GUḌIMALLAM
Località nel Sud dell'Andhra Pradesh (India), nei pressi dello Śivakṣetra o territorio su cui regna il dio Śiva (v.) di Śrī Kālahastī, dove, ancor oggi oggetto di culto all'interno del Tempio di Paraśurāmeśvara, si trova il più antico liṅga (v.) del subcontinente. Reso noto agli inizi del secolo, solo uno scavo condotto alla sua base nel 1973 ha permesso di poterlo valutare nella sua integrità.
Il liṅga consiste di un'immagine di Rudra-Śiva a due braccia e non itifallico stante su uno yakṣa e rappresentato contro il fusto di un grande liṅga alto 1,68 m, compreso il tenone inferiore. Il liṅga è decisamente naturalistico, e risponde a un canone sconosciuto anche ai pur realistici liṅga più antichi della regione di Mathurā, risalenti alla metà del I sec. d.C., e ancor più a quelli successivi. La figura di Rudra-Śiva, alta 80 cm, indossa una dhotī trasparente e gioielli, e ha come attributi un montone tenuto per le zampe posteriori nella mano destra e un vaso per l'acqua, piccolo e dunque inteso a fini ritualistici, nella mano sinistra, mentre un paraśu o ascia da guerra inastata su un lungo bastone gli poggia contro la spalla sinistra. I capelli ricci del dio sono pettinati in fasce, con fiori di ketaka che indicano forse il legame del dio-asceta con il mondo della foresta. Come ha rivelato lo scavo del 1973, lo yakṣa su cui poggia il dio, sino ad allora parzialmente interrato, ha piedi a forma di coda di pesce. Questo particolare lo identifica non tanto con il demone della nonconoscenza su cui danza Śiva nelle iconografie medievali, ma con il mondo acqueo, da cui il liṅga, simbolo eminentemente assiale, sorge.
Il liṅga ha come base due dischi sovrapposti in pietra arenaria che fungono da pīṭha, ed è circondato da una vedikā o balaustra quadrangolare di 1,35 m di lato i cui pilastrini sono decorati con fiori di loto. È questo l'impianto originario del monumento, che il responsabile dello scavo data al III-II sec. a.C., ma che più probabilmente è riferibile al I sec. a.C. Mancano datazioni assolute, e i materiali rinvenuti nei livelli inferiori del saggio di scavo (tra cui alcune monete punzonate) non sono di per sé sufficienti a sostenere una datazione così antica.
La mancanza di scoli per l'acqua sul pīṭha circolare indica che il tipo di rituale che si compiva in antico non prevedeva il versamento di acqua lustrale sull'immagine; è invece probabile il sacrificio di animali, come mostrano, accanto all'iconografia, le ossa di montone e di porco con tracce di tagli rinvenute nello strato pertinente. Si possono sicuramente ipotizzare anche offerte di fiori, come si desume da una scena su un architrave di Mathurā-Bhūteśvara della prima metà del I sec. d.C. conservato nel museo di Mathurā, dove due adoranti per metà di forma umana e per metà teriomorfi offrono ghirlande a un liṅga raffigurato sotto a un albero e circondato, come quello di G., da una vedikā.
Nel II-III sec. d.C. liṅga e vedikā vennero chiusi all'interno di un tempio in mattoni di forma absidata, del tipo noto da vari siti all'incirca coevi (si considerino i due templi absidati di Sonkh presso Mathurā, e quello a Nāgārjunakoṇḍa). Un pavimento di ghiaia e terra battuta univa l'esterno della vedikā allo spiccato della nuova struttura. Fu soltanto nel IX sec., in epoca Pallava, che il monumento venne parzialmente interrato, la vedikā parzialmente tagliata, e venne costruito un pavimento in pietra; inoltre un nuovo, basso pīṭha rettangolare, funzionale ai nuovi rituali agamici, fu posto attorno al liṅga.
Bibl.: I. K. Sarma, Excavation at Gudimallam, District Chittoor, in Indian Archaeology 1973-74. A Review, pp. 1-2; id., New Light from Gudimallam Excavation, in K. K. Venkatachari (ed.), Proceedings of the Seminar on 'Symbolism in Temple Art Architecture' Held in February, 1981 (Anantacharya Indological Research Institute Series, II), Bombay 1982, pp. 31-50; G. von Mitterwallner, Evolution of the Litiga, in M. W. Meister (ed.), Discourses on Siva. Proceedings of a Symposium on the Nature of Religious Imagery, Bombay 1984, pp. 13-31.
Si veda anche la bibl. alla voce linga.