LEUTHOLD, Heinrich
Poeta svizzero, nato a Wetzikon (Zurigo) il 9 agosto 1827. Di famiglia molto umile e poverissima, riuscì tuttavia a frequentare le università di Berna e di Basilea, e fu scolaro di W. Wackernagel e di J. Burckhardt. Irrequieto e impetuoso di carattere, visitò con Karoline Trafford, che gli fu fedele amica per tutta la vita, la Svizzera meridionale e l'Italia, dove gli si dischiuse il "mistero della grave vita" e si rasserenò il suo animo pessimista. Alla lirica patriottica e sociale (Das Elend, 1851) seguirono liriche d'ispirazione italiana, pervase da un profondo senso di pace e di serena contemplazione. Nel 1857 si stabilì a Monaco di Baviera e divenne membro del circolo "Das Krokodil" che riuniva intorno a Geibel e a Heyse i poeti della scuola monacense. Collaborò al Münchener Dichterbuch e pubblicò con Geibel Fünf Bücher französischer Lyrik (1862). A differenza di Geibel, L. prese parte attiva alla politica, rivendicando l'unità della Germania sia nella poesia sia negli articoli scritti per la Süddeutsche Zeitung di cui fu redattore dal 1860 al 1865, quando prese la redazione della Schwäbische Zeitung a Stoccarda. L'attività giornalistica non riuscì tuttavia a soddisfarlo. Tornò a Monaco nello stesso anno e vi compose una Penthesilea (1868), poema epico in dodici canti, e un Hannibal (1871), ciclo di rapsodie ispirate alla battaglia di Canne e agli ozî di Capua. Forti scosse morali, come l'assassinio del fratello, una grave malattia e la vita sregolata indebolirono negli anni seguenti l'organismo di L. Nel 1877 fu colpito da pazzia; morì il 1° luglio 1879 nel manicomio di Burghölzli presso Zurigo.
Classico di aspirazione e di gusto, L. fu nella vita un romantico in eterno dissidio col mondo che lo circondava e con sé stesso, e come romantico trovò la sua piena espressione nella lirica, la quale, superando l'iniziale influenza di Lenau e di Platen, rispecchia nei momenti migliori quel senso di solitudine e quel pessimismo ora ribelle, ora rassegnato che era in fondo alla sua anima. Per la padronanza della forma e la facilità della vena musicale sono notevoli anche le sue numerose versioni di liriche francesi, inglesi e italiane tra cui una scorrevole traduzione del Cinque maggio.
Opere: Gedichte, ed. da J. Bächtold, Frauenfeld 1879; e da A. Schurig, Lipsia 1910, Gesammelte Dichtungen, ed. da G. Bohnenblust, voll. 3, Frauenfeld 1914.
Bibl.: A. W. Ernst, H. L., Amburgo 1891; M. Plüss, L.s Lyrik u. ihre Vorbilder, Berna 1908; E. Ermatinger, H. L., in Krisen u. Probleme der neueren deutschen Dichtung, Vienna 1928.