GUGLIELMO D'Alvernia
Teologo dell'università di Parigi, fu dal 1228 fino alla sua morte, nel 1249, vescovo di Parigi. Come tale egli difese più volte gli ordini mendicanti, e nel 1228 risolse la questione dell'accumulamento dei benefizî, vietando di averne più di uno se questo era sufficiente per vivere. Anche da vescovo G. svolse grande attività di scrittore.
La sua opera principale è il Magisterium divinale (Orléans 1647), diviso nelle parti seguenti: De primo principio; De universo creaturarum; De anima; Cur Deus homo; De fide et legibus; De sacramentis; De virtutibus et moribus. Fu scritto verso il 1223-1236. Altri suoi scritti sono: De Poenitentia; De immortalitate animae (ed. G. Bülow, Münster 1925), De collatione beneficiorum; tutti non posteriori al 1228. G. fu tra i pionieri dell'aristotelismo. Egli si è largamente giovato degli scritti di Aristotele e dei filosofi arabi; tuttavia nelle questioni, in cui sembrava esistere contraddizione con le antiche tradizioni, egli sta completamente dalla parte dell'agostinianismo. Grande è la sua importanza come apologeta contro gli errori della filosofia araba, degli Albigesi e dei Valdesi.
Bibl.: N. Valois, Guillaume d'Auvergne, Parigi 1880; M. Baumgartner, Die Erkenntnisslehre des Wilhelm von Auvergne, in Baeumker, Beiträge, II, i, Münster 1893; K. Ziesché, Die Sakramentenlehre des Wilhelm von Auvergne, Vienna 1911; J. Kramp, Des Wilhelm von Auvergne "Magisterium divinale", in Gregorianum, I (1920), pp. 538-584; II (1921), pp. 42-78, 174-187; F. Vernet, Dict de théologie catholique, VI, 1975, e in Uebererg-Geyer, Geschichte der patristischen und scholastischen Philosophie, Berlino 1928, p. 730.