HARTUNG, Hans
Pittore di origine tedesca naturalizzato francese, nato a Lipsia il 21 settembre 1904. Dal 1914 al 1923 compì gli studî classici nel liceo di Dresda, praticando contemporaneamente assai presto la pittura e studiando i maestri antichi (Goya, Greco, Rembrandt), e moderni (soprattutto F. Marc e O. Kokoschka). Dal 1924 al 1925 seguì studî di filosofia e di storia dell'arte nell'università di Lipsia e frequentò l'Accademia di Belle Arti a Lipsia e a Dresda. Frequentissimi viaggi negli anni 1926-35 lo portarono tra l'altro in Italia, Belgio, Olanda, Spagna, Scandinavia, nelle Baleari (1932-34), ma di preferenza in Francia. Al 1931 data la prima esposizione delle sue opere alla galleria Kühl di Dresda. Nel 1935, dopo un breve soggiorno in Germania che lo rese consapevole dell'assoluta incompatibilità con la situazione politica del paese, si stabilì definitivamente a Parigi, esponendo ogni anno fino al 1938 al Salon des Superindépendants. Partecipò alla seconda guerra mondiale nella Legione straniera; ferito a Belfort (Alsazia) nel 1944 e amputato di una gamba, tornò a Parigi, ricominciando a dipingere, nel 1945. Nel 1946 prese la cittadinanza francese. Da allora ha esposto a Parigi al Salon des Réalités Nouvelles (1946), a varie edizioni del Salon de mai (dal 1946) e soprattutto alla galleria Lydia Conti (1947-49) e alla galleria Louis Carré. Dal 1950 a oggi ha tenuto personali all'estero e un'importante mostra di opere recenti alla Galérie de France a Parigi. Presente nelle grandi esposizioni internazionali, ha partecipato alla XXIV (1948), XXVI (1952), XXVII (1954) e XXX (1960) Biennale di Venezia, riportando in quest'ultima il grande premio internazionale.
La complessità stessa dell'esperienza formativa ha determinato la singolare e indipendente posizione di H. nel quadro della pittura contemporanea: ché le diverse influenze operanti nella genesi del suo stile valsero più come ideali e segrete suggestioni che come concreti elementi riconoscibili nelle sue opere. Anche la sua collocazione da parte di alcuni critici in quelle correnti dette informel, o Gestaltlos o action painting, se trova un'apparente giustificazione nelle qualità di gesto, di cifra personale insite nelle sue composizioni, è smentita dalla storia stessa dell'evoluzione di H. che, sulla via dell'astrazione più rigorosa, era già un fatto compiuto nel 1922, e da allora non conobbe crisi, ma nemmeno ripiegò in involuzioni, identificandosi con una costante ricerca sempre sullo stesso tema: quello della significazione di un interiore mondo drammatico, attraverso la violenza dei segni che si dipartono con prepotente dinamismo da un nucleo centrale, o, come linea di forza, si compongono nella pura disciplina di un diagramma, con un potere di suggestione quasi ossessiva su chi guarda. Vedi tav. f. t.
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