Cortes (o Cortez), Hernan
(o Cortéz), Hernán Conquistatore spagnolo (Medellín, Badajoz, 1485-Castilleja de la Cuesta, Siviglia, 1547). Di una famiglia di piccola nobilità dell’Estremadura, tentò gli studi universitari prima di decidere di far fortuna nel Nuovo Mondo. Nel 1504 s’imbarcò per Santo Domingo e seguì quindi D. Velázquez nella conquista di Cuba (1511). Nel 1518 gli fu affidato il comando della spedizione nel Messico. Secondo la leggenda, bruciò le navi appena sbarcato e affrontò gli inviati dell’imperatore Montezuma. Si avvalse delle divisioni intestine dell’impero azteco per avanzare vittoriosamente verso la capitale, dove entrò l’8 nov. 1519. Gli indigeni furono rapidamente sottomessi e lo stesso Montezuma fu fatto prigioniero. L’arrivo di una flotta spagnola che minacciava di sottrargli la conquista lo spinse ad allontanarsi da Città di Messico per sconfiggere i connazionali. Scoppiò allora una sommossa azteca, nel corso della quale fu ucciso l’imperatore, ma C. riuscì a reprimerla e a reimporre il proprio dominio. La conquista non era tuttavia assicurata e i combattimenti durarono ancora sino alla vittoria definitiva nel 1521. L’anno successivo fu nominato da Carlo V capitano generale e governatore della Nuova Spagna. Iniziò allora la colonizzazione ricostruendo Città di Messico, fondando nuove città e tentando di estendere il dominio spagnolo con varie spedizioni. In prima persona tentò anche l’occupazione dell’Honduras (1524-25). Divise inoltre la terra tra i militari consentendo l’ – egli stesso divenne il più grosso encomendero – e dando così l’avvio al rapace sfruttamento delle risorse locali e della manodopera indigena. Madrid cercò di limitarne il potere inviando ispettori, poi istituendo il vicereame della Nuova Spagna. C., recatosi in Spagna nel 1527, ottenne, però, la conferma dei suoi titoli e del suo potere militare. Ritornò dunque nel Messico (1530) e nel decennio successivo si interessò dell’esplorazione della California. Fallito questo tentativo, tornò sfiduciato in Spagna (1540). Partecipò (1541) con valore alla spedizione contro Algeri, ma la sua carriera era finita. Non ottenne da Carlo V l’ammissione alla corte e morì in relativa oscurità, mentre tentava di rientrare nei possessi americani.