BARBUSSE, Henri
Romanziere francese, nato ad Asnières il 17 maggio 1873, vivente. Esordì nel 1895, sotto il patrocinio del suocero Catulle Mendès, con un volume di versi: Pleureuses. Ad otto anni di distanza, seguì un romanzo della stessa vena intimista ed elegiaca: Les suppliants. Nel 1908 pubblicò L'enfer, dominato dall'ossessione dell'istinto sessuale e dal pensiero della morte. Nel 1914 Nous autres, raccolta di novelle, passò inavvertito, ma nel 1916 Le feu trasse di colpo B. dall'ombra. Il colossale successo del libro, journal d'une escouade di combattenti, più che da peculiari virtù artistiche derivò dall'avere mostrato, con brutalità di mezzi, il realistico volto della guerra in un tempo in cui prevaleva ancora in quella letteratura una convenzionale retorica. Le feu orientò B. verso la politica, e le rimanenti opere sue hanno carattere di polemica pratica e spesso ciecamente partigiana: Clarté (1919), Paroles d'un combattant (1920), La lueur dans l'abîme (1920), Le couteau entre les dents (1921), Quelques coins d'un cøur (1921), Les enchaînements (1925), Judas (1927). Vive ora per lo più in Russia e, dedicatosi alla propaganda bolscevica, cerca di sfrùttare a tale scopo la rinomanza letteraria conquistata in Occidente.
Bibl.: H. Hertz, H. B., Parigi 1919.