FANO, Guido Alberto
Nacque a Padova il 18 maggio 1875 da Vitale e da Anna Forlì.
Ancora studente presso il ginnasio liceo "Tito Livio" di Padova, s'iscrisse al R. Istituto musicale della sua città, dove prese a frequentare i corsi di canto e direzione di coro di V. Orefice, e quelli di pianoforte tenuti da C. Pollini. Non ancora ventenne, conseguì i primi successi di pubblico esibendosi come pianista nella sua e in altre città del Veneto. Nel 1894 si iscrisse al liceo musicale di Bologna, dove ebbe a maestro per il perfezionamento del pianoforte G. Martucci, che gli fece assegnare una borsa di studio.
Nel 1897 conseguì il diploma di composizione, cominciando in quegli anni la carriera di direttore d'orchestra: diresse in particolare, offrendo esecuzioni di alto livello, per l'Accademia Palestrina di Bologna, da lui stesso fondata in favore del recupero di capolavori della musica sacra, e più tardi ancora al teatro Regio di Parma e a Reggio Emilia per il cinquantesimo anniversario del teatro Comunale. Nel 1900 fu poi al teatro Comunale di Bologna, per il Concerto a tre cembali e archi di J. S. Bach in cui, diretto dal Martucci, suonò accanto ai condiscepoli B. Mugellini e F. Ivaldi (6 aprile). Un successivo intervento del Martucci gli valse il mantenimento della borsa di studio, che decise di impiegare per un viaggio di istruzione in Germania (cfr. Dalla corrispondenza di G.A.F., in F. Fano, 1950, pp. 181s.). Il viaggio, che lo portò a Ratisbona, Norimberga, Bayreuth, Monaco e Berlino, e del quale ebbe poi a riferire in una relazione per il ministero (cfr. Pensieri sulla musica, pp. 11 ss.), avvenne all'indomani della laurea in giurisprudenza, conseguita nel 1901.
In Germania ebbe modo di stringere "importanti relazioni nella cerchia musicale, specialmente a Berlino ove le sue composizioni raccolsero calorosi consensi tra artisti di valore, fra cui basti ricordare il violoncellista Van Lier con cui eseguì in pubblico la Sonata per pianoforte e violoncello" (cfr. F. Fano, La figura, p. 43). Tuttavia dovette ben presto far ritorno in Italia perché richiamato dalle autorità di Bologna che non rinnovarono il permesso di soggiorno all'estero. A Berlino ebbe anche contatti con F. Busoni.
Al suo ritorno in Italia, dove già nel 1900 era stato nominato professore di pianoforte al liceo musicale di Bologna, conobbe A. Toscanini, il quale a Lugo di Romagna, esaminate le partiture di sue opere, gli promise di dirigerle e successivamente, nel 1922, dopo averlo ascoltato in un concerto col violinista E. Polo, a Milano "disse di non aver mai sentito eseguire a simile livello la musica da camera" (ibid., p. 43). Nel 1905 vinse il posto di direttore del conservatorio di Parma, per il quale avevano concorso trentasei candidati, fra cui molti già di una certa fama, dinanzi ad una commissione esaminatrice di cui faceva parte lo stesso Toscanini. In tale occasione vide finalmente riconosciuti i meriti della sua precedente attività di compositore (cfr. Bollettino della pubblica istruzione, 14 sett. 1905, pp. 1908 s.). Mantenne l'incarico fino al 1912. Durante questi anni si dedicò anche alla direzione di concerti sinfonici in particolare a Parma e a Roma, impegnandosi inoltre come direttore di stagioni teatrali.
