Cardinale e storiografo (Ferrara 1577 - Roma 1644). Nunzio della S. Sede in Fiandra dal 1607 al 1615, poi a Parigi dal 1616 al 1621, fu qui creato cardinale nel 1621 e protettore della Francia presso la S. Sede; appose il suo nome, come capo dell'Inquisizione, alla condanna di Galileo; dal 1641 vescovo di Palestrina. Alla morte di Urbano VIII parve destinato a succedergli, ma si ammalò durante il conclave e morì poco dopo. Esperto conoscitore degli uomini e accorto diplomatico, tale si rivela nelle Relazioni in tempo delle nunziature (1629), come nelle Memorie (post., 1647) e nelle Lettere, interessante documento delle sue amicizie con il Baronio, il Bellarmino, il Boccalini. Fredda e stilisticamente ricercata la storia Della guerra di Fiandra (1632), che in 24 libri va dal 1559 al 1609, notevole tuttavia per le fonti dirette utilizzate e l'acuta indagine dei maneggi politici.