HAWAII (A. T., 169)
Gruppo di 8 grandi isole e di 4 isole minori, formate dalle cime emerse di una catena vulcanica sottomarina che s'innalza per circa 730 km. dal letto del Pacifico, fra l'isola di Niihau (22° N. e 160° O.) e quella di Hawaii (19° 30′ N. e 155° 30′ O.). Le isole abitate dell'arcipelago sono: Niihau, Kauai, Oahu, Molokai, Lanai, Kahoolawe, Maui, e Hawaii; vi sono poi numerosi isolotti rocciosi e deserti di nessuna importanza. L'attività vulcanica è maggiore nel SE., cioè nella grande isola di Hawaii, mentre va gradatamente diminuendo verso il NO. del gruppo.
Le isole sono formate in genere da uno o più picchi vulcanici contigui, e risultano costituite quasi totalmente da rocce ignee basiche, unite a basalto; talvolta però, intorno ad alcune di esse, si trovano anche banchi corallini sollevati. Le rocce vulcaniche sono di due specie: le colate di lava di prima emissione consistono di materiale assai grossolano chiamato aa, quasi impraticabile; le colate successive presentano invece superficie lisce e tondeggianti e sono facilmente traversabili. Questo tipo, detto pahoehoe, fornisce in qualche luogo una pietra da costruzione, azzurrina, assai compatta. Dalle ceneri vulcaniche si sono formati tufi più o meno friabili e teneri, che costituiscono un terreno assai meno buono di quello formato dalla lava solida alterata. In molte località il terreno è arricchito da strati di humus; altrove le piogge abbondanti hanno portato via in quantità considerevole, le sostanze solubili rendendo così il terreno assai povero.
Clima e idrografia. - Sebbene situate proprio a S. del tropico del Cancro, le isole Hawaii, essendo circondate da ampie aree oceaniche, godono d'un clima molto più fresco e uniforme di quello di molte altre regioni poste alla stessa latitudine. Elemento dominante è l'aliseo, che soffia ininterrottamente da NE. per 8 mesi dell'anno: durante gli altri 4 mesi, e cioè da dicembre a marzo, il vento dominante è quello di SO., localmente detto kona. Le regioni nordorientali battute dal vento sono generalmente umide e spesso ricche di vegetazione, invece quelle sud-occidentali, riparate, sono talvolta aride. Il quadro seguente mostra i principali dati climatici di Honolulu:
A causa del loro carattere prevalentemeute montuoso non vi sono nelle isole fiumi importanti, ma soltanto torrenti che scorrono entro gole strette e incassate, caratteristiche della regione.
Flora. - La vegetazione originaria è in gran parte scomparsa a causa dell'estendersi delle coltivazioni. Tuttavia le zone montane più alte rivolte verso il vento sono ancora in parte rivestite dalle antiche foreste. I primi Hawaiani dovettero importare nelle isole numerose piante utili, fra le quali l'albero del pane, il cocco, la banana, il taro, la canna da zucchero e il gelso. Dal kukui o albero delle candele gl'indigeni ottenevano il mezzo d'illuminazione, e con le fibre della hala facevano lavori d'intrecciatura. Quasi tutti gli alberi fruttiferi tropicali introdotti dai coloni bianchi hanno attecchito assai bene: molti di essi, fra cui l'arancio, il limone, il mango, si trovano oggi anche allo stato selvatico.
La flora dell'arcipelago hawaiiano è stata definita una mescolanza di componenti ad affinità americane e malesi, con predominanza delle prime. Più esattamente gli studiosi più recenti (Skottsberg) vi distinguono tre diversi componenti; paleotropicale, costituito di specie polinesiane, indo-malesi ed endemiche e diffuso nella pianura inferiore e nel piano montano medio; antartico, caratteristico delle stazioni montane umide e fresche, con generi quali Oreobolus, Astelia, Acaena, Gunnera, Lagenophora; e paleopacifico, assai vario a sua volta, tanto che un maggiore progresso di conoscenze permetterà probabilmente in avvenire di distinguerlo in raggruppamenti minori, rappresentante il 61% della flora del piano montano superiore e il 32% della flora totale dell'arcipelago. Nel complesso della flora l'endemismo assume proporzioni eccezionali; infatti su 739 specie di fanerogame, 575, cioè circa l'80%, sono esclusive delle Hawaii (Hildebrand), con speciale rappresentanza delle famiglie delle Composite, Lobeliacee, Rubiacee, Labiate, Graminacee, Ciperacee, Rutacee, Cariofillacee, Cirtandracee, Leguminose, Solanacee, Euforbiacee, Piperacee (Mann).
