CASALI, Guglielmino
Figlio maggiore e molto probabilmente unico di Uguccio detto il Vecchio, ereditò dal padre la posizione di prestigio nella politica cortonese. Se ne ignora la data di nascita, che tuttavia dovette essere posteriore al 1261, anno in cui iniziarono gli amichevoli rapporti fra Uguccio Casali e il vescovo di Arezzo Guglielmino degli Ubertini, di cui il C. porta il nome. La prima notizia che lo riguardi - se si vuol tralasciare l'accenno alla sua familiarità con s. Margherita da Cortona morta nel 1297, la cui tradizione testuale è peraltro assai incerta - risale al 1307. Nella seconda metà di quell'anno fu eletto podestà di Arezzo, nel quadro della politica di alleanza tra Cortonesi e Aretini in appoggio ai pacieri pontifici Niccolò da Prato e Napoleone Orsini nonché in opposizione al pericolo costituito dalla Firenze guelfo-nera.
L'appoggio cortonese ai bianco-ghibellini di Toscana rimase invariato anche negli anni successivi e si rafforzò ancora in occasione della venuta in Italia di Enrico VII. Nell'autunno del 1311 Cortona fu invitata dai due legati imperiali Nicolò vescovo di Butrinto e Pandolfo Savelli a inviare dei commissari per il giuramento di fedeltà all'Impero; ma i Cortonesi non si volevano compromettere e domandarono una dilazione finché il sovrano non fosse giunto a Pisa. Pare che in Cortona i Fiorentini avessero i loro agenti e pertanto buone speranze di poterla volgere contro l'imperatore. D'altro canto i Cortonesi avevano bisogno della sanzione imperiale per liberarsi formalmente dalla soggezione al vescovo di Arezzo. Così il 17 marzo 1312 costituirono sindaco Bosone di Bosone da Gubbio per recarsi da Enrico VII e sollecitarlo ad avocare a sé il "verum, naturalem, precipuum et immediatum dominium" su Cortona, talché da allora in poi solo l'imperatore e un suo vicario avrebbero avuto il diritto di governarvi. L'imperatore stesso era in Cortona il 5 sett. 1312, quando i cittadini gli offrirono 1.000 fiorini d'oro. Il giorno seguente Enrico fu supplicato dai sindaci del Comune di riservare Cortona alla Camera regia. Le testimonianze, concordi nell'informarci che il sovrano accettò, discordano però su un elemento fondamentale: secondo il vescovo di Butrinto l'imperatore avrebbe garantito esplicitamente i diritti della Chiesa aretina, mentre nell'istrumento rogato dal notaio Ranieri di Guido la riserva non compare. Tale istrumento è considerato adulterato dalla tradizione erudita aretina, mentre quella cortonese si fonda su di esso.
Enrico nominò vicario imperiale in Cortona il fuoruscito senese Niccolò Bonsignori, al quale successe più tardi il Casali. Così, mentre il padre aveva gettato le basi della sua fortuna appoggiando le pretese del vescovo d'Arezzo, ora il figlio ne continuava l'opera rovesciandone la politica. Si trattava però solo di un rovesciamento apparente, al quale sottostava forse una più profonda coerenza nel mantenuto accordo con i popolani cortonesi, nella inimicizia nei confronti dei feudatari dei dintorni, per l'occasione intinti di guelfismo, e - infine - nella sorda tensione tra Cortonesi e fuorusciti senesi, acuita dalla sostituzione di un Casali a un Bonsignori nel vicariato imperiale.
Quanto a lungo il C. abbia conservato il vicariato, non è chiaro. Nel 1314 e nel 1316 egli è ancora ricordato quale detentore di un pubblico ufficio, quello di "maggior gonfaloniere generale". L'assunzione di tale carica costituiva indubbiamente un altro passo verso la signoria, ma rinvia anche al suo ruolo di sostenitore dei popolani. L'ultima notizia che abbiamo di lui ce lo presenta, nell'anno 1319, podestà di Roccastrada; ma essa, dato lo stato delle fonti, sembra dubbia. Se corrispondesse a verità farebbe pensare a un riavvicinamento fra i Casali, ghibellini, e la Siena dei Nove. Roccastrada difatti, contesa tra Siena e gli Aldobrandeschi, era passata solo nel 1317 sotto il dominio senese, e pertanto non vi sarebbe stato tollerato se non un podestà degno di fiducia da parte senese. Un ulteriore deterioramento dei rapporti fra i Casali e i fuorusciti senesi potrebbe spiegare la questione.
