ADLERBETH, Gudmund Jöran
Uomo politico, poeta, archeologo svedese nato nel 1751, morto nel 1818. Nacque di nobile famiglia, e fu intimo del re Gustavo III: l'accompagnò nel suo viaggio in Italia ed ebbe sempre una benefica, grande influenza sull'animo di lui. Il poeta Esaias Tegnér lo ha paragonato ad un romano antico. Tradusse felicemente in svedese le opere di Virgilio, di Orazio, di Ovidio, e l'Iphigenie di Racine. Fu uno dei primi tredici membri dell'Accademia Svedese, fondata da Gustavo III, e uno dei primi che volse lo studio all'antica poesia nordica: pur elaborandolo in forme metriche di stile classico, tradusse lo Hákonarmál di Eyvind Skáldaspiller. Scrisse, imitando un po' Sofocle e un po' Voltaire, un Edipo (1792), e lasciò anche sue proprie composizioni drammatiche di tendenza classicheggiante su modello francese, ma di non grande rilievo. Più interessanti sono invece le memorie storiche: Historiska anteckningar (1856-57) e Gustav III: s resa i Italien, pubblicato dallo Schück nel 1902.
Bibl.: E. Tegnér, introduzione biografico-critica alla 2ª ed. di Historiska anteckningar, Stoccolma 1891-1892.