Il paesaggio botanico dell'arcipelago poi presenta anzitutto un piano inferiore, compreso tra la costa e i 300 m. s. m., occupato da formazioni di Graminacee sparse d'alberi tropicali, al quale ne segue uno di foresta tropicale, estendentesi tra i 600 e i 1800 m. s. m. e caratterizzato dalla diffusione dell'Acacia koa, specie che, come l'Acacia heterophylla di Bourbon, alla quale è strettamente affine, sostituisce parzialmente con fillodi le sue foglie pennate. Quest'albero, che è il maggiore delle Hawaii, è accompagnato da un compatto sottobosco d'alberi e arbusti sempreverdi, parecchi dei quali appartengono a famiglie e generi che mancano altrove di specie legnose: Violacee (Isodendron), Cariofillacee (Alsinodendron), Geraniacee (Geranium arboreum); o che le presentano raramente: Composite (Gailliardia, Wilkesia, Hesperomannia). Mancano in questa flora, molto ricca ed interessante, le orchidee epifite e le specie del genere Ficus, le quali rappresenterebbero affinità asiatiche. Seguono, in un piano montano superiore raggiungente, a 2800 m. s. m., il limite della vegetazione arborea, boscaglie composte di alberetti (Sophora) o di arbusti (Vaccinium, Railliardia, Argyroxiphium, ecc.), mentre una leguminosa (Edwardsia grandiflora, nome loc. manati), alta anche 6-10 metri, si spinge, sul Maunakea, sino a 3346 m. s. m., cioè appena al disotto del limite estremo della vegetazione graminosa e povera delle poche vette che s'innalzano al disopra del limite delle boscaglie.
Lo studio di questa flora ipsofila, del resto, scarsa di specie, ma più accentuatamente endemica di tutto il resto della vegetazione, ha avuto una grande importanza nella discussione sull'origine del rivestimento vegetale d'un distretto così isolato qual è l'arcipelago hawaiiano. Basti accennare qui che, contrariamente all'opinione del Guppy, il quale, nel suo libro sulla vegetazione delle isole del Pacifico, ha attribuito un'importanza notevole alla disseminazione a distanza per giustificare il popolamento delle Hawaii, Skottsberg ha recentemente riassunto le ragioni molto serie per le quali si può affermare che gli endemismi localizzati attualmente sulle vette vulcaniche di recente origine dell'arcipelago, appartengono a un'antica flora ipsofila sviluppatasi su gruppi montuosi oggi così ridotti di altezza da rimanere sommersi nella zona forestale, e costituitasi probabilmente in dipendenza di condizioni geografiche assai diverse dalle attuali della regione del Pacifico.
Fauna. - La fauna delle isole Hawaii è straordinariamente ricca e interessante. I Mammiferi, tranne quelli importati dall'uomo, mancano. Fa eccezione una sola specie di pipistrello, caratteristica di queste isole, l'Atalapha Grayi, appartenente a un genere americano.
Gli Uccelli sono rappresentati da numerose specie, di cui molte esclusive delle isole. Fra quelle acquatiche un buon numero è caratteristico delle Hawaii, mentre il resto è comune alle altre isole del Pacifico. La presenza esclusiva di un'intera famiglia di Passeriformi, i Drepanidi, dal becco di forme singolarmente varie, ricca di molte specie, è la caratteristica principale della fauna ornitica hawaiiana. Le specie di questa singolare famiglia sono strettamente localizzate nelle varie isole dell'arcipelago. La fauna erpetologica è molto scarsa ed è costituita da alcune specie di Sauri tra i quali caratteristico un geko, l'Hemiphyllodactylus leucostictus. Tra gli Anfibî è notevole una specie di rospo, il Bufo dialopus. Il mondo degl'Insetti è straordinariamente ricco, rappresentato da più di 3300 specie, di cui 2700 circa, endemiche. Si tratta in genere di piccole forme attere o ad ali ridotte. I Molluschi terrestri vivono nelle Hawaii con circa 400 specie, delle quali i tre quarti appartengono alla famiglia Achatinellidi, e sono esclusive delle isole, dove furono trovate anche allo stato fossile. Le specie di questa famiglia sono poi localizzate in determinate isole dell'arcipelago.