Già al 1905 risalgono poi le sue esecuzioni di musica da camera in occasione delle feste per il centenario del liceo musicale di Bologna, tenutesi con notevole successo nella sala dell'Accademia filarmonica. Un particolare interesse per le sue opere sinfoniche manifestò in questo periodo T. Serafin, che nel 1910 diresse all'Augusteo di Roma l'Introduzione, lento fugato, allegro appassionato (che ebbe una nuova esecuzione nel maggio del 1912 a Napoli per la Società di concerti "Giuseppe Martucci"), composta su richiesta dello stesso Serafin, e nel 1911 in occasione della Esposizione nazionale di Torino i due poemi per canto e orchestra Lungi lungi sull'ali del canto (G. Carducci, da H. Heine) e La mia sera (G. Pascoli). Successivamente e con maggior predilezione il Serafin si dedicò alla più importante delle opere drammatiche del F., Juturna (libretto di Ettore Tolomei, da Virgilio), per soli doppio coro e orchestra, parte conclusiva di una trilogia dedicata a Le origini italiche.
Nello stesso 1911 il F. fu nominato insegnante di pianoforte al College of Music di Cincinnati (Ohio), senza tuttavia assumerne l'incarico. Nel 1912 succedette al Martucci alla direzione del conservatorio di Napoli, incarico che mantenne per il quadriennio successivo. A Napoli svolse una considerevole attività artistica, prestando particolare attenzione proprio alla didattica della composizione e della direzione orchestrale, con la introduzione dei nuovi trattati di V. D'Indy e A. Schönberg. Intervenne nel dibattito sul rinnovamento degli studi musicali, auspicando più di una volta un ritorno all'arte musicale italiana del Cinque e Seicento, con riferimento alla polifonia classica e palestriniana, nonché al melodramma di Monteverdi, "padre dell'armonia moderna e dell'arte di orchestrare", e di minori come il Peri o il Caccini. Raccomandò inoltre lo studio della scuola napoletana e di autori poco noti come F. Durante (cfr. F. Fano, Di una corrispondenza, pp. 57 s.). Durante il soggiorno napoletano ebbe poi rapporti con la famiglia di editori e musicisti Curci, sia con il padre Pasquale sia con i figli Alberto e Alfredo.
Sul finire del 1915 G. M. Gatti, che si faceva promotore a Torino di una serie di concerti da camera di autori italiani contemporanei, invitò il F. a parteciparvi con una delle sue composizioni, la Sonata per violoncello; scelta dall'autore fra le opere giovanili di un certo respiro (era stata premiata nel 1898 al concorso della Società del quartetto di Milano con un compenso di 1.000 lire, e più volte eseguita da solisti di fama), fu eseguita nel febbraio del 1916. Dal 1916 al 1922 il F. diresse il conservatorio di Palermo, quindi passò come insegnante di pianoforte a quello di Milano. Mantenne quest'ultimo incarico fino al 1938, quando fu "dispensato" in seguito alle leggi razziali, per poi riprenderlo negli anni fra il 1945 e il 1947. Di questo periodo è la composizione delle liriche su testi carducciani e dannunziani, nonché di altre brevi composizioni strumentali, che sono ritenute nel loro complesso espressione di "una evoluzione dì linguaggio armonico e di declamazione musicale" (F. Fano, La figura di G. A. F., p. 43).
Morì a Tauriano di Spilimbergo (ora in prov. di Pordenone) il 14 ag. 1961.
Composizioni: Trilogia Italica, Astrea, poema drammatico (Francesco Gaeta), Vigilia di Roma (Antonio Cippico), Juturna (E. Tolomei, da Virgilio) per soli doppio coro e orchestra.
Per orchestra: Pezzo di concerto, per pianoforte e orchestra; Dal tramonto all'alba: Gesù di Nazareth, poema sinfonico (da Arturo Graf, 1909), eseguito con grande successo al teatro Augusteo di Roma durante la stagione concertistica 1909-10; Introduzione-Lento-fugato-Allegro appassionato (1910), diretto all'Augusteo di Roma da T. Serafin; due Poemi per voce di donna e grande orchestra su poesie di G. Pascoli e G. Carducci, Parma 1911; Andante e Allegro con fuoco, per pianoforte e orchestra (1936) e, in trascrizione dell'autore, per due pianoforti (1936); Impressioni sinfoniche da Napoleone (1949).
