DE VANIS, Iacopo (Giacomo)
Non si hanno notizie né biografiche né della formazione di questo pittore attivo a Brindisi tra il 1559 ed il 1570.
La prima opera rintracciabile del D., firmata e datata "Nobilis jacobus de vanis brundusinus pinxit 1559" (il cartiglio è emerso nel restauro del 1988), è la Visitazione nella chiesa di S. Paolo a Brindisi. L'anno dopo era testimone a un battesimo ("magnifico Jaco de vani"; cfr. Jurlaro, 1965; Guastella, 1991). Al 1569 risale un'autografa Incredulità di s. Tommaso, del convento di S. Ruggero a Barletta, di recente rinvenimento (Pugliese, 1986 [1990]). Del 1570 è l'Adorazione dei pastori, nella chiesa brindisina di S. Benedetto, che reca l'iscrizione "Nobbilis Jacobus de Vanis de Brundisio pinxit 1570".
Nel dipinto si nota la conoscenza del tardomanierismo di Marco Pino, insieme con "cadenze settentrionali" bassanesche e savoldesche (si veda, del pittore bresciano, l'analogo soggetto della Galleria Sabauda di Torino) ed un ricordo, dal punto di vista compositivo, dei presepi scolpiti di cultura meridionale, quali ad esempio quelli di Stefano da Putignano (Calò, 1969; cfr. anche Guastella, 1991).
Altre due tele ascritte al D., l'Annunciazione della Biblioteca A. De Leo e la Madonna del dolce canto nella chiesa di S. Lucia. entrambe a Brindisi (Jurlaro, 1975), sembrano attribuibili invece ad un più modesto pittore locale (Guastella, 1987).
La restituzione della Visitazione ha permesso di chiarire il carattere composito e arcaizzante del D., legato ad un ambiente culturale attardato. L'intonazione espressiva, le pose monumentali e rigide dei personaggi, la trattazione realistica delle scene, gli effetti luministici rivelano una puntuale conoscenza della pittura lombardo-veneta. Inoltre la tecnica del D., ad olio su tela, è da ritenersi un episodio inconsueto per la pittura meridionale contemporanea. Le evidenti cadute qualitative della Visitazione comunque fanno pensare a un largo intervento di bottega oppure a una personalità artistica assai vicina. Tale ipotesi potrebbe giustificare altre attribuzioni (Guastella, 1991) come le due tele con la Madonna con Bambino nelle chiese di S. Sebastiano e di S. Benedetto a Brindisi (la seconda è stata trafugata nel 1974).
Del 1601 è l'atto di morte di un maestro Donato De Vanis, probabilmente parente del D. (Guastella, 1991), forse lo stesso Donato "pintore" nominato in un atto di battesimo del 1574 (Cagnes-Scalese, 1978).
Fonti e Bibl.: R. Jurlaro, Un pittore salentino del '500 è stato scoperto a Brindisi, in Il Tempo (ed. di Brindisi), 23 febbr. 1965;M. S. Calò, Contributi alla storia dell'arte in Puglia: la pittura del Cinquecento e del primo Seicento in Terra di Bari, Bari 1969, pp. 126 s., 166; R. Jurlaro, Storia e cultura dei monumenti brindisini, Brindisi 1975, p. 36; P. Cagnes-N. Scalese, Cronaca dei sindaci di Brindisi 1529-1787, Galatina 1978, p. 35; M. Guastella, Schede per un gruppo di dipinti raffiguranti l'Avvento di Cristo, in Seconda Rassegna nazionale del presepe nell'arte e nella tradizione (catal.), Brindisi 1987, pp. 24, 26; Id., Ipotesi su J. D., in Atti dell'Incontro di studio in ricordo di Maria Luisa Ferrari, Lecce 22-23 marzo 1988, Lecce 1991, ad Indicem; V. Pugliese, Giacomo D. Una rara figura di nobile dilettante di pittura del Cinquecento pugliese, in Brundisii res, XVIII (1986[ma 1990]), pp. 3-55.