L'insediamento umano nelle isole. - Pare che i primi abitanti delle Hawaii siano venuti dal S., cioè da Samoa; però nelle isole nord-occidentali del gruppo sembra predominare un tipo razziale a statura più bassa che, secondo Roland Dixon, non si presenta in altri luoghi della Polinesia. Si suppone che le isole fossero occupate per la prima volta verso il 500 d. C. dagli uomini che costruirono in Molokai i giganteschi vivai per i pesci. Nel 1100 vi fu un'altra migrazione dal S., ma poi gli Hawaiani rimasero del tutto isolati e con un ricordo assai incerto dei paesi d'origine. Gli Spagnoli forse scoprirono le isole per primi, ma la prima relazione autentica rimane quella riportata da Cook nel gennaio 1778. Egli aveva dato al gruppo il nome di Sandwich (in onore di John Montagu, conte di Sandwich), ma in seguito esso fu sostituito da quello indigeno. Il 14 febbraio 1779 Cook, di ritorno nelle isole, trovava la morte sulla costa occidentale di Hawaii, nella baia di Kealakekua, durante una mischia con gli indigeni. Fra il 1790 e il 1810 Kamehameha, successore di una lunga serie di capi guerrieri, riuscì a rendersi padrone di tutte le isole; ma in questo periodo G. Vancouver vi approdava e nel febbraio 1794 esse venivano poste spontaneamente sotto il protettorato inglese. Il trattato non fu però ratificato. Kamehameha fu un governatore saggio e forte, giustamente ritenuto il più grande Hawaiano. Al principio del secolo XIX le isole vennero visitate di frequente da navigatori in cerca di legno di sandalo. I primi missionarî americani vi approdarono nel 1820. Leggi liberali sulla proprietà territoriale furono emanate dal re Kamehameha III, secondo le quali gl'indigeni divenivano in gran parte proprietarî della terra sulla quale vivevano. Nel 1843 il capitano Paulet annesse le Hawaii all'Inghilterra, ma il suo atto non fu approvato e le isole riacquistarono la loro autonomia. Nel 1850 circa furono iniziate le comunicazioni a mezzo di piroscafi regolari con S. Francisco e con Sydney. Durante il regno di Kalakaua fu ratificato con gli Stati Uniti un trattato commerciale e nel 1876 le Hawaii cedevano a questi, in cambio di un trattamento di favore, la meravigliosa baia di Pearl Harbour come base marittima. Nel 1894 veniva proclamata nelle isole la repubblica con a capo il presidente Sanford B. Dole: nel 1898, dopo lunghe trattative, esse passavano agli Stati Uniti. Fino al 1875 circa, furono abitate quasi esclusivamente da indigeni hawaiani: pare che nel 1820 ve ne fossero 150.000, ridotti nel 1870 a circa 60.000. Nel 1910 vi erano circa 30.000 indigeni puri (e 7848 meticci), nel 1920 gli Hawaiani puri erano soltanto 25.000. Nessun'altra parte della terra presenta infatti una così grande miscela di razze e in nessun luogo, come nelle Hawaii, possono essere studiati gl'interessanti problemi degl'incroci razziali.
Nel 1852 furono introdotti numerosi Cinesi per lavorare nelle piantagioni di canna da zucchero e nel 1878 vi arrivarono 2000 indigeni dalle Isole Gilbert. I primi Giapponesi furono introdotti nel 1868. Fra il 1878 e il 1882 circa, 8000 Portoghesi vi immigrarono dalle isole di Madera e dalle Azzorre. Nel 1896 vi erano circa 31.000 Hawaiani puri, 24.000 Giapponesi, 21.000 Cinesi, 15.000 Portoghesi. Più recentemente, per sopperire alle deficienze di mano d'opera, si cominciarono ad introdurre lavoratori dalle Filippine. Questi hanno acquistato ora, nelle piantagioni di canna da zucchero, più importanza dei Giapponesi, i quali invece si sono dedicati alle grandi coltivazioni di ananassi. I Giapponesi stanno aumentando di numero così rapidamente da far ritenere che nelle elezioni del 1940 avranno probabilmente la maggioranza dei votanti. La popolazione totale era nel 1920 di 256.000 individui, nel 1930 di 368.336.