Proprio nel 1319 i popolani cortonesi presero nelle loro mani il potere e redassero uno statuto. Quale parte abbia avuto in ciò il C. è ignorato: ma sembra lecito pensare che il suo atteggiamento filopopolano non fosse sufficiente a distinguerlo dagli altri magnati. Dovette morire non molto tempo dopo; certo era scomparso nel 1324, quando i rivolgimenti cittadini videro protagonisti i suoi figli.
Da una nobildonna appartenente alla famiglia dei conti di Fasciano, il C. ebbe Ranieri, Uguccio e una femmina, Uguccia, che già nel 1310 era sposata a Cecco d'Angelliere di Boncitolo, esponente di una consorteria politicamente alleata ai Casali. Taluni genealogisti gli attribuiscono un quarto figlio, Giovanni, sul quale però le fonti non danno alcuna indicazione sicura. Un Rinaldo di Guglielmo (altro nome con cui viene ricordato il C.) Casali è ricordato nel 1334 come "familiaris papae" in Avignone.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Firenze, Notarile antecosimiano. Francesco di Nuccio;Ibid., Notarile antecosimiano. Ranieri di Guido;Cortona, Biblioteca comunale, ms. 124 (codice misc. non ordinato): Registro vecchio del Comune di Cortona;Ibid., cod. cart. 413: Imbreviaturae Francisci filii quondam Thomascini, passim;Ibid., cod. cart. 424: Miscell. di documenti relativi alle famiglie, alli uomini illustri ed ai santi cortonesi, c. 94; Ibid., cod. cart. 439: Notti coritane, VII, pp. 133 s.; Ibid., cod. cart. 534: R. Baldelli, Memoria e descrizzione dell'origine, antichità e nobiltà della città di Cortona (ms. copiato da G. Orselli), c. 31v; Ibid., cod. cart. 540 (misc. non ordinata): F. Alticozzi, Storia della famiglia Casali; Cronache cortonesi di Boncitolo e d'altri cronisti, a cura di G. Mancini, Cortona 1896, p. 20; Nicolai episcopi Botrontinensis Relatio de itinere Italico Henrici VII imperatoris, in L. A. Muratori, Rer. Ital. Script., IX, Mediolani 1726, coll. 923 s.; Annales Arretinorum maiores, in Rer. Ital. Script., 2 ed., XXIV, 1, a cura di A. Bini-G. Grazzini, p. 12; Cronaca della città di Perugia dal 1309 al 1491 nota col nome di "Diario del Graziani", a cura di A. Fabretti, in Arch. stor. ital., t. XVI (1850), 1, p. 80; Acta Henrici VII Romanorum imperatoris et monumenta quaedam alia suorum temporum historiam illustrantia, a cura di F. Bonaini, Florentiae 1877, I, nn. CXL, CLXXXV; II, nn. CLXXI, CCCXLII; P. Uccelli, Storia di Cortona, Arezzo 1835, p. 31; P. Tonini, Otto sigilli cortonesi del Museo Nazionale di Firenze, in Arch. stor. ital., s. 4, IV (1879), p. 220; G. Mancini, I manoscritti della libreria del comune e dell'Accademia Etrusca, Cortona 1884, p. 7; G. Mancini, Cortona nel Medio Evo, Firenze 1897, pp. 80, 86, 88, 92, 127; G. B. Del Corto, Storia della Val di Chiana, Firenze 1898, pp. 68 s.; G. Volpe, Vescovi e Comune di Massa Marittima, in Toscana medievale, Firenze 1964, p. 136; R. Davidsohn, Storia di Firenze, IV, Firenze 1960, pp. 576, 613, 663, 726, 859; B. Guilleman, La cour pontificale d'Avignon, Paris 1963, p. 493; B. Frescucci, Il castello di Pierle, Cortona 1968, p. 26; F. Cardini, Una signoria cittadina "minore" in Toscana: i Casali di Cortona, in Arch. stor. ital., CXXXI (1973), pp. 241-55; P. Litta, Le famiglie celebri ital., sub voce Casali di Cortona, tav. I.