SIMON, Herbert
Economista, nato a Milwaukee (Wisconsin) il 15 giugno del 1916; vincitore del premio Nobel per le scienze economiche nel 1978. Ha ottenuto il dottorato di ricerca in scienze politiche presso l'università di Chicago nel 1943. Dal 1949 insegna presso l'università Carnegie-Mellon di Pittsburgh ed è attualmente Richard King Mellon professor di scienza del calcolatore e psicologia. Ha scritto di economia, matematica, psicologia, scienza dell'organizzazione in numerosi articoli su riviste specializzate e libri tra cui i più noti sono Models of man (1956), Organizations (1958), The shape of automation (1965), Human problem solving (1972) e Administrative behavior. Quest'ultimo libro, la cui prima edizione apparve nel 1947, rappresenta una svolta importante nello studio della microeconomia. Pur essendo un testo di gestione aziendale, tuttavia, le implicazioni contenute nell'analisi che S. fa dei processi decisionali nell'ambito di una struttura vasta e decentrata, qual è quella tipica delle grosse imprese industriali moderne, portano a una fondamentale rivoluzione nelle teorie del comportamento dell'imprenditore e quindi, più in generale, nelle teorie dell'offerta nei sistemi economici. Le teorie di S. si pongono su posizioni contrapposte a quelle della scuola neoclassica di A. Marshall che partivano dall'ipotesi che il settore della produzione fosse composto da piccole imprese possedute da un singolo proprietario operante razionalmente e con completa informazione, e avente per fine l'ottenimento del massimo profitto nel lungo periodo. Per S. invece l'impresa rappresenta un sistema flessibile in cui un complesso di elementi fisici, personali e sociali sono tenuti insieme da una rete di intercomunicazioni e i suoi membri s'impegnano a cooperare per un fine comune. In questo sforzo essi non sono in grado di agire razionalmente in quanto non usufruiscono di un'informazione completa circa le conseguenze delle loro decisioni e sono inoltre ostacolati da impedimenti personali e sociali.
Essendo questa la realtà in cui opera l'impresa, è più corretto descriverla come un'unità operativa il cui fine non è di massimizzare il profitto ma di raggiungere risultati accettabili ai propri problemi.
Nella teoria economica pura il nome di S. rimane legato al noto teorema di Hawkins-Simon relativo all'analisi input-output. Nel loro articolo Some conditions of macroeconomic stability sulla rivista Econometrica del 1949, i due autori esposero alcune condizioni matematiche che spiegano le circostanze in cui si verifica che le soluzioni delle equazioni che derivano da una tavola input-output forniscano uno o più numeri negativi, ossia soluzioni senza significato economico. In effetti, se i settori produttivi sono più di due, affinché si abbia un sistema economicamente valido, occorre garantire che la produzione di un'unità di un certo bene richieda, attraverso tutti i fabbisogni intermedi, una quantità del medesimo bene minore dell'unità. Le condizioni matematiche che assicurano tale circostanza sono che il determinante dei coefficienti e tutti i suoi minori principali siano positivi.