La popolazione indigena. - Gli abitanti originarî delle isole (kanaka, "uomini") sono ormai una piccola minoranza nella loro antica patria e il loro tipo si va sempre più alterando per la mescolanza con le razze immigrate. Sotto la guida del governo americano essi si sono adattati con abilità e intelligenza ai nuovi tempi; lavorano nelle piantagioni di canna da zucchero, con le quali gli Americani hanno coperto il fertile terreno vulcanico, lavorano negli zuccherifici, mostrano le bellezze e le curiosità delle isole allo straniero che viene a visitare la "Perla del Pacifico", e mandano i prodotti della loro pesca al mercato di Honolulu. L'istruzione è molto diffusa; pochi indigeni non sanno leggere e scrivere l'inglese e l'hawaiano e non mancano disposizioni per il giornalismo nella lingua materna polinesiana. L'abbigliamento e le abitudini sono abbastanza moderne. (Per la lingua, v. polinesia; maleopolinesiache, lingue).
Come in molte isole della Polinesia, anche qui il nuoto a traverso la risacca è rimasto uno degli sport favoriti. Avanzano sul mare con la barca fino alla vicinanza di uno scoglio; poco prima di arrivare ad esso abbandonano la barca e salgono sopra una stretta asse che termina davanti a punta e sulla quale si lasciano spingere dal mar di leva contro la risacca. Il giuoco consiste nel raggiungere la spiaggia senza essere gettati giù dall'asse; per questo bisogna prendere il momento in cui la cresta dell'onda si rompe.
Le ragazze mostrano ancora oggi agli stranieri, dietro ricompensa, la danza hula-hula, spesso nel costume nazionale, cioè con la sottana di foglie e le corone di fiori. In questa danza esse ondeggiano col busto e con le braccia senza cambiare di posto, ora con movimenti lenti e solenni, ora più presto e appassionatamente. Le canzoni moderne degl'indigeni mostrano naturalmente una forte tendenza verso la musica straniera. Il cristianesimo è riconosciuto ufficialmente dappertutto, ma le antiche divinità non sono ancora state del tutto abbandonate, specialmente se sono collegate alla magnifica natura dell'isola, e fino ai nostri tempi le vecchie tradizioni continuano a vivere tenacemente. Così, essi credono che nel cratere acceso del Kilauea, sul pendio del Maunga Loa, abiti la dea Pele (è noto come Giacomo Cook, quando visitò l'isola, fu preso dagl'indigeni per il consorte di lei, "Rono") e che la sua ira determini le eruzioni. Nel 1926 un pescatore canaco, che possedeva una capanna sul pendio del Maunga Loa, respinse una vecchia donna, a lui sconosciuta, che gli chiedeva del pesce; la vecchia si allontanò e dal cratere eruttò lava incandescente. Convinto che la sconosciuta fosse "Madama Pele" in persona, egli macellò il suo unico maiale, lo arrostì, secondo l'antica maniera, nel forno a terra (cioè in una buca su pietre calde), lo portò sulla montagna e là lo depose come sacrificio sul cammino del fiume di lava, ma naturalmente senza ottenere lo scopo desiderato: la salvezza della sua capanna.
