anni ebbe rapporti con Guillaume Philandrier e Francisco de Holanda.
Nel 1540 si recò ad Ancona per lavori imprecisati insieme con Antonio da Sangallo il Giovane (Antonio Cordini), con il quale effettuò anche un sopralluogo alle mura di Perugia insieme con altri esperti, in vista della costruzione delle nuove difese e della rocca Paolina; nello stesso anno disegnò pergolati in legno per la villa Farnesina (Coffin, p. 89); due anni più tardi era tra i sette fondatori della Congregazione dei Virtuosi al Pantheon (Visconti) e, intorno al 1544, partecipava alle riunioni dell’Accademia Vitruviana disputando con Antonio da Sangallo il Giovane (Garimberti; Daly Davis).
Con quest’ultimo dal 1541 il M. seguì i lavori di costruzione del palazzo Farnese a Campo de’ Fiori, partecipando anche, con un suo disegno, al concorso per il cornicione della facciata sulla piazza (Vasari,V). Nel 1545 era tra gli esperti che, per ordine di Paolo III, si occupavano delle fortificazioni di Roma (De Marchi; Bertolotti, 1881) e l’anno seguente, dopo la morte di Antonio da Sangallo, fu preposto ai lavori di queste opere con Michelangelo in sottordine (Rocchi); interamente a Buonarroti è però da attribuire il disegno (1547-48) del bastione del Belvedere.
In questi stessi anni il M. progettò la decorazione della sala Regia in Vaticano (Frommel, 1964) – suo è il disegno della porta di accesso alla cappella Paolina (Ghisetti Giavarina) – e la residenza estiva di Proceno per il cardinale Guido Ascanio Sforza (Keller, 1983); infine lasciò forse un disegno per la cappella Maggiore di S. Maria della Pace (Riccardi, pp. 163-168) e un progetto di massima per la chiesa del Gesù, apprezzato per la sua magnificenza (Schwager - Schlimme, pp. 272 s.).
Dal 1543 divenne conservatore della fontana di S. Pietro e nel 1549, per conto del cardinale Ippolito d’Este, si occupò del giardino della villa Carafa al Quirinale (Coffin, pp. 189 s.).
Il M. morì a Roma il 17 nov. 1549 (Frey, 1916). Il giorno prima aveva fatto testamento, «corpor languens», nella sua casa romana all’Arenula lasciandone usufruttuaria la moglie Angela Fini (Bertolotti, 1885).
Nelle sue opere, alquanto ritardatarie, il M. tentò di fondere motivi toscani, emiliani e, soprattutto, romani (Keller, 1996), molto ispirandosi per questi ultimi allo stile di Antonio da Sangallo, che non lo stimava affatto (Vasari, V), con risultati personali nell’asciuttezza delle linee e nel sintetismo delle modanature (Frommel, 2002).
Fonti e Bibl.: G. Philandrier, In decem libros M. Vitruvii Pollionis De architectura annotationes, Romae 1544, p. 98; G. Garimberti, De’ regimenti publici de la città, Vinegia 1544, cc. Iv-IIr; Francisco de Holanda, Dialoghi romani con Michelangelo (1548), a cura di E. Spina Barelli, Milano 1964, p. 20; G. Vasari, Le vite... (1568), a cura di G. Milanesi, IV, Firenze 1879, pp. 605, 607; V, ibid. 1880, pp. 470 s.; VII, ibid. 1881, p. 106; F. De Marchi, Della architettura militare, Brescia 1599, II, p. XXXIV; L.N. Cittadella, Notizie amministrative, storiche, artistiche relative a Ferrara, Ferrara 1864, pp. 197, 541 s.; A. Ronchini, La Steccata di Parma, in Atti e memorie delle R. Deputazioni di storia patria per le provincie modenesi e parmensi, I (1865), p. 184; L.N. Cittadella, Documenti ed illustrazioni riguardanti la storia artistica ferrarese, Ferrara 1868, pp. 270-276; A. Ronchini, J. Meleghini, in Atti e memorie delle R. Deputazioni di storia patria per le provincie modenesi e parmensi, IV (1868), pp. 125-135; C.L. Visconti, Sulla istituzione della insigne artistica Congregazione pontificia dei Virtuosi al Pantheon. Notizie storiche, Roma 1869, pp. 11 s.; A. Bertolotti, Speserie segrete e pubbliche di papa Paolo III, in Atti e memorie delle R. Deputazioni di storia patria per le provincie dell’Emilia, III (1878), pp. 178, 185, 187; B. Podestà, Carlo V a Roma nell’anno 1536, in Archivio della R. Società romana di storia patria, I (1878), p. 329; A. Bertolotti, Artisti lombardi