Matematico (Villa Nogaredo, Rovereto, 1735 - Milano 1803), scolopio; fratello di Felice. Amico di G. Fagnano, e da lui indirizzato alla matematica, successe a R. Boscovich nella cattedra di "calcolo sublime" all'univ. di Pavia. Fu tra i primi membri dell'Accademia dei Quaranta. Fece parte del corpo legislativo della Repubblica Cisalpina; arrestato dagli Austriaci, riebbe dopo Marengo libertà e onori. Il F. ha lasciato molte importanti "disquisizioni fisico-matematiche"; in particolare sull'infinito logaritmico, da lui chiamato infinitum paradoxum perché infinitum ordinis semper infinitesimi (di ordine infinitesimo rispetto all'infinito del primo ordine).