Le singole isole. - L'isola più importante e più popolosa, sebbene non sia la più grande, è Oahu: situata quasi nel centro del gruppo, misura 1550 kmq. di superficie, 65 km. di lunghezza e 32 di larghezza. Essa è formata da due rilievi vulcanici disposti in direzione NO.-SE., profondamente erosi. Una larga e bassa depressione occupa la parte centrale dell'isola fra le due catene. Caratteristica dell'isola sono i banchi di corallo sollevati, i quali indicano adesso le baie rimaste entro terra. Honolulu sorge appunto sopra uno di questi banchi corallini. La baia di Kaneohe sulla costa orientale rivolta verso il vento è molto bassa e quindi pericolosa, mentre i porti di Honolulu e di Pearl sono assai buoni. Il punto più alto dell'isola è il Kaala (1237 m.) nel gruppo Waianae, che si innalza nella parte occidentale dell'isola. La catena orientale, Koolau, è molto più lunga estendendosi per circa 60 km. e raggiunge i 950 m. di altezza. Colate di lava scese da questa catena vulcanica hanno quasi colmato la valle principale. Una bella strada traversa l'isola da Honolulu passando per le precipiti balze di Pali alte quasi 300 m. e dovute alla rapida erosione prodotta dalle piogge abbondanti del versante rivolto verso il vento. La pianura mediana ha nel centro dell'isola circa 250 m. di altezza: essa è in gran parte occupata dalle piantagioni di canna da zucchero e di ananassi. L'acqua per il bestiame viene fornita da grandi bacini artificiali e da pozzi artesiani: una conduttura interna attraverso i monti Koolau porta l'acqua a Waipahu. Molti piccoli coni tufacei s'incontrano presso Honolulu, alcuni dei quali possiedono crateri quasi perfetti (Diamond Hill, Punch-bowl). Tre delle piantagioni maggiori dell'isola occupano i dintorni di Pearl Harbour, a Ewa, a Waipahue e ad Aiea; un'altra si trova sulla costa settentrionale a Waialua. Le coltivazioni di canna tra Ewa e Barber's Point, in gran parte irrigate con acque artesiane, sono particolarmente produttive. Sui bassopiani fra Honolulu e Pearl Harbour e sulla stretta pianura costiera orientale viene coltivato abbondantemente il riso. Gli ananassi, che vengono esportati in quantità, sono coltivati specialmente nella pianura centrale, oltre che a Pearl Harbour e sulla costa orientale presso la baia di Kaneohe.
La pesca è un'industria importante di Oahu. Gli antichi vivai degli Hawaiani per i pesci sono stati riparati e vengono oggi usati dai Cinesi. La pesca al largo è esercitata invece soprattutto dai Giapponesi intorno alle isole nord-occidentali, da dove trasportano il pesce conservato nel ghiaccio a Honolulu.
Linee ferroviarie percorrono le coste meridionali, occidentali, settentrionali e la pianura centrale, in servizio più che altro delle piantagioni. Il cavo del Pacifico che collega Shangai con S. Francisco tocca Waikiki presso Honolulu. Importanti stazioni radiotelegrafiche installate a Pearl Harbour e a Koko Head comunicano con gli Stati Uniti. Pearl Harbour possiede anche uno dei dock più grandi del Pacifico, assai ben protetto da fortificazioni. L'isola, che conta 3 grandi porti militari, è un'importante base navale e militare degli Stati Uniti.
Hawaii, l'isola più grande, ha circa 10.400 kmq. di superficie, e cioè i 5/8 di quella totale del gruppo: da N. a S. essa misura 145 km. e da E. a O. 96 km. La costa occidentale, battuta dal vento, alta anche qualche centinaio di metri, scende a picco sul mare: non vi sono grandi baie. L'isola consiste essenzialmente di tre grandi coni vulcanici e di numerosi coni laterali minori. L'estremità settentrionale è formata dai monti Kohala (1678 m.), che si presentano nella parte orientale profondamente erosi. Grandi cañones solcano la catena, dove in passato vi erano cascate alte 500 m. L'acqua è stata in gran parte deviata per irrigare le piantagioni. Dei due monti principali, il Mauna Kea (4209 m.), il più settentrionale, presenta una sommità appiattita di 8 km. di lunghezza e 5 di larghezza. Durante l'inverno esso è abbondantemente coperto di neve. Più ad occidente il Hualalai, alto 2522 m., non ha cratere, ma fu in eruzione nel 1801. La porzione meridionale dell'isola è dominata dal cono piatto del Mauna Loa (4168 m.), che termina in un cratere attivo dal diametro di 6 km. Sul fianco orientale del Mauna Loa, e a circa 40 km. dalla sommità, si innalza il vulcano più importante del mondo, il Kilauea alto 1230 m., il cui cratere, talvolta colmo di lava liquida, misura 5 km. di larghezza e 3 di lunghezza. Sull'orlo di esso sorge un osservatorio vulcanologico. In questi ultimi cento anni si sono avute nell'isola 12 grandi emissioni di lava: di queste, 10 provenienti dal Mauna Loa, una dal Hualalai, e una dal Kilauea. La città di Hilo, sulla costa orientale, fu seriamente minacciata dalle lave del 1852, del 1855 e del 1881. Generalmente la lava esce senza produrre grandi perturbamenti; tuttavia qualche volta non è così: per esempio nel 1868 si ebbero, anche nella porzione meridionale dell'isola, violenti terremoti: una larga spaccatura si aprì presso il Kilauea e in essa si riversò la lava del cratere.
