Mauro, Humberto
Regista e sceneggiatore cinematografico brasiliano, nato a Volta Grande (Minas Gerais) il 30 aprile 1897 e morto ivi il 15 novembre 1983. Influenzato dalla letteratura popolare, dal melodramma teatrale e dal cinema americano (in particolare quello di David W. Griffith, King Vidor e Henry King), M. rimase saldamente ancorato alla sua terra d'origine, tanto da divenirne il cantore per eccellenza, realizzando film nei quali il gusto per il documentario, evidente fin dagli esordi, si rivela un tratto tipico del suo stile. La sua opera, estesa e varia, si sviluppò per mezzo secolo (dal 1925 al 1975) e conta una dozzina di film e più di 350 documentari. Tardivamente riconosciuto dalla critica, fu il primo regista a esprimere una propria originale poetica nell'ambito della cinematografia brasiliana. Agli inizi degli anni Sessanta i registi del Cinema Nôvo riconobbero in lui il paradigma di un cineasta che non aveva ceduto al mercato, alle sue mode o a modelli produttivi e culturali colonizzatori. Nella riflessione critica di quegli anni il ritratto che emerge è quello di un autore che, sottraendosi alla colonizzazione culturale del cinema straniero, aprì, per primo in Brasile, il dibattito sull'autenticità della cultura brasiliana e sulla sua identità, cancellando ogni falso retaggio folclorico. Purtroppo, la maggior parte dei film di M. sono andati perduti.
Interessato agli aspetti tecnici del cinema, dopo gli studi in ingegneria, nel 1925 realizzò a Cataguases, assieme al fotografo Pedro Comello, il suo primo cortometraggio, Valadião, o cratera. Con la collaborazione di Comello e il sostegno economico del commerciante Homero Cortes, iniziò poi le riprese di Os três irmãos, film che però non venne mai terminato. Dopo aver fondato con Comello una società di produzione, la Sul America Film, M. ne fondò una seconda, che sostituì la prima, grazie all'adesione di Agenor Cortes de Barros e di H. Cortes, la Phebo Sul America Film. Il primo film realizzato dalla nuova società, Na primavera da vida (1926, dal regista anche sceneggiato, come molti dei suoi lavori successivi), lanciò Eva Nil, futura musa del cinema brasiliano. Alla fine degli anni Venti M. diresse Braza dormida (1928) e nel 1930 Sangue mineiro (terminato grazie all'aiuto dell'attrice e produttrice Carmen Santos), per poi trasferirsi a Rio de Janeiro, chiudendo così il 'ciclo di Cataguases', che, assieme a Limite (1930) di Mário Peixoto, siglò la stagione del cinema muto brasiliano. A Rio de Janeiro, lavorando per la Cinédia, società cinematografica dell'amico Adhemar Gonzaga, portò a termine nel 1930 un film iniziato da quest'ultimo, Lábios sem beijos, commedia di sapore carioca e uno degli ultimi film muti prodotti in Brasile.Nel 1933 girò Ganga bruta, suo primo film sonoro e grande successo di pubblico che lanciò una delle prime stelle del cinema brasiliano, Déa Selva. Sempre nel 1933 diresse, assieme a Gonzaga, A voz do carnaval, mescolando scene girate nelle strade a riprese in studio; primo film brasiliano ad avere il sonoro registrato direttamente sulla pellicola, con il sistema Movietone, lanciò la popolarissima Carmen Miranda e anticipò quel genere musicale-carnevalesco, che sarebbe poi stato uno dei più frequentati e sentiti dal cinema brasiliano. Il 1933 fu anche l'anno in cui ebbe inizio la collaborazione di M. con Carmen Santos e la sua società di produzione Brasil Vita Filmes: a causa delle poche opportunità di lavoro offerte dal mercato cinematografico brasiliano, che cominciava a vivere una profonda crisi economica, accettò infatti di dirigere alcuni documentari (attività che avrebbe proseguito per tutta la vita). Nel 1935 la Santos gli offrì una nuova possibilità, e il regista realizzò uno dei film più riusciti degli anni Trenta, Favela dos meus amores. Girato in una favela di Rio con pochi attori professionisti e molte persone prese dalla strada, il film anticipò la futura lezione del Cinema Nôvo. Contemporaneamente iniziò la collaborazione con l'INCE (Instituto Nacional do Cinema Educador), fondato da Edgar Roquette-Pinto, per il quale M. girò numerosi documentari.
Nel 1937 fu la volta di O descobrimento do Brasil, film di soggetto storico e una delle produzioni più costose dell'epoca. Quest'opera era stata inizialmente affidata ad Alberto Campilla, chiamato dal presidente dell'Instituto do Cacau da Bahia, I. Tosta, attratto dall'idea di patrocinare una ricostruzione storica della scoperta del Brasile. Dopo vari contrasti con il produttore il film passò nelle mani di M., che lo modificò completamente scegliendo di girarlo negli studi della Santos, cambiando la sceneggiatura e facendo comporre le musiche a Heitor Villa-Lobos. Le recensioni dell'epoca sottolinearono soprattutto i toni patriottici dell'operazione, senza valorizzare il lavoro cinematografico di M. che, dal montaggio delle scene all'atmosfera mistica ricreata, soprattutto nella sequenza della processione e della prima messa celebrata in terra pagana, introdusse nel cinema brasiliano segni di una modernità fino ad allora sconosciuta e un'inedita sensibilità antropologica. Nel 1952 girò e interpretò O canto da saudade, suo ultimo film a soggetto; negli anni successivi, infatti, fino al 1967, avrebbe realizzato solo un decina di cortometraggi. Ma il suo contributo al cinema brasiliano, anche quando smise di lavorare come regista, continuò come attore, direttore della fotografia, sceneggiatore. Il suo ultimo lavoro fu un atto d'amore per la nativa Volta Grande, il documentario Carro de bois (1975).
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