DUSA (Dusensis, de la Douze), Iacopo (Iacobus) de
Nacque intorno alla metà dei sec. XV. Secondo l'Indice generale degli incunaboli delle Biblioteche d'Italia il cognome potrebbe designare la provenienza dalla zona attraversata dalla Douze, fiume della Guascogna (cfr. [J. G. T.] Graesse[F.] Benedict-[H.] Plechl, Orbis latinus, I, Braunschweig 1972, p. 679), ed andrebbe dunque volgarizzato in de la Douze. Il Faccioli lo ritiene invece tedesco, come tutti gli altri tipografi giunti a Vicenza d'Oltralpe. Come per essi, anche per il D. non esistono notizie anteriori all'arrivo in Italia; per di più manca finora qualsiasi documento sulla sua attività. Essa è attestata unicamente da quattro incunaboli, due dei quali stampati a Vicenza nel 1482, uno col solo nome e l'ultimo sine notis.
Nel 1482 il D. realizzò in società con Leonardo Acate da Basilea il Vocabolarius iuris utriusque, in-folio (Indice generale degliincunaboli…, n. 10357; Catalogue of books printed in the XVth century now in the British Museum, VII, p. 1032). L'Acate, che aveva introdotto l'arte della stampa a Santorso e a Vicenza nel 1474 ed era il più autorevole tra i tipografi vicentini, chiamato spesso ad arbitrare le loro liti, non aveva mai lavorato per editori né formato società. Il D. fu dunque il suo primo socio e la scelta sollecita due ipotesi: che egli fosse in qualche modo legato all'Acate, forse perché suo compatriota, oppure che avesse già stampato a Vicenza e che l'accordo si basasse sulla stima professionale. Fino ad allora l'Acate aveva usato esclusivamente il carattere romano; nel Vocabolarius accolse invece due tipi di gotico, di 150 e 74 mm, che in seguito non usò più. Essi provenivano dall'officina di Hermann Liechtenstein e furono usati dal D. per altre due sue edizioni, il s. Tommaso e il Ludovico Vicentino (cfr. Catalogue of books…, VII, pp. 1048 s).
Nel colophon della prima, non datata, il D. si dice "magister", ossia maestro proprietario di bottega. A questo punto cade l'ipotesi dello Haebler che egli si improvvisasse tipografo coi materiali dell'Acate e sotto la sua guida e prende invece corpo un'altra possibile cronologia della sua attività: al suo arrivo a Vicenza il D. acquistò due serie di gotici dal Liechtenstein e con essi realizzò, probabilmente prima dell'82, il s. Tommaso; in seguito formò la società con l'Acate e in essa apportò i caratteri gotici, richiesti dal testo giuridico. Il Vocabolarius era un titolo sicuro, uscito a Strasburgo nel 1475 e ancora inedito in Italia. Per esso i due tipografi scelsero un curatore di prestigio nel nobile vicentino Daniele Dall'Acqua, dottore in diritto e proprietario di una ricca biblioteca, il quale mise a punto un'edizione affidabile e di buon esito commerciale: fu infatti subito ripresa da Ottaviano Scoto (1483) e Matteo Codecà (1485) e seguita da varie ristampe.
La prima stampa del D. fu dunque, probabilmente, lo Scriptum in Ethica Aristotelis di s. Tommaso, in-folio colsolo nome. Datato 1482 dall'Indice generale degli incunaboli…, n. 9618, fu forse precedente a quell'anno, dato che nell'82 il D. realizzò altre due edizioni. Fu la prima stampa italiana di un testo la cui principe era uscita a Barcellona nel 1478 per i tipi di Pedro Brun e Nicolaus Spindeler e che in seguito non fu più ripubblicato fino alla giuntina veneziana del 1519 (cfr. S. Thomae Opera, iussu Leonis XIII P. M. edita, XLVII, Romae 1969, p. 51*).
Il 27 maggio 1482 il D. fini di stampare un'altra importante edizione: la principe delle opere di Claudiano, in-folio (Indice generale degli incunaboli…, n. 3010). Ne fu curatore il maestro di grammatica Barnaba Pizardi da Celsano (Sossano), che la dedicò al nobile Bartolomeo Pagello, già suo condiscepolo alla scuola di Ognibene da Lonigo e figura eminente tra gli umanisti vicentini del secondo '400. Nel 1476 il Pagello e il Pizardi avevano stretto una società con Giovanni dal Reno per la stampa del commento di Ognibene al De oratore di Cicerone ed avevano promosso anche in seguito il programma di un'editoria strettamente umanistica, in antagonismo con le affermazioni del volgare. Il Claudiano del D. ne fu la realizzazione più importante, celebrata ancora nel 1485 dal giurista Girolamo Bologni, altro fautore del programma editoriale del Pagello e legato al tipografo trevigiano Michele Manzolo. Per esso il D. adottò il carattere romano di 102 mm usato da Stephan Koblinger per ristampare a Vicenza nel 1478 appunto l'Ortographia di Giovanni Tortelli dei Manzolo (cfr. Catalogue of books…, VII, p. 1048).
Al D. l'Indice generale degli incunaboli…, n. 5897, dà infine, sulla scorta del Catalogue of books…, VII, p. 1049, la Vita et miracula beati Bernardini Senensis di Ludovico Vicentino, in-4° sine notis, riconducibile alla sua officina in base al gotico 74 e datato 1482 per analogia con le altre sue stampe. La data è in parte confermata da alcune notizie relative all'autore: provinciale dei frati minori, Ludovico scrisse l'opera su invito del capitolo generale di Ferrara del 13 maggio 1481. Poiché però la prima stesura fu in latino e solo in seguito l'opera fu volgarizzata (cfr. Angiolgabriello di Santa Maria [P. Calvi], Biblioteca e storia di … scrittori … di Vicenza, II, Vicenza 1772, pp. CLXXVII s.), possiamo ipotizzare anche una data posteriore all'82, ma anteriore al giugno 1484, quando lo studio della Vita fu raccomandato ai minori dal capitolo generale della Verna.
Il D. mori dopo il 1482.
Fonti e Bibl.: T. Faccioli, Catal. ragionatode' libri stampati in Vicenza e suo territorio nel sec. XV, Vicenza 1796, pp. 47 ss.; R. Proctor, An Index to the early printed books in the British Museum, London 1898, pp. 492 s..; K. Burger, The printers and publishers of the XV century, London 1902, p. 78; K. Haebler, Typenrepertorium derWiegendrucke, II, Leipzig-New York 1908, p. 203; Id., Die deutschen Buchdrucker des XV. Jahrhunderts im Ausland, München 1924, p. 132; D. Fava, Manuale degli incunaboli, Milano 1953, pp. 83 s.; G. Mantese, Mem. stor. della Chiesa vicentina, II, 2, Vicenza 1964, pp. 816, 959; G. Borsa, Clavis typographorum librariorumque Italiae 1465-1600, I, Aureliae Aquensis 1980, p. 194; A. Colla, Tipografi, editori e libri a Padova, Treviso, Vicenza, Verona, Trento, in La stampa degli incunaboli nel Veneto, Venezia [1983], p. 75; D. E. Rhodes, La tipografia nel secolo XV a Vicenza, Santoro e Torrebelvicino, estratto anticipato di Odeo Olimpico, XIX-XX, p. 10 n. 10.
Sul Claudiano cfr. B. Marx, B. Pagello: Epistolae familiares (1464-1525). Materialien zur Vicentiner Kulturgeschichte des XV. Jahrhunderts und kritische Edition des Briefwechsels, Padova 1978, pp. 75 s., 185 ss.
T. Pesenti