HAITI.
– Demografia e geografia economica. Storia
Demografia e geografia economica di Anna Bordoni. – Stato dell’America Centrale insulare. Il Paese (10.461.409 ab., secondo una stima UNDESA, United Nations Department of Economic and Social Affairs, del 2014), già oppresso da arretratezza e povertà, nel gennaio 2010 è stato colpito da un terremoto che ha fatto circa 220.000 vittime, lasciato più di un milione e mezzo di senzatetto e provocato una crisi sanitaria tuttora non superata. Inoltre, nell’ottobre 2012 l’uragano Sandy si è abbattuto sull’isola, aggravando la già difficile situazione. Dopo il sisma il Paese è stato oggetto di una mobilitazione internazionale: migliaia di volontari e di cooperanti stranieri hanno lavorato fianco a fianco con gli haitiani per risolvere i problemi di base (ricostruzione, accesso all’acqua potabile, programmi sociali ecc.). Non sono mancati gli esiti positivi, tra cui la crescita del tasso di scolarizzazione al 75% (ma l’analfabetismo rimane diffuso). Nel periodo 2011-14 anche i dati economici hanno mostrato positivi segnali di ripresa, sostenuta sia dall’aiuto internazionale sia dalle rimesse degli emigrati.
Storia di Ilenia Rossini. – Il processo di democratizzazione di H., iniziato a metà degli anni Novanta, si dimostrò più difficile del previsto: sommosse, guerre civili, colpi di Stato, brogli elettorali e violenze furono gli elementi che caratterizzarono i due decenni successivi.
Le speranze suscitate prima dalla rielezione alla presidenza di René Préval (febbr. 2006), che si impegnò nelle politiche sociali e di contrasto alla criminalità, e in seguito dalla nomina di una donna, l’economista indipendente Michèle Pierre-Louis, come primo ministro, si scontrarono, infatti, con il perdurare di una situazione di estrema difficoltà del Paese.
Tale situazione fu aggravata, alla fine del primo decennio del nuovo secolo, da alcune catastrofi naturali: nel 2008 una serie di uragani causò centinaia di morti e provocò la distruzione dei raccolti, mentre, nel gennaio 2010, l’isola fu colpita da un fortissimo terremoto che uccise circa 220.000 persone e ne lasciò senza casa più di un milione e mezzo. Nonostante gli ingenti aiuti internazionali, l’emergenza umanitaria si trascinò a lungo, aggravata da una duratura epidemia di colera (ott. 2010) – di cui furono ritenuti responsabili i caschi blu nepalesi attivi nella Missione di stabilizzazione delle Nazioni Unite MINUSTAH (MIssion des Nations Unies pour la STAbilisation en Haïti), presente nel Paese dal 2004 e malvista dalla popolazione – e dagli elevati danni provocati da un nuovo uragano (ott. 2012).
L’arduo compito di governare il Paese in una così difficile fase storica fu affidato all’ex cantante Michel Joseph Martelly che il 22 marzo 2011 vinse le elezioni presidenziali con il 67,6% dei voti, conquistati tra i giovani e le classi popolari. In un clima di crescenti tensioni, di proteste contro il governo e di stallo politico, che rendeva difficile l’approvazione delle riforme, nel dicembre 2013 Martelly firmò la nuova legge elettorale: le elezioni parlamentari e locali, già previste nel novembre 2011 e rimandate a lungo, furono programmate per il 26 ottobre 2014, ma a pochi giorni dalle consultazioni il presidente le rinviò, senza fissare una nuova data. Ciò diede vita, nelle settimane successive, a proteste in tutto il Paese che chiedevano le dimissioni di Martelly e del governo.