ENZENSBERGER, Hans Magnus (App. IV, i, p. 697)
Scrittore tedesco. Con Der Untergang der Titanic (1978; trad. it. 1980), poema in 33 canti che si richiama al topos della catastrofe, E. ha proseguito la sua analisi tagliente e disincantata nel solco della 'archeologia del progresso', avviata già nelle ballate di Mausoleum (1975). Il poema, in cui confluiscono echi dell'esperienza che E. aveva fatto a Cuba nel 1969 e riflessioni sulla fine delle utopie rivoluzionarie insieme a materiali e cronache della tragedia del 1912, esprime ancora una volta un radicale pessimismo nei confronti del progresso del genere umano.
Negli anni Ottanta, dopo la raccolta Die Furie des Verschwindens (1980; trad. it. 1987), in cui i toni dell'elegia si alternano al sarcasmo, E. ha confermato il suo impegno lucido e pungente nella saggistica: le Politische Brosamen (1982; trad. it. In difesa della normalità e altri scritti, 1988) raccolgono interventi precedentemente apparsi sulle riviste Kursbuch e Trans-Atlantik; Ach, Europa! (1987; trad. it. 1989) attraversa un'Europa disillusa; Mittelmass und Wahn (1988; trad. it. 1991) ripropone un'interpretazione scettica e paradossale della cultura, tipica dell'autore. Con Requiem für eine romantische Frau (1980; trad. it. 1991) E. ha attinto alla tradizione romantica, mescolando documenti storico-letterari - il rapporto tra A. Bussmann e C. Brentano - e fiction, così come in Diderots Schatten (1994) entra in contatto con il grande illuminista attraverso pagine saggistiche, traduzioni e testi d'invenzione.
Negli anni Novanta E. è tornato alla lirica con Zukunftsmusik (1991; trad. it. 1997) e Kiosk (1995), intrecciando tradizione, poesia del quotidiano e riflessioni sul presente. La produzione saggistica conferma la sua dote di critico attento della realtà contemporanea con i pamphlet Die grosse Wanderung (1992; trad. it. 1993) e Aussichten auf den Bürgerkrieg (1993; trad. it. 1994) contro la cultura dell'odio e la decadenza della società.
E. è anche l'abilissimo utilizzatore e demistificatore dei linguaggi attuali, come testimoniano Nieder mit Goethe, che spinge il gioco fino al talk show televisivo, o la ripresa di Requiem nella forma di un radiodramma (i due testi sono stati pubblicati insieme nel 1995; trad. it. Abbasso Goethe, 1996). Del 1997 sono il racconto Der Zahlenteufel (trad. it. Il mago dei numeri, 1997), tra l'apologo e la fiaba, dedicato ai numeri considerati archetipi contrapposti alla caducità del mondo, e Zickzack (trad. it. 1999), che raccoglie lavori tra il 1989 e il 1996, costruito attorno al motivo centrale dell'anacronismo come 'condizione fondamentale dell'esistenza umana'. Nel romanzo Wo warst du, Robert? (1998; trad. it. Ma dove sono finito?, 1998) il confronto con la storia diventa un avventuroso viaggio nel tempo.
Bibl.: P. Bekes, Hans Magnus Enzensberger. Bildzeitung, in Deutsche Gegenwartslyrik von Biermann bis Zahl. Interpretationen, München 1982, pp. 69-85; H.E. Holthusen, Utopie und Katastrophe. Der Lyriker Hans Magnus Enzensberger. 1957-1978, in Sartre in Stammheim. Zwei Themen aus den Jahren der grossen Turbulenz, Stuttgart 1982, pp. 7-97; S. Volckmann, Zeit der Kirschen? Das Naturbild in der deutschen Gegenwartslyrik. Jürgen Becker, Sarah Kirsch, Wolf Biermann, Hans Magnus Enzensberger, Königstein 1982; F.J. Raddatz, Die Nachgeborenen. Leseerfahrungen mit zeitgenössischer Literatur, Frankfurt a. M. 1983, pp. 271-90; R. Grimm, Texturen. Essays und anderes zu Hans Magnus Enzensberger, New York 1984; Hans Magnus Enzensberger, hrsg. R. Grimm, Frankfurt a. M. 1984; H.H. Preusse, Der politische Literat Hans Magnus Enzensberger. Politische und gesellschaftliche Aspekte seiner Literatur und Publizistik, Frankfurt a. M.-New York 1989; "Lektüre - ein anarchischer Akt". A. Nottingham symposium with Hans Magnus Enzensberger, ed. H. Siefken, J.H. Reid, Nottingham 1990; U. Nam, Normalismus und Postmoderne: Diskursanalyse der Gesellschafts- und Geschichtsauffassung in den Gedichten Hans Magnus Enzensberger, Frankfurt a. M.-New York 1995; Debating Enzensberger: "Great migration" and "Civil war", ed. G. Fischer, Tübingen 1996.