Musica da camera: Quintetto in do maggiore con pianoforte e tromba ad lib., Tre pagine d'album, per violoncello e pianoforte, Milano 1895; Sonata per violoncello e pianoforte, ibid. 1905; Andante appassionato, per violoncello e pianoforte, ibid. 1908; Quartetto in la min.; Romanza per violoncello e pianoforte, ibid. s. d.; Arcano! per violoncello e pianoforte (s.l. e d.).
Musica per pianoforte: Sonatina, Bologna 1906; Quattro fantasie, ibid. 1906; Sonata in mi maggiore, Milano 1920; Solitudo (Leggendo "Soeur Beatrice" di M. Maeterlinck), ibid. 1933; Rimembranze (di Padova 1892...): Preludio, Mestizia, Valzer improvviso, Intermezzo, Siryum cordae, Fuggevole visione, ibid. 1950; Tema con variazioni (s.l. e d.); Corale variato (s.l. e d.).
Musica per organo: tre composizioni per organo: Preludio, Intermezzo, Fantasia, Padova 1959; Sonata per l'elevazione, in Hora mistica, Raccolta di 25 composizioni per organo ad harmonium, a cura di M. Trevisol, ibid. 1960, pp. 28 s.; una Marcia religiosa, in Marcie religiose. Raccolta di 15 composizioni per organo ad harmonium, a cura di M. Treviso, ibid. 1960.
Altre composizioni: liriche su testi di G. De Leva (Quattro canti, per voce e pianoforte, Milano s. d.), Luigi Arturo Bresciani (Tre canti per una voce sola con accompagnamento di pianoforte, Op. 4, Milano-Bologna s.d.), G. Lipparini (Cinque canti), R. Pagliara (Due canti), Boccaccio (Tre canzoni dal Decameron), G. Pascoli (Ilsogno delle vergini, poemetto lirico per voce e pianoforte), G. Carducci, H. Heine, E. Panzacchi e G. D'Annunzio.
Inoltre: UnInno per voci infantili, Sei pezzi sacri corali (Milano s. d.) ed elaborazioni di melodie sacre.
Scritti: Pensieri sulla musica, Bologna 1903 (raccoglie: Musiche e canti a Ratisbona, a Baireuth, a Monaco, 1897-98; Bricicche: lettura fatta per l'inaugurazione dell'Accademia Pierluigi da Palestrina; Uno sguardo al secolo XIX. La Musica, CXXVII concorso della Società del quartetto, 1899-1900-1901; Il Melodramma nel pensiero di G. Mazzini, 1902); I Regi Istituti musicali d'Italia e il disegno di ruolo per il conservatorio di Milano, Parma 1908; Nella vita del ritmo, Napoli 1916 (di cui il primo capitolo in traduzione inglese The creators of modern musical idealities, in The Musical Quarterly, III [1917], pp. 319-339); Lo studio del pianoforte, tre fascicoli, Milano 1923, 1933 e 1934 (Il tecnicismo delle scale; Accordi arpeggi e pedali; Stile polifonico, tecnicismo vario e metodo); La musica contemporanea: note polemiche, in Bollettino bibliografico musicale, V (1930), I, pp. 20-36; Introduzione a F. Fano, G. Martucci, Saggio biografico-critico, Milano 1950, pp. 7-13.
Fonti e Bibl.: Necrologio, in Musica d'oggi, IV (1961), 4, p. 185; A. D'Angeli, L'opera musicale di G. A. F., in La Cronaca musicale, XIII (1909), 9, pp. 256-60; E. Cocchia, Il millenario virgiliano e la tomba del poeta, in La Nuova Antologia, 1° ag. 1926, pp. 278 ss.; F. Fano, G. Martucci. Saggio biografico-critico, Milano 1950, pp. 7-13, 30, 151, 181-84; Id., Diuna corrispondenza di G. M. Gatti con G.A.F. con notizie e considerazioni connesse, in Quadrivium, XIV (1973), pp. 45 ss., 57 ss.; Id., La figura di G. A. F., in Rassegna musicale Curci, XXVIII (1975), 10, pp. 41-44; The New Grove Dict. of music and musicians, VI, pp. 379 s.; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, II, p. 700.