Il contributo è tratto da Storia della civiltà europea a cura di Umberto Eco, edizione in 75 ebook
Il compito di tutelare e difendere gli interessi e la sicurezza nazionale ha rappresentato l’attività principale degli organismi di intelligence sorti nei Paesi europei, a partire dagli inizi del XX secolo. L’analisi della storia e del ruolo svolto dai servizi segreti dei singoli Paesi, nonché della loro organizzazione attuale, rappresenta un tassello necessario per ricostruire e comprendere le vicende che hanno segnato la storia d’Europa, nonché per comprendere meglio i processi di trasformazione in atto determinati dalle nuove sfide alla sicurezza interna, connessi al fenomeno del terrorismo internazionale ed all’affermarsi di forme sempre più evolute e sofisticate del crimine organizzato.
Le origini dei moderni servizi segreti: dal 1860 al primo conflitto mondiale
Una ricostruzione storica dei moderni servizi segreti in Europa va fatta risalire alla fine del XIX secolo, nel periodo compreso tra la guerra francoprussiana e lo scoppio della prima guerra mondiale, allorquando gli Stati nazionali cominciano a dare vita a stabili strutture di intelligence al fine di garantire la sicurezza nazionale dalle minacce interne ed esterne.
In realtà, l’attività di spionaggio in Occidente è una pratica a cui si è fatto ricorso fin dall’antichità. La letteratura è ricca di storie e ricostruzioni che rimandano all’intricato mondo delle spie. Tentativi di creazione di strutture organiche vengono messi in atto già a partire dal XVI secolo, come testimoniato dall’esperienza della Russia zarista, prima con Ivan il Terribile nel 1565 con la creazione della Opricnina, e successivamente con Pietro il Grande con l’istituzione della Preobrazenskij Prikaz.
Nelle esperienze degli Stati precostituzionali, l’attività dei servizi si distingue per il suo carattere propriamente segreto, e aveva come referenti esclusivamente il re e il suo gabinetto, da cui dipendevano direttamente.
Con il sorgere degli Stati costituzionali, le varie componenti in cui si veniva organizzando l’ intelligence acquisirono una legalità dapprima all’interno delle singole istituzioni (ministero dell’Interno o di Polizia, ministero della Guerra, ministero degli Esteri) e poi un ruolo preciso tra gli organi dello Stato. In definitiva, le grandi potenze, quali la Prussia, la Francia, la Russia e la Gran Bretagna avvertono la necessità di porre le basi per la costruzione di un sistema di intelligence dedito all’attività di spionaggio e controspionaggio, politico-diplomatico e militare, per la difesa dei confini nazionali. In tale periodo, che va dal 1860 allo scoppio del primo conflitto mondiale, i moderni servizi segreti cominciano a prendere forma e a strutturarsi in modo organico.
Wilhelm Stieber (1818-1882), capo della polizia prussiana, può considerarsi l’inventore dei moderni sistemi di spionaggio, con la creazione di una vasta rete di agenti segreti, dislocati in tutte le parti del mondo e facenti capo a un unico organo centrale, al servizio del governo prussiano. Contemporaneamente, anche gli altri Stati si mobilitano in tal senso e registriamo nel 1871, all’indomani della sconfitta nella guerra francoprussiana, la nascita in Francia del primo servizio organico di intelligence francese, il Deuxième Bureau, in Russia la comparsa nel 1880 della Ochrana, efficiente struttura che superava le precedenti esperienze, ultima delle quali la Terza Sezione della Cancelleria Imperiale voluta da Nicola I e, in Italia, infine, la creazione nel 1900 del cosiddetto “Ufficio I” presso lo Stato Maggiore dell’Esercito, che rappresenta un primo passo verso un sistema di intelligence nazionale.
Il ruolo dei servizi segreti in Europa comincia, in questi anni, ad affermarsi in modo significativo, e la loro attività comincia a tingersi di trame misteriose e oscure. Il caso emblematico è rappresentato nel 1894 dal cosiddetto “affare Dreyfus”, che vede coinvolti direttamente i servizi segreti francesi quali artefici del complotto alle spalle del capitano di artiglieria dell’esercito francese, Alfred Dreyfus (1859-1935), accusato di essere un informatore dei servizi segreti tedeschi. In realtà, le indagini dimostrano che si tratta di un’esca predisposta dai servizi segreti al fine di scoprire la centrale dello spionaggio tedesco.