Nell'isola, a causa del suo carattere montuoso, la piovosità è eccezionalmente abbondante. Gli alisei forniscono piogge abbondanti soprattutto alla costa orientale, tanto che Hilo è conosciuta col nome di "città piovosa"; ma anche la parte occidentale riceve piogge in notevole quantità a causa dello spostamento verso l'alto e conseguente raffreddamento delle brezze marine. Grandi foreste ricoprono i versanti occidentali fino ai 2200 m.; gli altipiani interni sono più aridi e ricoperti di sola erba, mentre le recenti colate di lava provenienti da S. e da E. sono quasi spoglie di vegetazione. Il territorio fra Olaa e Waipio è tutto coltivato a canna da zucchero, senza però alcuna irrigazione: piccole coltivazioni di caffè si estendono sulla costa sudorientale; il riso viene invece coltivato sulla costa nord-orientale presso Waipio, mentre il bestiame è tenuto a pascolare nelle zone più alte ed erbose degli altipiani. La più grande fattoria si trova a Waimea, nel nord.
La città principale dell'isola è Hilo, il cui sviluppo è dovuto al porto, il migliore della costa orientale. Qui scendouo i turisti diretti al Kilauea. La popolazione della città era di circa 19.468 ab. nel 1930. Una linea ferroviaria collega Hilo con Paauilo nel N. e un'altra col Kilauea ad O. Caratteristica delle piantagioni di zucchero dei dintorni sono i grandi canali (acquedotti) che portano la canna dai campi agli zuccherifici. Kailua e Hookena, due piccoli porti sulla costa occidentale, sono usati specialmente per l'esportazione del caffè.
L'isola di Maui ha una superficie di 1885 kmq., misura 74 km. di lunghezza e 48 di larghezza. Essa è formata da due vulcani distinti, uniti da un istmo basso e schiacciato: di questi il maggiore e più orientale, Haleakala, raggiunge 3058 m. di altezza. Il suo cratere, uno dei più grandi del mondo, è lungo 11 km., largo 3 e profondo 600 m., ma non è attivo. Presenta due gigantesche fratture, dalle quali la lava è scesa al mare senza colmare il cratere come è avvenuto in molti casi. Entro il cratere principale s'innalzano numerosi conetti secondarî, alcuni dei quali formati da ceneri e scorie. Piante curiose, simili all'aloe (Argyroxiphium), si trovano soltanto in questa località.
Lahaina, piccola città della costa nord-orientale relativamente arida, è circondata da piantagioni di canna da zucchero irrigate per mezzo di acquedotti provenienti dalle valli montane. La città fu in origine la capitale delle isole ed ebbe grande importanza durante il periodo della pesca delle balene. L'istmo centrale e il versante adiacente del Haleakala sono irrigati per mezzo di canali, il primo dei quali fu costruito nel 1877, che si sviluppano per quasi 80 km. nella zona montana.
A Puunene si trova lo zuccherificio più grande di tutte le isole Hawaii, che durante le annate buone produce 60.000 tonnellate di zucchero. Kahului, sulla parte settentrionale dell'istmo, è il porto principale di Maui. Rispettivamente a O. e a SO. di Maui sono le isole di Lanai, le cui risorse principali risultano dalle piantagioni di ananassi e di kahulani.
L'isola di Molokai è lunga circa 64 km. e larga 16. Nella parte occidentale essa è formata da un basso cono vulcanico e in quella orientale da un vulcano profondamente fratturato, il Kamakou (2711 m. s. m.). Il versante di questo, rivolto verso il vento, è stato eroso dalle piogge e dal mare dando origine a grandi balze a picco e rovine. Una colata di lava scende da questi dirupi inaccessibili protendendosi nel mare: su di essa è situato il famoso lebbrosario di Kalaupapa che nel 1927 accoglieva 654 lebbrosi. L'allevamento del bestiame è l'industria principale dell'isola, ma non presenta grande importanza.
