Vedi Guatemala dell'anno: 2012 - 2013 - 2014 - 2015 - 2016
La storia del Guatemala, sin dalla conquista dell’indipendenza dalla Spagna nel 1821, è caratterizzata da dittature, interventi stranieri, colpi militari e guerre civili. Il ritorno della democrazia è avvenuto tra il 1985 e il 1986 attraverso un processo costituente e lo svolgimento di elezioni parlamentari. Ma gli strascichi della guerra civile, iniziata nel 1960 tra la giunta militare e la guerriglia guatemalteca e causa di più di 200.000 vittime, si sono protratti sino al 1996. Quell’anno, il governo di Álvaro Arzú Irigoyen e la Unidad revolucionaria nacional guatemalteca hanno siglato un accordo di pace sotto gli auspici delle Nazioni Unite. L’azione della giustizia contro i crimini commessi durante la guerra civile è piuttosto lenta: solo nel 2009 è stata emessa la prima sentenza, quella contro l’ex paramilitare Felipe Cusanero, condannato per sei sparizioni di contadini (il totale dei desaparecidos è di circa 45.000).
L’elezione a presidente della repubblica di Otto Pérez Molina del Partido patriota, nel 2012, ha segnato il ritorno al governo della destra, dopo una breve stagione segnata dal governo di centro-sinistra di Álvaro Colom Caballeros.
Il legame tra Guatemala e Stati Uniti si è mantenuto dalla Guerra fredda a oggi molto forte, tanto da rendere il paese uno dei più stretti alleati statunitensi in America Latina. Gli Stati Uniti, inoltre, costituiscono il principale partner commerciale guatemalteco: assorbono più del 40% delle esportazioni nazionali. Il Guatemala è inoltre parte attiva nelle organizzazioni di integrazione della regione centroamericana, in particolare nel Sistema di integrazione centroamericana (Sica) e nel Sistema economico latinoamericano (Sela) e, per il biennio 2012-13, ha assunto uno dei seggi non permanenti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Il Guatemala è caratterizzato da una condizione socio-economica instabile. Il tasso di alfabetizzazione, pari al 75%, è tra i più bassi dei paesi dell’America centrale, la percentuale di lavoro minorile è tra le più elevate e la povertà è diffusa.
L’economia guatemalteca risente della frammentazione delle politiche economiche e della dipendenza dalle esportazioni di prodotti di base, il cui prezzo è volatile. L’intera economia del paese ha risentito del calo dei prezzi delle materie prime agricole (come caffè e cardamomo), poiché il settore copre l’11,3% del pil e impiega il 33% della popolazione. Per ovviare a tale dipendenza, nell’ultimo decennio è stato avviato un processo di diversificazione il cui obiettivo è, per esempio, accrescere la coltivazione di frutta e fiori diretti ai mercati statunitensi ed europei. Il settore secondario, che si è sviluppato attorno all’agroalimentare e al tessile, produce principalmente per il mercato interno e solo in parte per quello regionale. Le esportazioni verso i partner latinoamericani sono tuttavia cresciute in modo significativo dagli anni Novanta del secolo scorso in poi e sono in fase di stipulazione anche nuovi accordi di partenariato con l’Europa e con l’Asia. Una voce d’entrata molto rilevante per il budget nazionale è infine costituita dalle rimesse provenienti dagli Stati Uniti, dove lavorano più di un milione di guatemaltechi.