A partire dagli inizi del nuovo secolo, anche la Gran Bretagna si dota di un proprio sistema di intelligence. È il 1909 quando il Committee for Imperial Defence decide di istituire il Secret Service Bureau, la cui Sezione Interna è rappresentata dal Security Service, noto anche come MI 5, istituito sotto la direzione del Capitano dell’Esercito, e incaricato di contrastare le attività spionistiche tedesche, ed il Secret Intelligence Service (SIS), noto anche come MI 6, sorto come sezione estera del Secret Service Bureau sotto la direzione del comandante, poi Capitano di Marina, Sir Mansfield Cumming (1859-1923), responsabile della raccolta informativa all’estero.
Il primo conflitto mondiale rappresenta il terreno di confronto dove i servizi segreti nazionali ebbero modo di mettere in atto le loro azioni e misurare la propria efficienza. Il ruolo svolto dal SIS, ad esempio, è determinante ai fini della vittoria inglese e della conseguente sconfitta tedesca, e in particolare l’intercettazione, la decodificazione e la successiva utilizzazione del telegramma Zimmerman rappresentò – come afferma J. T. Richelson in A Century of Spies. Intelligence in the XX Century del 1995 – “la più spettacolare operazione di intelligence”, nonché un evento determinante ai fini degli esiti del conflitto.
I servizi segreti tra la prima e la seconda guerra mondiale
Negli anni tra le due guerre le vicende dei servizi segreti nei singoli Stati si intrecciano inevitabilmente alle rispettive storie nazionali. In particolare, l’avvento dei regimi totalitari in Russia, Germania e Italia determina una trasformazione del ruolo dei servizi e una loro riorganizzazione funzionale alle esigenze dei regimi, per una difesa sia dalle minacce esterne che da quelle interne.
All’indomani della rivoluzione di ottobre nel 1917, Lenin (1870-1924) fa imprigionare i capi dell’Ochrana, che sarà sciolta poichè la sua funzione non viene ritenuta necessaria. A distanza di pochi mesi il leader comunista dovrà ricredersi e, nel dicembre del 1917, sarà fondata a Mosca la CEKA (Comitato straordinario di tutte le Russie per combattere la controrivoluzione e il sabotaggio), i cui emblemi (lo scudo e la spada), che saranno poi ereditati dal KGB, stanno a significare “proteggere la rivoluzione e colpire i nemici”. Alla CEKA si affianca l’attività della NKVD (Commissariato del Popolo per gli Affari Interni), protagonista in questi anni di memorabili iniziative di spionaggio, quali l’infiltrazione di un suo agente a Berlino per seguire l’evolversi delle trattative tra Giappone e Germania, culminate nel Patto Anticomintern, le cui clausole segrete sono ben note all’Unione Sovietica, e il reclutamento di un gruppo di agenti britannici, passati alla storia come i “magnifici cinque”, che permisero alla Russia di accedere ai più reconditi segreti di Whitehall, la sede del SIS.
Anche la Germania nazista opera un riordino dello spionaggio tedesco. Hitler (1889-1945) affianca all’Abwehr (Amt Ausland Nachrichten und Abwehr, ossia Dipartimento delle Informazioni dell’Estero e del Controspionaggio) il Sicherheitsdienst (SD, il Servizio di sicurezza). Si tratta di due servizi segreti istituzionali, dipendenti l’uno dal Comando Supremo della Wehrmacht (OKW) e l’altro dalle SS, ed entrambe le strutture si occupano di spionaggio e controspionaggio, ma si differenziano sul piano politico, in quanto espressioni l’una del vecchio establishment militare prussiano e l’altra del Partito nazionalsocialista (NSDAP).
In Italia assistiamo per volere del regime fascista alla nascita del Servizio Informazioni Militari (SIM), che si affianca nella sua attività di spionaggio e di controspionaggio, ad altre organizzazioni, tra le quali l’OVRA (Opera Vigilanza e Repressione Antifascismo). L’attività principale è rappresentata dalla raccolta di notizie di estrema utilità per la stabilità e la difesa del regime, nonché nell’attività di repressione e persecuzione delle voci di opposizione al fascismo. La sua struttura rimane invariata fino all’8 settembre 1943.
I servizi segreti in Europa nel periodo della guerra fredda
La seconda guerra mondiale rappresenta un crocevia importante nella storia dei servizi segreti.