Kauai è l'isola più piccola delle quattro principali. Essa consiste di una grande massa vulcanica, Weialeale, dal contorno quasi circolare, che s'innalza a 1600 m. Un'accentuata erosione caratterizza il versante orientale come nelle altre isole. Le sue valli, profondamente incise, sono fra le più impressionanti del mondo: di queste la Wainiha è forse la più nota; le sue acque sono portate attraverso una galleria artificiale alle piantagioni sottostanti. L'Olokele Cañon dalla sommità del monte scende verso SO. fino alla gola e alla città di Waimea. Una serie continua di piantagioni di canna fiancheggia la costa settentrionale dell'isola, mentre il riso occupa gran parte delle pianure interne. A Waimea si trova uno dei più importanti mulini da riso delle isole. Lihue, sulla costa orientale, è il capoluogo. A Waimea approdò Cook la prima volta che visitò le isole.
Ad O. di Kauai è l'isola di Niihau, la quale è poco abitata e non ha grande importanza.
Industrie e commercio. - La canna da zucchero, introdotta nell'arcipelago fin dal 1837, costituisce oggi il raccolto principale. Nel 1915, 55 piantagioni produssero 811.000 tonn. e l'esportazione rese 70 milioni di dollari. La canna viene piantata in file distanti da un metro e mezzo a due, ed è raccolta dopo 18 mesi. La produzione degli ananassi tiene per importanza il secondo posto: la pianta dell'ananasso cresce bene a 300 m. di altezza e abbisogna di una piovosità non inferiore a 900 mm. annui. La prima raccolta, che dà circa 20 tonn. per acro, viene fatta entro circa 20 mesi. Nel 1927 il valore degli ananassi esportati fu di 35 milioni di dollari. Il riso, l'agave e il caffè hanno soltanto importanza locale.
Molti vapori commerciali fanno servizio regolare con gli Stati Uniti, il Canada, l'Australia, le Filippine, la Cina e il Giappone. Durante il 1928,1267 piroscafi entrarono nei porti delle isole e nel 1927 vi sbarcarono circa 17.500 turisti. Il porto più ìmportante di tutto il gruppo è Honolulu.
V. tavv. CIX-CXIV.
Governo. - Le Isole Hawaii sono un territorio, non una colonia, degli Stati Uniti; esse sono rappresentate al Congresso americano da un delegato nominato dal presidente degli Stati Uniti, che ha il diritto di iniziativa e può prender parte alle discussioni, ma non ha voto. Sono pure nominati per quattro anni dal Presidente della confederazione, d'accordo col Senato, il governatore, il segretario e varî giudici. Il governatore è assistito da un senato di quindici membri e una camera dei rappresentanti di 30 membri, e nomina, col consenso del senato locale, i capi dei varî reparti amministrativi.
Il territorio delle Isole Hawaii è diviso in cinque contee: Honololu (cap. Honolulu), Hawaii (cap. Hilo), Maui (cap. Wailuku), Kauai (cap. Lihue), Kalawao (limitata al lebbrosario nell'isola di Molokai).
Bibl.: W. T. Brigham, Notes on the Volcanoes of the Hawaiian Islands, Boston 1868; W. Hillebrand, Flora of the Hawaiian Island, Heidelberg 1888; L. London, The New Hawaii, Londra 1923; A. Marcuse, Die Hawaiischen Inseln, Berlino 1894; R. C. Briston, Hawaii to-day, 1926; Logan, Hawaii, its people, climate and resources, Honolulu 1903; W. R. Castle, Hawaii. Past and Present. New York 1917; C. W. Baldwin, Geography of the Hawaian Islands, New York 1924; O. W. Freeman, The economic Geography of Hawaii, Honolulu 1927; Annual Reports of the Governor (v. nel 1928 carta dell'arcipelago alla scala di 1:760.310); Standard Topographical Atlas of the U. S.: Hawaii (33 fogli alla scala di 1:62.500).
Per la popolazione indigena vedi: W. Ellis, Polynesian Researches during a residence of nearly eight years in the Society and Sandwich Islands, Londra 1853; J. Bechtinger, Ein Jahr auf den Sandwich-Inseln, Vienna 1869; T. Coan, Life in Hawaii, New York 1882; N. B. Emerson, Unwritten Literature of Hawaii, in Bureau of Amer. Ethnol., Bull. XXXVIII, Washington 1909; W. D. Westervelt, Legens of Old Honolulu, Londra 1915; id., Hawaiian Legends of Volcanoes, Boston 1916; H. H. Roberts, Ancient Hawaiian Music, in Bernice P. Bishop Museum, Bull. XXIX, Honolulu 1926.