GUTIÉRREZ, Gustavo
Ecclesiastico e teologo peruviano, nato a Lima l'8 giugno 1928. Studiò a Lima, dapprima medicina all'università San Marcos, poi psichiatria e filosofia presso l'Università Cattolica. La lettura degli scritti di K. Marx lo spinse a far parte del movimento degli studenti cristiani, che protestavano contro le ingiustizie sociali e politiche della sua patria. Dopo aver studiato teologia in Chile, completò i suoi studi di filosofia e psicologia a Lovanio e di teologia a Lione. Fu ordinato sacerdote nel 1959. Ritornato in patria, divenne parroco a Lima, insegnante nel dipartimento di Teologia e Scienze sociali presso l'Università Cattolica e cappellano dell'Unione nazionale degli studenti cattolici.
Sensibile alla situazione dei poveri, G. iniziò a elaborare una teologia che potesse dare una speranza di redenzione ai popoli latino-americani oppressi dalla povertà, dall'ingiustizia, dalla disuguaglianza sociale. A Medellín, nel 1968, durante la seconda conferenza generale dell'episcopato latino-americano, si fece portavoce della ''scelta preferenziale dei poveri''. Nello stesso anno pubblicò le sue riflessioni nel saggio La pastoral de la Iglesia en América Latina, e nel 1969 un opuscolo che prelude già alla sua opera maggiore: Hacia una teología de la liberación. Nel 1971 apparve la sua opera principale, Teología de la liberación (trad. it., 1972). L'opera, anche per la pronta versione in molte lingue, ebbe un'eco mondiale dando inizio a una nuova frontiera teologica ed ecclesiale, che annoverò, tra i suoi esponenti più noti, oltre a G. riconosciuto come l'iniziatore, H. Assmann, L. Boff, E. Dussel, I. Ellacuría, S. Galilea, B.J. Míguez.
Reagendo al supposto accademismo della teologia europea, la teologia della liberazione si propone non tanto la comprensione delle verità di fede, quanto l'enucleazione, mediante un'opportuna ermeneutica della prassi, della loro valenza ''prassica'' e trasformatrice delle condizioni, soprattutto socioeconomiche, di dipendenza e di sottosviluppo, dei popoli latino-americani. Nel 1979, pur essendo consultore di alcuni vescovi latino-americani, non partecipò alla 3ª conferenza generale dell'episcopato latino-americano a Puebla. Pubblicò La fuerza historica de los pobres (1979; trad. it., 1981), che sottolinea l'irruzione del povero come protagonista della storia. G. è l'unico tra i teologi liberazionisti a impostare una spiritualità della liberazione, come dimostrano le seguenti opere: Beber en su proprio pozo en el itinerario espiritual de un pueblo (1983, trad. it., 1984); Hablar de Dios desde el sufrimiento del inocente. Una reflexión sobre el libro de Job (1986, trad. it., 1986). Per G. la liberazione non è solo d'indole socio-economica, ma anche spirituale, e nella sua opera principale c'è un capitolo dedicato alla spiritualità della liberazione. Per lui, infatti, c'è grande armonia e reciprocità tra spiritualità e azione. Nel 1985 ricevette a Lione il dottorato in Teologia, presentando le sue opere. In occasione del quinto centenario della scoperta e dell'evangelizzazione dell'America latina G. ha pubblicato Dios o el oro en las Indias (1989; trad. it., 1991), in cui traccia un profilo di Bartolomé de Las Casas, in quanto accanito difensore, nel 16° secolo, dei diritti degli indios nei confronti dei conquistatori. G., che da qualche anno dirige il centro studi dell'Istituto Bartolomé de Las Casas di Lima, vede nel pensiero di Las Casas l'affermazione di una teologia come opzione dei poveri e degli oppressi, quasi profezia di quella che poi è stata la sua teologia della liberazione.