In primo luogo perché l’attività di intelligence diviene la cosiddetta “quarta arma” a disposizione delle forze che partecipano al conflitto. La disponibilità di efficienti servizi segreti diviene condizione necessaria per prevenire le mosse del nemico, e l’ingresso sulla scena degli Stati Uniti con l’Office of Strategic Service creato nel 1942 dal presidente Roosevelt (1982-1945) rappresenta un elemento di novità nel panorama dei servizi di spionaggio e controspionaggio.
In secondo luogo perché nel nuovo ordine mondiale che scaturisce dall’esito del conflitto – la guerra fredda – i servizi segreti assumono un ruolo di particolare e rilevante importanza.
La divisione del mondo in due blocchi contrapposti sul piano politico-ideologico, nonché militare con la formazione di alleanze militari quali la NATO e il Patto di Varsavia, comporta una totale riorganizzazione delle agenzie di spionaggio e alla nascita di nuove e più moderne strutture finalizzate a tale scopo. Alla creazione della Central Intelligence Agency (CIA) negli Stati Uniti (1947) per volere del presidente Truman (1884-1972), seguono la nascita dei più evoluti servizi segreti nei Paesi europei. In Inghilterra, la SIS conobbe una profonda trasformazione; in Francia sorge nel 1946 Le Service de Documentation Extérieure et de Contre-Espionnage (SDECE), in sostituzione del Deuxième Bureau; in Italia nel 1949 nasce, alle dirette dipendenze del Capo di Stato Maggiore della Difesa, il Servizio Informazioni Forze Armate (SIFAR), quale servizio centrale unico dei servizi informativi delle tre forze armate (Esercito, Marina e Aeronautica); nella Germania Occidentale il Bundesnachrichtendienstes (BND) viene alla luce nel 1956. I servizi segreti alleati furono oggetto di un’ampia subordinazione nei confronti di quelli degli Stati Uniti, in particolare attraverso la struttura della NATO.
Anche i Paesi del blocco sovietico si dotano di efficienti e organiche strutture d’intelligence, come la Stasi (Ministerium für Staatssicherheit, ministero per la Sicurezza di Stato) in Germania Orientale, sorta nel 1950, e, soprattutto il Komitet Gosurdarstvennoij Bezopasnonsti, ossia il Comitato per la Sicurezza dello Stato, noto come KGB, istituito in Russia nel marzo del 1954 e frutto di una riorganizzazione dei servizi sovietici all’indomani della morte di Stalin (1879-1953).
Il KGB ingaggia in questi anni un serrato e intenso confronto con la CIA in termini di attività di spionaggio e controspionaggio militare e politico, da cui sono dipese le sorti mondiali per l’intero periodo della guerra fredda.
Dalla riorganizzazione degli anni Ottanta alla fine della guerra fredda
La fine degli anni Settanta e gli inizi degli anni Ottanta possono essere considerati il periodo di una seconda riorganizzazione dei servizi segreti in alcuni Paesi europei. In Italia sorgono nel 1977, per effetto della legge di riordino dei servizio per le informazioni di Stato, il Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Militare (SISMI) e il Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Democratica (SISDE); nella Spagna democratica, nel quadro del processo di rinnovamento istituzionale seguito alla morte di Franco (1892-1975), viene istituito con regio decreto il Centro Superior de Información de la Defensa (CESID); in Francia, invece, nel 1982 sorge la Direction Générale de la Sécurité Extérieure (DGSE) in sostituzione della SDECE.
Gli eventi che segnano la fine della Russia comunista e della divisione del mondo in due blocchi contrapposti, rappresentano uno spartiacque significativo nella storia dei servizi segreti europei. Le organizzazioni di intelligence dei Paesi rientranti nell’orbita sovietica si dissolvono, mentre quelle dei Paesi occidentali si ritrovano a dover ripensare la loro azione in seguito alla scomparsa della minaccia che hanno combattuto per un cinquantennio.
Pertanto, con la caduta del sistema sovietico e la scomparsa dello schema di riferimento Est-Ovest è andato modificandosi nell’ultimo ventennio sia l’orientamento generale dei servizi segreti sia la loro struttura operativa, e i sistemi di intelligence nazionali sono stati chiamati a rispondere all’esistenza di nuove e più intricate sfide, come mostrato dagli eventi terroristici verificatisi a partire dall’11 settembre.