BRIGNONE, Guido
Nato a Milano il 6 dic. 1887 da Giuseppe e Adelaide Andriani, in una famiglia di attori, ancora giovanissimo - aveva appena compiuto gli studi liceali - s'interessò ai primi esperimenti di cinematografia, fino a quando, nel 1913, esordì come attore accanto a Ettore Berti nel film Grandezza e decadenza (prod. FAI), sceneggiato dal conte Caracciolo d'Acquara. Nel 1914 interpretava Inostri figli,Rivelazione,Pace mio Dio;l'anno seguente Espiazione. Nel 1916 iniziava la produzione in proprio di film - che abbandonò all'avvento del sonoro - ed esordì come regista con El'altare crollò, in cui apparve anche come attore. Dopo quella prima esperienza, impadronendosi nello stesso tempo delle nuove esigenze tecniche imposte dal sonoro alla regia ed alla recitazione, il B. continuò l'attività di regista con film del genere romantico e storico, lavorando per alcune delle più note case cinematografiche dell'epoca, tra le quali la Cines e la Pittaluga. Si cimentò anche in film d'avventura di buon successo popolare, buona parte dei quali erano costruiti intorno alla figura di Maciste (il personaggio creato da Pastrone nel 1915 in Cabiria), interpretato per tutta la serie dei film del B. dall'ex scaricatore del porto di Genova Bartolomeo Pagano, uno tra i primi esempi di attore preso dalla strada. Una filmografia essenziale per questi anni comprende Amore piange e ride (1917), Idue sergenti (1919), La perla di Cleopatra (1921), Maciste imperatore (1924), Il gigante delle Dolomiti (1926).
Nel 1926 il B. lasciò l'Italia per le sfavorevoli condizioni dell'attività cinematografica, che attraversava un periodo di crisi, recandosi in Francia, dove negli anni 1927-28 lavorò quasi esclusivamente per la casa Gaumont. Di questo periodo può essere ricordato Vite... embrassez moi! (con Dolly Grey e Luigi Serventi). Nel 1928-29 fu in Germania, dove lavoro, per la casa UFA di Berlino; si possono ricordare Der Mann der nicht liebt del 1928 e Erlebnis einer Nacht del 1929 con Marcella Albani e Igo Sym.
Verso la metà del 1930 il B. fece ritorno in Italia, dove lavorò quasi ininterrottamente fino alla morte, avvenuta a Roma il 5 maggio 1959.
Degli anni fra il '30 e il '40è una serie di film canori di ottimo esito commerciale, per i quali il B. si avvalse di motivi-guida musicali di facile successo e dell'interpretazione di celebri cantanti; basti ricordare Tito Schipa in Vivere, con Caterina Boratto, del 1937, e Beniamino Gigli in Mamma, con E. Gramatica, del 1941.Il mestiere smaliziato e la notevole versatilità, che dettero quasi sempre risultati scontati ma commercialmente sicuri, e la scrupolosità e la sicurezza compositiva, qualità fra le più evidenti del B., gli procurarono la stima di numerosi produttori per i quali realizzò film di facile gusto. Per una filmografia essenziale di questi anni si possono ricordare Corte d'Assise, del 1930; Rubacuori, del 1931; Wally, del 1932; La maestrina, del 1933; Marcella, del 1937; Sotto la Croce del Sud, del 1938; Le sorprese del divorgio, del 1939. Merita di essere menzionato a parte, per gli intenti di ricostruzione ambientale, a suo tempo sottolineata dalla critica (cfr. recensione in Cinema, I [1936], p. XX), Ginevra degli Almieri, con Elsa Merlini, del 1936, sceneggiato da Gastone Medin su una leggenda fiorentina del 1300. Nel 1934 il B. ottenne la coppa alla Mostra d'arte cinematografica di Venezia con il film Teresa Confalonieri, sceneggiato da T. Smith dal dramma di R. Alessi Il conte Aquila; ilproduttore Liborio Capitani impiegò materiale e maestranze unicamente italiani, e non è escluso che, nel clima di autarchia dell'epoca, il premio tendesse a sottolineare e incoraggiare lo sforzo industriale della produzione (cfr. recensione in Gazz. di Venezia, 24 ag. 1934).Capolavoro del B. può essere considerato Passaporto rosso, che nel 1935 ottenne a Venezia la coppa del Partito nazionale fascista quale miglior fibn italiano. Prodotto dalla Tirrenia.su soggetto di G. G. Napolitano, fu salutato dalla critica come "chiaramente visto e saldamente impostato" (M. Gromo, in La Stampa, 23 ag.. 1935);l'interpretazione della quasi esordiente Isa Miranda risultò impeccabile, e fu mossa qualche riserva unicamente al montaggio che, usato in maniera più accorta e con alcuni tagli, avrebbe giovato alla sintesi compositiva (M. Doletti, in Il Resto del Carlino, 23 ag. 1935).
Durante e dopo la seconda guerra mondiale il B. ripropose il genere romantico dei film realizzati intorno al '30;si possono ricordare Miliardi che follia!, del 1942; Canto ma sottovoce, del 1946; La sepolta viva, del 1949. Negli ultimi anni il B. si cimentò in film drammatici di ambientazione moderna, al cui successo commerciale giovò anche la popolarità degli interpreti (ad esempio, Bufere, con J. Gabin e S. Pampanini, del 1953, e Quando tramonta il sole, con Abbe Lane e Carlo Giuffrè, del 1957).
Bibl.: R. Paolella, Storia del cinema muto, Napoli 1956, p. 433; Filinlexicon, Roma 1958 I, coll. 887 s.; G. Sadoul, Storia generale del cinema, Torino 1967, II-III, passim;L. Boussinot, L'encyclopédie du cinéma, Paris 1967, p. 237; Ene. dello Spett., II, coll. 1110 s.