Glottologo (Gotha 1842 - Graz 1927); prof. a Halle (1873) e poi a Graz (1876-1900). Socio straniero dei Lincei (1902). In Der Vokalismus des Vulgärlateins (3 voll., 1866-68) tentò per la prima volta una storia sistematica del latino volgare soprattutto con l'intento di render conto delle varietà storiche; in Über die Klassifikation der romanischen Mundarten (1900) mostrò come l'area romanza sia il risultato di una complessa sovrapposizione di correnti innovatrici e al problema dei contatti e delle sovrapposizioni dedicò le opere Kreolische Studien (9 voll., 1882-91), Slawo-Deutsches und Slawo-Italienisches (1884), Romanobaskisches (1887-1919) e Baskisch und Hamitisch (1913-14). Fu attratto anche da problemi morfologici e lessicali (Baskische Studien, 1893; Kartwelische Sprachwissenschaft, 1896-97; Die iberische Deklination, 1907; Berberische Studien, 1908; Die romanischen Lehnwörter im Berberischen, 1918). Particolarmente importante è il suo contributo alla lessicografia e all'etimologia romanza (Romanische Etymologien, 1897-99; Cose e parole, 1911): le sue ricerche onomasiologiche su "andare" e "trovare" nelle lingue romanze restano esempî di metodo. L'etimologia, da lui concepita come parte della storia della cultura, gli permise di procedere a una revisione dei concetti di legge fonetica e di classificazione genealogica allora dominanti. Alla parentela genealogica affiancò come forma antinomica la parentela "elementare", cioè la comunione di possesso di quei procedimenti con cui ogni individuo elabora la materia linguistica, procedimenti uniformi perché fondati sull'uniformità dello spirito umano. Al concetto di lingua nettamente delimitata sostituì la consapevolezza del continuo succedersi e sovrapporsi e mescolarsi dei contatti culturali. Al preteso carattere naturale o biologico delle leggi fonetiche sostituì la nozione di conguagliamento (analogia fonetica) raggiunto per imitazione, semplice effetto sociologico del contatto che ogni individuo ha con la comunità linguistica. Conseguenza di queste sue posizioni è che S. è considerato tanto antesignano della linguistica storica quanto della linguistica idealistica.