a Roma nei secoli XV, XVI, XVII, I, Milano 1881, p. 46; Id., Artisti modenesi, parmensi e della Lunigiana in Roma nei secoli XV, XVI e XVII, Modena 1882, p. 25; Id., Artisti bolognesi, ferraresi ed alcuni altri del già Stato pontificio in Roma nei secoli XV, XVI e XVII, Bologna 1885, pp. 20-25; R. Lanciani, La riedificazione di Frascati per opera di Paolo III, in Archivio della R. Società romana di storia patria, XVI (1893), pp. 517-522; E. Rocchi, Le piante icnografiche e prospettiche di Roma del secolo XVI, I, Torino-Roma 1902, p. 280; K. Frey, Studien zu Michelagniolo Buonarroti und zur Kunst seiner Zeit, III, in Jahrbuch der Königlichen Preussischen Kunstsammlungen, XXX (1909), suppl., p. 138; Id., Zur Baugeschichte des St. Peter, ibid., XXXVII (1916), suppl., pp. 48 s.; P. Paschini, Documenti vaticani su Baldassarre Peruzzi, in Roma, VIII (1930), 4, p. 168; G. Giovannoni, Antonio da Sangallo il Giovane, Roma s.d. [ma 1959], pp. 14, 25, 100, 105, 160, 173, 368, 393, 397 s.; J. Hess, Die päpstliche Villa bei Aracoeli, in Miscellanea Bibliothecae Hertzianae…, München 1961, p. 248; C.L. Frommel, Antonio da Sangallos Cappella Paolina. Ein Beitrag zur Baugeschichte des vatikanischen Palastes, in Zeitschrift für Kunstgeschichte, XXVII (1964), p. 4; P. Marconi, Contributo alla storia delle fortificazioni di Roma nel Cinquecento e nel Seicento, in Quaderni dell’Istituto di storia dell’architettura, XIII (1966), 73-78, p. 115; T. Falk, Studien zur Topographie und Geschichte der Villa Giulia in Rom, in Römisches Jahrbuch für Kunstgeschichte, XIII (1971), p. 103; P. Portoghesi, Roma del Rinascimento, Milano s.d. [ma 1971], pp. 67, 445, 462, 464 s., 498, 504; M. Toca, Osservazioni sul cosiddetto «Taccuino senese» di Baldassarre Peruzzi, in Annali della Scuola normale superiore di Pisa, classe di lettere e filosofia, s. 3, I (1971), pp. 161-179; D.R. Coffin, The villa in the life of Renaissance Rome, Princeton 1979, pp. 31, 42, 89, 151, 189 s.; S. Deswarte, Francisco de Hollanda et les études vitruviennes en Italie, in A introdução da arte da Renascença na península ibérica. Actas… 1980, Coimbra 1981, p. 246 n. 1; C.L. Frommel, Sangallo et Michel Ange (1513-1550), in Le palais Farnèse, I, 1, Rome 1981, pp. 146, 148; M.L. Riccardi, La chiesa e il convento di S. Maria della Pace, in Quaderni dell’Istituto di storia dell’architettura, XXVI (1981), 163-168, p. 39; A. M. Orazi, Jacopo Barozzi da Vignola 1528-1550. Apprendistato di un architetto bolognese, Roma 1982, pp. 78-81; F.E. Keller, Der Palast des Guido Ascanio Sforza in Proceno, in Jahrbuch der Max-Planck-Gesellschaft, 1983, pp. 758-760; M. Daly Davis, Zum Codex Coburgensis: frühe Archäologie und Humanismus im Kreis des Marcello Cervini, in Antikenzeichnung und Antikenstudium in Renaissance und Frühbarock. Akten…1986, a cura di R. Harprath- H. Wrede, Mainz 1989, p. 189; A. Ghisetti Giavarina, Aristotile da Sangallo. Architettura scenografia e pittura tra Roma e Firenze nella prima metà del Cinquecento, Roma 1990, pp. 68 s.; A.F. Marcianò, L’età di Biagio Rossetti. Rinascimenti di casa d’Este, Ferrara-Roma 1991, pp. 200, 215, 231 n. 84; F.E. Keller, in The Dictionary of art, XXI, London-New York 1996, p. 79; M. Brancia di Apricena, La committenza edilizia di Paolo III Farnese sul Campidoglio, in Rőmisches Jahrbuch der Bibliotheca Hertziana, XXXII (1997-98), pp. 415, 418, 425, 430, 432-435, 440, 472-474, 476 s.; C.L. Frommel, La villa e i giardini del Quirinale nel Cinquecento, in Bollettino d’arte, volume speciale, 1999, pp. 17-28; Id., Vignola architetto del potere. Gli esordi e le ville nell’Italia centrale, in Jacopo Barozzi da Vignola, a cura di R.J. Tuttle et al., Milano 2002, p. 39; K. Schwager - H. Schlimme, La chiesa del Gesù di Roma, ibid., pp. 272 s., 278; C.L. Frommel, Architettura alla corte papale nel Rinascimento, Milano 2003, pp. 63, 361 s., 364, 366, 387 n. 30; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XXIV, p. 360.
A. Ghisetti Giavarina